XIX

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Oggi doveva essere il giorno più entusiasmante della mia vita perché ho finalmente compiuto diciassette anni e ciò significa che posso utilizzare la magia anche fuori da Hogwarts e smaterializzarmi e materializzarmi quando voglio.
Doveva.
Sto difatti correndo per i corridoi perché Piton mi ha appena detto che mio fratello è stato avvelenato. Sento un peso sul cuore così grande e la paura sopraffarmi al solo pensiero che avrei potuto perderlo. Spalanco le porte dell'Infermeria e ritrovo la mia famiglia attorno a Ron, che sta riposando sul letto. Corro subito ad abbracciare mia madre e comincio a singhiozzare tra le sue braccia.
-Oh Emma, è tutto okay-
Non è tutto okay. Mio fratello stava per morire. Gli ultimi mesi sono stati uno scombussolamento continuo, Blaise ha rivelato i suoi sentimenti per me mentre Draco riesce a mandarmi in confusione non facendomi capire nulla sulla nostra situazione.
Mi avvicino a Ron che è pallidissimo, ma sembra che si rimetterà presto.
-Eravamo da Lumacorno... Ci ha offerto dell'idromele e Ron l'ha bevuto per primo... Fortunatamente c'era un bezoar, altrimenti...- mormora Harry. Accanto a mio fratello c'è Hermione che tira su col naso mentre gli tiene la mano. Mamma e papà escono dall'infermeria non so per quale motivo, quindi rimaniamo solo io, Harry, Hermione, Ginny, Madame Pomfrey e Fred e George, che mi tirano in disparte.
-Auguri, Em- dicono. -Questo è per te- dicono, porgendomi un piccolo album che rivela tutte le nostre foto, fin da quando ero nata.
L'amore che hanno per me è smisurato, e lo vedo dall'imbarazzo che provano ora e che mi hanno mostrato in questi mesi, data la situazione. È stata la prima volta per loro in cui non riuscivano a capirmi e ciò li ha destabilizzati, visto che  letteralmente mi hanno sempre letta nel pensiero.
-Grazie...- sussurro.
-Ah e volevamo anche comprare Zonko- dice Fred a tutti noi. -Una filiale ad Hogsmeade, capite, ma sapete che bell'affare se voi non avete più il permesso nei fine settimana per comprare la nostra roba... comunque non importa- conclude, sedendosi accanto a Ron, e iniziano tutti a cercare di capire cosa sia successo: si passa tra complotti contro la squadra di Grifondoro a pensare che sia stata colpa di Lumacorno, per poi azzardare l'idea che qualcuno volesse uccidere il professore poiché si è opposto al Signore Oscuro.
Entrano poi Hagrid e i miei genitori, e Madame Pomfrey urla che non sono ammesse più di 6 persone, così io, Harry, Hermione ed il mezzogigante ci dirigiamo fuori.
-Emma- mormora Harry. -Posso parlarti?-
Annuisco. Hagrid ci saluta e si congeda.
-Sai che ho la mappa del malandrino, vero?- mi chiede.
Si che lo so, Fred e George me lo dissero e li ho detestati perché la volevo tutta per me ma hanno deciso di regalarla ad Harry. Che poi, infondo, gli appartiene, dato che suo padre e Sirius hanno partecipato alla sua creazione.
Però improvvisamente un'idea si insinua in me. Può essere mai che...
-Ho notato che passi del tempo con Malfoy, o sbaglio?-
Hermione spalanca gli occhi, incredula.
-Sarà difettata- dico, indifferente.
-Lo sai che non è così-
Sbuffo. -Cosa? Vorresti farmi la predica?-
Lui si acciglia. -No... No. Volevo solo dirti di stare attenta-
-Perché? Inoltre, dato che penso tu stia ventiquattr'ore su ventiquattro attaccato a quella mappa, avrai sicuramente notato che sono un bel po' di giorni che non lo vedo-
-Non puoi vederlo, Em, Malfoy...- dice Harry e vedo Hermione dondolare su se stessa. -Em, penso che Malfoy sia...-
-Okay Harry penso che Emma abbia sentito abbastanza- dice Hermione.
Harry si ritrae, li noto guardarsi per qualche secondo e comunicarsi qualcosa con lo sguardo... Una cosa che facevo anch'io con Blaise.
-Voglio sapere- insisto.
-Non è nulla... Sono solo, beh, scosso- mormora Harry, scuotendo la testa. -Ci vediamo!- esclama. Hermione mi saluta velocemente e lo segue. Li noto battibeccare a bassa voce e non riesco a sentire nulla, dato che man mano si allontanano e seguirli non mi sembra il caso.

I giorni seguenti li passo ovviamente tra lo studio, le lezioni di materializzazione e le visite a Ron e Harry, che si è infortunato durante la partita contro Corvonero. Più volte ho provato a chiedergli chiarimenti sulla faccenda di qualche giorno fa, e l'unica cosa che mi ha detto è stata che ha visto Draco con due ragazze. Li per lì ho cercato di assumere un certo menefreghismo anche se il mio cuore pareva ricominciare a sanguinare come successo negli ultimi mesi.
Trascorrono così settimane, Ron ritorna in forma e fortunatamente decide di piantare in asso quell'anatra di Lavanda Brown, al che Hermione sembra alquanto contenta. E Ginny mi ha detto che dopo l'ennesima litigata con Dean Thomas, ha deciso di lasciarlo. Draco ha provato a parlarmi, lasciandomi dei bigliettini in dormitorio (non mi capacito come dato che i ragazzi non possono accedere ai dormitori femminili) e tra i libri. È davvero urgente. Diceva uno. Ti prego non ignorarmi. Diceva un altro. Fammi spiegare. La verità è che Harry mi ha mandata ancora di più in confusione sulla situazione e non riesco a decifrare ciò che provo.
In preda alle mille paranoie decido di andare da Mirtilla Malcontenta, che non vedo da tanto tempo e sono anche sicura che mi aspetti una bella sfuriata, visto che è molto permalosa e se la prende per tutto. E come glielo spiego che ho evitato di dirigermi lì per paura di ritrovarmi da sola con Draco, e quindi di doverlo affrontare? Però se non ricordo male, dovrebbe essere a scontare la sua punizione con la McGonagall a quest'ora.
-Signorina Weasley, cosa fa? Gironzola spensieratamente per il castello?- domanda Piton, al quinto piano.
-Oh, no professore, mi stavo semplicemente dirigendo al sesto piano per aspettare mia sorella- improvviso, dato che il dormitorio di Grifondoro si trova proprio al sesto piano, dove c'è anche il bagno di Mirtilla.
-Mh- mormora. -Allora sarò felice di accompagnarla-
-Non deve-
-Insisto-
Così a malincuore salgo le scale che portano al sesto piano, dondolo un po' sul posto quando invece di dirigermi a destra, ovvero nella direzione del bagno, devo svoltare a sinistra, però poi delle urla attirano la mia attenzione.
-ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO NEL BAGNO!-
È Mirtilla Malcontenta che urla. Assassinio. Non sarà mica Draco? È l'unica persona oltre me che si dirige lì. Mi si forma un nodo al petto. Io e Piton corriamo nel bagno alla velocità della nimbus 2001 e mi ritrovo Harry accasciato sul corpo di Draco coperto di ferite che grondano sangue. Mi porto subito una mano sulla bocca. Piton si fionda immediatamente sul biondo, guarendolo e rimettendolo in piedi, e il mio corpo si fa subito più leggero.
-Devi andare in Infermeria. Può darsi che restino delle cicatrici, ma se prendi del dittamo forse riusciamo ad evitarlo... Weasley, accompagnalo da Madame Pomfrey, lei saprà cosa fare- dice Piton. Mi avvicino a Draco e lui si poggia subito a me, facendo una smorfia di dolore. Guardo Harry titubante per poi uscire dal bagno e, con fatica, io e il biondo ci dirigiamo lentamente al primo piano.
-Per Merlino, cos'è successo?- gli chiedo, mentre con fatica cerco di sorreggerlo mentre scendiamo gli innumerevoli gradini.
-Me lo sono meritato- mormora dolorante. -Ho provato a lanciargli l'incantesimo Cruciatus-
Lo guardo allibita. -C...Cosa?-
-Mi sta spiando da mesi... Stavo piangendo con il fantasma e l'ho visto al riflesso dello specchio dei lavandini... Non ci ho visto più dalla rabbia-
-Fortunatamente c'era Piton, altrimenti saresti morto, Draco-
-Al momento mi sembra una valida soluzione- mormora. -Perché mi hai ignorato in queste settimane?-
-Beh sai, quanto successo mi ha leggermente destabilizzata...-
-Mi dispiace- sussurra, mentre sofferente scende le scale con il mio aiuto. -È solo che... Blaise ha ragione. Non è sicuro stare con me-
-Penso di essere in grado di decidere da sola con chi stare, non mi serve né il tuo aiuto né quello di Blaise. E poi, Harry mi ha detto che ti ha visto con due ragazze, mi spieghi chi diamine sono?-
-Non sono nessuno! Davvero!- esclama subito, poi sospira. -È che... non ti ho detto parecchie cose-
Arriviamo dopo un po' in Infermeria, dove Madame Pomfrey fa accomodare Draco su un lettino e gli fa bere essenza di dittamo.
-Madame Pomfrey, posso rimanere con lui solo cinque minuti?- le domando, mentre lei sta finendo di fasciargli il petto che è pieno di tagli lievi.
-Va bene cara, ma solo cinque minuti, il signorino Malfoy deve riposare- dice, chiudendo la tenda che circonda il letto.
Mi siedo accanto a lui.
-Ho una cosa da farti vedere- mormora Draco. -Emma, mi fido di te-
Detto ciò si alza pian piano la manica sinistra della camicia: sulla sua pelle bianca e candida il marchio nero spicca nella sua malvagità. Il simbolo dei seguaci di Voldemort. Draco è un mangiatore. Mi ritraggo velocemente, guardando prima lui, poi il marchio, poi di nuovo lui. -C...Cosa...-
-Lo so, lo so... Io... Io ero destinato ad esserlo- mormora, massaggiandoselo con disgusto.
-Hai avvelenato tu Ron?- domando, collegando tutti i pezzi. -Draco, che cazzo stai facendo...?-
-Non volevo avvelenare lui- sussurra, fermo.
-Questa cosa mi tranquillizza particolarmente, sai?- ironizzo. Mi avvicino al suo viso. -Cosa stai facendo?- mormoro, spaventata a morte.
-Non posso dirtelo, Em. Per Salazar, quante cose vorrei dirti, ma non posso, per la tua e per la mia incolumità-
-E perché me l'hai mostrato?-
-Perché tu capissi cosa sto passando-
Mi guardo intorno, sperando che questo sia solo un incubo. Che tutto ciò che sto vivendo negli ultimi mesi sia solo un incubo. Mi do un pizzicotto. No. È tutto reale.
-Non puoi immaginare neanche quanto tu mi abbia stravolto l'anima quest'anno- dice, infine. -Non riuscivo a starti lontano, e quando dovevo, è perché lottavo profondamente con me stesso per evitare che tu diventassi una pedina di questo sporco gioco. Sono stato egoista. Ti ho voluta troppo. Blaise è stato più coraggioso di me, ha accantonato i suoi sentimenti consapevole che tu saresti stata al sicuro-
-Anche Blaise è...?-
-No... no, ma lui e sua madre sono sotto il controllo del Signore Oscuro-
-Ho bisogno di sapere due cose-
-Non posso dirti cosa devo fare-
-Lo so, non rientra tra le due domande, sarebbe stato un buco nell'acqua-
Lui annuisce. -Dimmi-
-Devo sapere se tu... Se tu stai facendo tutto ciò perché credi nei Suoi ideali-
Lui mi guarda assente per qualche secondo, infatti comincio a pensare che non mi abbia ascoltata affatto.
Poi però dice -Il Draco di qualche anno fa ti avrebbe detto di sì, lo sai com'ero. Adesso, non riesco a guardarmi allo specchio, provo disgusto nei miei confronti, nei confronti di mio padre e della mia famiglia. Non voglio mentirti, all'inizio, quando mi è stata assegnata questa missione, ero fiero. Avrei riscattato il mio nome, seppur nel peggiore dei modi, ma Emma, tutta la cattiveria a cui sto assistendo, mi ha trasformato. Vivo nella paura, voglio solo uccidermi, ma non posso lasciare mia madre da sola, non me lo perdonerei mai- mormora, in un tono così triste che mi colpisce il cuore in un modo assurdo.
-Mi dispiace tanto... Vorrei tanto che tu mi cedessi anche solo metà del tuo dolore- sussurro, accarezzandogli il dorso della mano.
-Non te lo permetterei. La seconda domanda?- chiede.
Ansimo un po'. -Cosa provi per me?- domando poi di getto, e un'improvvisa ansia comincia a pervadermi.
-Em...-
-Devo saperlo, sono già troppe le cose non so-
Mi guarda intensamente, pare quasi mi stia toccando l'anima.
-I cinque minuti sono finiti già da un po', signorina Weasley. Il signorino Malfoy deve riposare-
-Non mi sta dando fastidio- risponde lui, stringendomi la mano.
-Sono le regole, mi dispiace-
Annuiamo entrambi. Gli lascio un veloce bacio sulla guancia ed esco dall'Infermeria.

Un rumore improvviso mi fa letteralmente alzare di scatto dal letto.
Mi strofino gli occhi, metto a fuoco e sforzo l'udito. Il trambusto viene da giù.
Vedo poi la Parkinson e la Buldstrode vestirsi velocemente. Si lanciano parecchi sguardi spaventati.
-Cosa succede?- domando.
-Vestiti Weasley, e tieniti stretta la bacchetta, ti servirà-
-Per Merlino, Parkinson mi stai spaventando a morte- dico.
-Fa come ti dico- dice seria. Non è mai stata così. Decido di fidarmi ed eseguire.
Ad un tratto sentiamo la maniglia della porta girarsi, e ci voltiamo tutte e tre con la bacchetta puntata contro l'individuo. La abbassiamo immediatamente appena scorgiamo Daphne.
-Muovetevi- dice.
Io mi avvicino subito a lei. -Cosa succede-
-I mangiamorte- mormora.
Spalanco gli occhi. -Draco...-
Annuisce. -Non permetterti assolutamente di andarlo a cercare, mi ha fatto giurare di non farti mettere nei guai-
-Cosa?-
Alza un po' il polsino sinistro della sua divisa. Scorgo il marchio nero. Rimango di stucco.
Si spiega tutto. Si spiega davvero tutto.
-Mi dispiace, Daphne, mi dispiace tantissimo- dico, non riuscendo a fermare le lacrime, che scendono sul mio viso involontariamente.
Lei scuote la testa. -Non potevo dirtelo. Abbiamo cercato di tenerti alla larga da tutto ciò-
Usciamo velocemente dai dormitori e man mano che ci avviciniamo in Sala Comune c'è sempre più confusione.
-Chi sono quelle con te, Greengrass?- domanda un uomo appena mettiamo piede giù. La Sala Comune è in completa confusione.
-Sono con noi, Carrow. Qui è tutto okay, va altrove-
Lui le sorride beffardo, poi rivolge i suoi occhi disgustosi su di me. Mi viene quasi da vomitare.
-E lei chi sare...-
-Amycus, vieni qui!- sento urlare da una donna, fuori la Sala Comune, e l'uomo la raggiunge.
Daphne ci conduce con scioltezza verso corridoi vuoti e quindi sicuri.
-Per nessun motivo, voi due, dovete chiamarla per cognome. Se qualcuno vi sentisse, non ci penserebbero due volte a farla fuori- intima alla Parkinson e alla Buldstrode.
-Non mi fiderei molto- mormoro.
-Non ti odio così tanto da farti uccidere- sibila la Parkinson.
-Dirigetevi verso il cortile. Fate attenzione- dice Daphne, ma prima che si volti la trattengo per una mano e l'attiro a me per un abbraccio. -Sta attenta anche tu-
Lei ricambia calorosamente, poi si distacca e comincia a correre.
-E ora?- domanda la Buldstrode, spaventata.
-Stiamo in allerta e con la bacchetta pronta- mormoro, e tutte e tre con estrema cautela ci dirigiamo verso il cortile della scuola.
Allunghiamo di molto, cercando i corridoi più deserti, ma è impossibile non trovare qualcuno. Difatti, svoltando un angolo, ci ritroviamo un gruppo di mangiamorte.
-Siamo di Serpeverde!- urla subito la Parkinson. -Siamo con voi-
-I vostri nomi-
Cazzo.
-Pansy Parkinson, Millicent Buldstrode e Tracey Davis- dice la Parkinson pronta, dicendo il nome di una ragazza di Serpeverde che frequenta il nostro anno. I mangiamorte ci fanno così passare.
-Complimenti- le riconosco. -Hai pensato velocemente-
-Grazie- dice lei, lusingata e fiera a livelli insopportabili.
I corridoi sono un campo di battaglia vivente, si sentono e vedono schianti e incantesimi ovunque. Non riesco a scorgere nessuno dei miei due fratelli, e spero con tutta me stessa che stiano bene.
Arriviamo al cortile, dove un gruppo numeroso di studenti si è riparato sotto la protezione dei professori, che sono spaventati come noi alunni. La situazione è davvero caotica, non si capisce nulla, non vedo nè Ginny nè Ron, ma comprendo che deve essere successo qualcosa di grave perché tutti stanno circondando qualcosa.
Cerco di farmi spazio tra la folla e riesco a scorgere il corpo di Silente disteso sul prato del cortile. D'istinto mi porto una mano alla bocca, e nel frattempo, il marchio oscuro compare nel cielo. Il preside non c'è più. L'unica persona che Voldemort temeva era lui, ed ora è fuori dai giochi. La paura comincia a pervadere il mio corpo. E ora? Cosa succederà? Con questo passo Lui è vicino alla vittoria come non lo è mai stato. Silente è morto. Noto Harry avvicinarsi e inginocchiarsi vicino al cadavere del preside. I mangiamorte l'hanno ucciso. I mangiamorte... Quasi mi si ferma il battito cardiaco. Draco. È stato... È stato lui. Era questa la sua missione, farlo fuori. No. Non è possibile. Non l'avrebbe mai fatto. Non ci sarebbe mai riuscito. Non avrebbe mai ucciso nessuno, ne sono sicura. Mi guardo intorno. Devo trovare Blaise. Dopo aver cercato velocemente, lo intravedo, e dopo diversi -Permesso-, lo tiro per il braccio verso di me.
Sussulta leggermente, poi girandosi si rilassa. -Sei tu... Stai bene?-
-Vieni-. Lo tiro in disparte. -Lo ha ucciso Draco?-
Annuisce. -Era la sua missione-
Un senso di vomito mi pervade lo stomaco. -Forse non è stato lui-
-E pure se fosse? Emma, è pericoloso stargli vicino-
-Non riesco a stargli lontano- ammetto di getto.
-Oh...-
-Scusami- mormoro, pentendomi di essere stata così diretta con lui, non curandomi dei suoi sentimenti nei miei confronti.
Scuote la testa. -No. D'altronde è questo ciò che mi merito per tutto quello che ho fatto per te-
-Blaise...-
-Vaffanculo- sbotta, rimescolandosi tra la folla.
E mentre tutti con la bacchetta fanno scomparire il marchio nero, spero che tutto ciò un giorno finisca nello stesso modo.
Con uno tocco di magia.

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Emma WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora