XXIII

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"Ti prometto che sarà il prima possibile". Cazzata. Grande cazzata. Non riusciamo a vederci quasi mai, tra lezioni, turni di sorveglianza da parte del corpo docenti e sue misteriose sparizioni dalla scuola (misteriose non troppo, dato che è un mangiamorte). Un po' di tempo però riusciamo a ricavarlo e lo sfruttiamo tra camera sua, bagno di Mirtilla Malcontenta, che non è contenta di essere cacciata dalla sua stessa dimora, e qualche aula vuota o sgabuzzino. Non riesco a controllarmi. Ho un bisogno di lui inspiegabile. È come se il mio cervello smettesse di funzionare, e la cosa mi spaventa. Mi spaventa perché la situazione è pericolosa. Siamo su due sponde opposte di una stessa guerra. In più, ho un conflitto interiore che mi deteriora: mi sento di tradire i miei genitori. So che Draco non ha colpe, ma la somiglianza col padre è impressionante e pensare che gli occhi che guardo con amore sono stata l'ultima cosa che mamma e papà hanno visto prima di morire, che io vedo ogni notte prima di svegliarmi, sudata e con l'affanno, facendo spaventare Daphne, quelle volte che è a scuola.
Scuoto la testa mentre cammino per i corridoi colpiti dal gelo di dicembre. Manca poco a Natale, ma la magia che comporta questo periodo pare essersene andata a fare un viaggio.
-Ti prego, vattene!- sento una voce di una ragazzina in lontananza, accompagnata da un frastuono e da una risata irritante. Peeves.
Corro nella direzione della confusione e noto una ragazzina Tassorosso rannicchiata a terra e Peeves divertito scagliarle oggetti di ogni tipo. Lei non prova neanche a difendersi, il che è strano.
-PEEVES!- urlo. -STA ARRIVANDO IL BARONE SANGUINARIO!-
Ron mi svelò della paura del poltergeist del fantasma della Casa di Serpeverde, basta quindi poco a farlo scappare. Mi fiondo dalla ragazzina.
-Ehi, tutto ok?-
-Vattene!-
-Peeves se n'è andato-
-Ti prego, va via-
È accovacciata a terra con le braccia che le abbracciano le gambe, mentre le mani le coprono il viso. Singhiozza incessantemente.
-Come ti chiami?- le chiedo.
-Ti prego, lasciami stare-
Sospiro. -Non è saggio rimanere sola nei corridoi-
Non so cosa ci sia di sbagliato nella mia frase, ma lei inizia a singhiozzare ancora più forte.
-Oh... Scusami, scusami davvero... Io... Scusami... Tranquilla... Puoi fidarti-
Le toglie le mani dal suo viso, arrossato dal pianto. -Sono Charlotte-
-Ciao Charlotte, io sono Emma. Te la senti di dire cos'è successo?-
Lei scuote la testa. -Voglio andare da mio fratello-
-Okay, come si chiama?-
-Thomas Griffin, settimo anno Tassorosso- mormora.
Non ho assolutamente idea di chi sia, ma ugualmente le faccio compagnia mentre lo andiamo a cercare.
-Dove va di solito tuo fratello?-
-Nelle cucine, ma mi sembra improbabile di questi periodi. Penso sia in Biblioteca-
Ed è lì che ci dirigiamo. Nel tragitto le chiedo alcune cose, per cercare di tranquillizzarla.
-A che anno sei, Charlotte?-
-Al terzo- mormora, aggiustandosi il colletto della camicia. È una cosa che ha fatto spesso in questi minuti.
-Qual è la tua materia preferita?-
-Pozioni-
Non è nel mood di parlare. Recepito.
All'ingresso della Biblioteca incrocio Blaise che sta uscendo.
-Ehi- mi saluta, poi posa lo sguardo su Charlotte. -Ciao- la saluta.
-Ciao- risponde lei.
-Blaise, ehm, conosci un certo Thomas Griffin di Tassorosso? È del nostro anno-
-No-
-Oh, okay. Andiamo a cercarlo, Charlotte?-
Lei fa un cenno con la testa. I suoi occhioni azzurri sono rossissimi dal pianto.
Blaise mi guarda curioso.
-Mi aspetti qui?- gli chiedo. -Il tempo di accompagnare Charlotte-
-Va bene- risponde.
Ci addentriamo in Biblioteca tra i vari tavolini, anche quelli nascosti tra i vari settori.
-Eccolo!- esclama Charlotte, tirandomi verso di lui, che appena ci vede, si preoccupa immediatamente.
-Charli! Cos'è questa faccia? Cos'è successo?- domanda. Sua sorella, tra le sue braccia, ricomincia a piangere.
-Non... Non ha voluto dirmi nulla... L'ho trovata nel corridoio che piangeva- gli riferisco.
-Grazie mille, davvero. Da qui me la vedo io- dice, accarezzando i capelli biondi della sorella.
-Figurati- mormoro.
-Sei Emma Weasley, giusto?- mi chiede, al che annuisco.
-Allora grazie mille ancora Emma-
Saluto ed esco dalla Biblioteca.
-Ti ha detto qualcosa?- mi chiede Blaise, affiancandomi.
Scuoto la testa. -Era davvero turbata, poverina. Mi ha fatto una tenerezza-
-Chissà cosa le è successo- mormora lui. -E tu stai attenta, non devi girovagare da sola per il castello-
-Si, hai ragione, ma mi stavo annoiando in dormitorio da sola. Per di più Felix è insopportabile ultimamente- gli mostro la mia mano, quella con la cicatrice che mi sono procurata due anni fa, a cui se ne è aggiunta un'altra. Gliela indico. -Ecco quanto mi vuole bene il mio gatto!-
-Evidentemente non gli dai molte attenzioni, e quando gliele dai, fa l'offeso. Un po' permalosetto... Aspetta, come si dice? "Gli animali assomigliano ai loro padroni"-
-Mh, simpatico. E poi, se fossi rimasta in camera, non avrei incrociato Charlotte!-
-Va bene, va bene... Hai ragione!- dice arrendevole.
Sorrido. -Rimani qui per le vacanze?-
-Non lo so, ma non fa differenza. Qui o a casa, è sempre una tortura-
-Hai ragione-
-Nota positiva? Mi sento che a breve tutto ciò finirà. Non so chi vincerà. Spero solo che Potter, tuo fratello e la Granger sappiano cosa stanno facendo-
Lo spero anche io.

Emma WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora