Con marzo arriva il mio diciottesimo compleanno, il primo compleanno trascorso senza Ron. Non saremo di certo gemelli di sangue, ma condividiamo davvero la data di nascita. Penso sempre a lui, sperando sia sano e salvo e che ritorni presto da noi. Da quando ha deciso di essere amico di Harry ho sempre saputo che gli sarebbe rimasto accanto fino alla fine e che lo avrebbe affiancato in qualunque cosa, dall'infrangere le regole a scuola a combattere una guerra contro il mago oscuro più crudele di tutti i tempi.
A marzo la natura dovrebbe risvegliarsi per annunciare l'arrivo della primavera, ma sembra più inverno che mai. I Grifondoro stanno man mano sparendo, e temo che possa succedere qualcosa di terribile a Ginny, anche se la McGonagall mi ha assicurato che stanno bene. È l'unica professoressa che ci tiene. L'unica in cui posso riporre fiducia.
Dall'altro canto, colui che detesto più di Piton è Amycus Carrow. È viscido. Il suo solo sguardo mi disgusta.
È proprio questa la prima lezione di oggi, una fredda giornata di metà marzo, e, stringendomi nel mio maglioncino, entro in aula, accomodandomi all'ultimo banco.
-Posso?- domanda Thomas Griffin, il fratello della piccola Charlotte.
-Certo- dico, spostando la borsa riponendola dietro la mia sedia. -Come sta Charlotte?-
-Bene... Beh, penso bene. Stamattina non l'ho incrociata in Sala Comune, e nemmeno in Sala Grande-
-Forse non si sente bene, sai, con questo freddo è facile prendersi una brutta influenza... Madame Promfey è davvero impegnata ultimamente-
Lui annuisce, poco convinto.
-Ciao Em- mormora Blaise, che si è accomodato avanti a me. -Ciao- saluta anche Thomas.
La porta dietro di noi si spalanca rumorosamente, palesando Carrow che cammina verso la cattedra a grandi falcate, trascinando con sé qualcuno. Una ragazzina di Tassorosso dai lunghi capelli rossi.
-Charlotte...- mormora Thomas, tremando di rabbia.
-Buongiorno ragazzi- dice il mangiamorte, tirando su col naso divertito. -Dato che oggi mi annoio, vi eserciterete con le Maledizioni senza Perdono. Questa ragazzina stupida sarà la vostra cavia. Qualcuno ha qualcosa da ridire?-
Poggio una mano sulla gamba di Thomas, che trema dalla testa ai piedi.
-Bene, iniziamo- dice divertito, spingendo Charlotte a terra.
-EHI- sbraita Thomas, saltando in piedi. -RAZZA DI IDIOTA, PRENDITELA CON ME-
-E tu, chi diavolo sei?- domanda Carrow.
-Sono il suo fottuto fratello, e ti ho detto, prenditela con me, lasciala stare-
Carrow guarda divertito la situazione. -Perfetto, abbiamo un volontario. Vieni, ragazzo-
-Si, ma lasciala andare-
Lui scuote la testa. -Lei guarda-
Thomas guarda incredulo l'uomo, che uomo non è, ma solo un mostro.
Raggiunge la sorella, le sussurra qualcosa all'orecchio, ma lei non si muove da dov'è.
-Per Salazar, ci muoviamo?- dice Carrow.
Thomas prende Charlotte di peso e mi fa un cenno di tenerla accanto a me, così mi alzo per andargli incontro.
-Signorina Weasley, vuole essere la prima ad esercitarsi? Prego!- esclama Carrow, facendomi il gesto di avvicinarmi alla cattedra.
Guardo Thomas, poi Charlotte, poi il "professore".
-In realtà...-
-Vieni Emma- mormora Thomas, riluttante.
Mi sforzo di avvicinarmi a quell'essere viscido, che mi sta guardando in una maniera davvero rivoltante.
-L'incantesimo è semplice, sai? Devi solo dire CRUCIO-
Osservo Thomas contorcersi, mentre Charlotte piange silenziosamente, coprendosi le orecchie per non sentire le urla del fratello maggiore. Io distolgo lo sguardo, ma questo pare far innervosire Carrow.
-NO! No... NO!- urla come uno psicopatico. Mi prende il viso rudemente con due dita costringendomi a guardare Thomas, svenuto a pochi centimetri da me.
-Hai capito?- domanda, in un misto tra il divertito e il fuori di testa.
-RISPONDI!- urla.
Scuoto la testa. -Non lo farò- sussurro.
-Cosa?- domanda, contrariato.
-Em...- sussurra Blaise.
-Non lo farò! Che c'è?! Non ci senti?-
Uno schiaffo fortissimo mi colpisce in pieno volto.
-Stupida traditrice del tuo sangue! Ma come ti permetti! ZABINI SIEDITI-
Il mio migliore amico, scosso dalla rabbia, esegue, stringendo la bacchetta così forte che sembra quasi stia per spezzarla.
-In punizione, signorina Weasley. Subito! Adesso!- dice, spingendomi verso la porta, prendendomi la bacchetta dalle mani.
-No... Lasciala stare...- dice Charlotte, alzandosi debolmente e parandosi avanti a noi.
Carrow la squadra. -Mi avevi stancato comunque- dice, facendo spallucce. -La lezione è finita-
-Carrow- dice Blaise. -Ti prego, ragiona-
-Ragionare? Con te? Il Signore Oscuro non ti ha ritenuto nemmeno degno del marchio nero e adesso dovrei darti retta?-
-Ti supplico, non farle del male... Punisci me, punisci me quanto vuoi, ma non toccarla, ti prego-
Carrow mi afferra saldamente per un braccio. -Troppo tardi- dice trascinandomi fuori dall'aula.
Blaise però insiste. -CARROW, LASCIALA-
-Il tuo fidanzatino qui mi ha proprio seccato sai? Vuole tenersi tutto il divertimento per se?!- domanda scocciato, voltandosi dietro. "Divertimento". Cosa intende con divertimento?
Blaise gli punta la bacchetta contro, così Carrow mi posiziona avanti a sè.
-Vuoi davvero colpirla, Zabini?!-
Nel frattempo tutta la classe esce, tra cui anche Pansy Parkinson, che si avvicina lentamente a Blaise.
-Blaise abbassa la bacchetta- mormora, ma la sua voce echeggia nel corridoio.
-Faresti bene ad ascoltarla-
Ma Blaise scuote la testa, la bacchetta ancora puntata verso di noi.
-Cos'è questa confusione?-
È Alecto Carrow, la sorella di Amycus Carrow.
-Sorellina, tempismo perfetto. Falli smammare- dice indicando con la bacchetta i ragazzi che erano prima in aula. E mentre Alecto Carrow, molto più temuta del fratello, si da da fare, io vengo trascinata verso lo studio di questo essere. "Divertimento". Ho seriamente paura di ciò che lui intenda con questa parola.
Arriviamo nel suo studio. Uno studio spoglio, cupo e disordinato. C'è puzza di fumo e di sporco.
-Ti piace?- domanda, cercando di essere dolce.
Mi fa solo ribrezzo.
-Mi fa schifo-
Pare mollarmi un altro schiaffo, però poi ritira la mano, massaggiandosela. Comincia a ridere, ma la sua risata non fa altro che raggelarmi il sangue.
-Tu... Tu si che mi piaci. Carattere forte... Non come quella ragazzina rossa... No ti prego... Ho solo tredici anni, ti prego...-
-Cosa le hai fatto?- domando inorridita.
-Posso mostrartelo- dice, posando le bacchette sulla scrivania. -Siediti li- dice, indicando una poltrona.
Okay. Amycus Carrow è una persona irascibile e impulsiva, sfidarlo, come ho constatato, gli farebbe perdere solo la sua fiducia nei miei confronti e quindi, farmi del male.
Così acconsento.
-Oh, ora si che ragioniamo- dice compiaciuto, guardandomi.
Annuisco. Cosa vuole fare?
Vedo la sua mano scivolare verso la zip dei suoi pantaloni, che abbassa. Caccia poi il suo membro fuori.
Cerco di contenermi anche se tutto ciò che vorrei fare è urlare. Ecco cosa ha fatto a Charlotte, e sono sicura lo abbia fatto anche ad altre ragazze.
Inizia a masturbarsi guardandomi dritto negli occhi, mentre grugnisce rumorosamente. Ha gli occhi freddi, e non per il color ghiaccio che lo caratterizza. Sono freddi e vuoti, come se non provasse nessun sentimento se non l'odio.
-È l'unico divertimento che posso permettermi- spiega. -Sono stato rinchiuso in questa scuola solo perché ritenuto poco importante... Ti rendi conto? Ti rendi conto quanto io sia potente?-
Annuisco. Devo reggergli il gioco. O almeno ci devo provare. -Ti sottovalutano troppo- rispondo, cercando di essere convincente.
-Esatto! Oh... Esatto!- dice, mostrandomi la sua erezione.
Mi viene il voltastomaco. Dal corridoio non sento alcun rumore, niente di niente. Nessuno verrà a salvarmi.
-Non ti farò male- mormora, avvicinandosi.
Devo salvarmi da sola.
-In realtà...- sussurro, cercando di rendere la mia voce più roca possibile. Penso di esserci riuscita dal guizzo nei suoi occhi. Ho la sua completa attenzione.
Accavallò lentamente le gambe, lasciando la mia gonna salire un po'.
-...Mi è venuta voglia di divertirmi...-
Lui mi rivolge un sorriso nauseante che quasi mi fa venir voglia di urlare, ma devo tenere i nervi saldi.
Mi alzo e mi avvicino a lui, accarezzandogli con un dito le labbra.
-Che ne dici di ingrandirlo?- sussurro, indicando col mento in prossimità della sua erezione.
Lui è completamente preso. Bene. Tanto spietato quanto stupido.
Gli giro intorno, portando il mio dito sulla spalla, poi mi alzo in punta di piedi per mormorargli all'orecchio -Va all'inferno-.
Lui era troppo eccitato per accorgersene, ma mentre gli giravo attorno ho esaminato la distanza tra noi e la scrivania su cui aveva poggiato le bacchette.
Con tutta la forza che ho lo spingo in avanti e mi fiondo sulle due bacchette, puntandogli la mia contro.
Lui si volta di scatto, imbestialito. -Sei una putt...-
-Stupeficium!- esclamo, poi lo guardo schiantarsi al muro e svenire.
La scena di lui steso a terra senza sensi e con il membro fuori è disgustosa. Sento qualcosa nello stomaco e non ho il tempo di realizzare che rimetto sul pavimento. Ho rischiato di essere molestata in questo ufficio, lontana da tutti, e nonostante sia riuscita a scamparmela, tutta la lucidità avuta prima svanisce del tutto, lasciando solo tremolii su tutto il corpo.
Non c'è tempo di avere paura, devo andarmene di qui.
Mi asciugo le labbra con il polsino e mi allontano il più possibile da quella stanza. Devo dirlo alla McGonagall. O a Piton. Nonostante sia uno stronzo, non penso rimanga impassibile dinanzi a tale violenza. Anche se... Lui ha ucciso qualcuno. Che sensibilità potrà avere nei confronti di una persona che violenta delle ragazzine.
Svolto un angolo e mi imbatto in qualcuno.
-Scusa- dico, continuando ad avere gli occhi bassi.
-Emma? Che cosa ti è successo?!- mi domanda Draco, prendendomi per un braccio. A questo gesto mi allontano d'istinto.
-Non mi toc...-
Non è solo. No. Con lui c'è la sua fotocopia, solo che ha i capelli lunghi, la barba e un bastone.
Con lui c'è l'assassino dei miei genitori.Ciao a tutti!
So che questo capitolo è un pochino disturbante, però ci tenevo a far riflettere su un lato della guerra, che chiaramente nei libri non è stato citato essendo una saga destinata ai bambini. Ricordiamoci che con i gemelli Arrow, la violenza era fonte di divertimento e soddisfazione.
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Emma Weasley
FantasyEd eccomi qui, io, Emma Weasley, sullo sgabello nella Sala Grande con tutti gli occhi puntati addosso dopo l'esclamazione del Cappello Parlante -Serpeverde!-. Era proprio quello che non volevo causare, avere attenzioni su di me, ma in cuor mio so di...