Ci fissiamo per qualche secondo. Ha ucciso mamma e papà. Ha provato a uccidere me. Per colpa sua Sirius è morto.
-Emma...- mormora Draco, mettendo le mani avanti.
Ma io non lo guardo. Le mie mani tremano. Potrei ucciderlo qui, in questo momento, e dar pace ai miei genitori. Dar pace agli incubi che non mi fanno dormire la notte.
-Andiamo, Draco- biascica Lucius Malfoy, superandomi.
-No- dico voltandomi.
-Emma- sussurra Draco, cercando di prendermi la mano, che io scanso.
-Ti ho detto non toccarmi- dico dura, occhi fissi sul mostro avanti a me.
-Suvvia signorina, non ci far perdere tempo. Cosa vuoi?-
-Emma- mormora ancora Draco. Lo guardo negli occhi. Mi sta implorando di non dire nulla, di non fare scenate.
Ma il mio sangue sta bollendo. L'adrenalina sale, non ha mai lasciato quello studio sudicio.
Mi guarda negli occhi per qualche secondo, poi arretra di un passo, un misto tra il divertito e il sorpreso.
Cazzo.
Guarda Draco. Sempre sorpreso si, ma disgustato.
-Ti stai scopando questa Traditrice?-
-Come scusa?- domando imbestialita.
Draco si fa rosso dalla rabbia -Non ti permettere-
Lui ridacchia. -Sei sempre più una delusione, Draco. E adesso andiamo-
Il mio cuore batte forte al momento. Voglio sprofondare. Voglio andarmene. O lo ammazzo qui.
Lui si volta dopo avermi guardata con tutto il disprezzo in corpo.
-Sarà la mia l'ultima faccia che vedrai quando morirai- gli dico.
Non so perché, ma proprio non riesco a controllarmi. L'odio è troppo forte.
Lui si ferma per qualche millisecondo per poi procedere e sparire dietro un angolo.
Draco mi guarda, incazzato ancora e preoccupato. -Mi dispiace. Ti raggiungo dopo in Sala Comune-
Non riesco a rispondergli. Sono una furia, però non posso far nulla contro quel mostro. Non ancora.
Adesso devo andare dalla McGonagall. Deve sapere cosa sta succedendo in questa scuola.
Così gli faccio un cenno col capo, mi volto e corro verso lo studio della professoressa, due piani sopra quello in cui mi trovo adesso.
Arrivo senza fiato alla porta. Busso due volte.
-Prego- sento dire dall'altro lato.
Mi fiondo dentro.
La professoressa mi guarda preoccupata.
-Signorina Weasley, mi sembra eccessivo girare con due bacchette- dice, fissando la mia mano.
-Professoressa, le devo dire una cosa-
Lei drizza la schiena.
Inspiro ed espiro.
-Carrow- riesco a dire.
La paura mi invade di nuovo, le gambe ricominciano a tremare.
-Si sieda, signorina. Per Godric, cosa è successo?- dice avvicinandosi a me con fare materno.
-Professoressa lui...-
-EMMA- urla qualcuno spalancando la porta dello studio. Mi giro di scatto. È Blaise.
Appena mi vede si mette una mano sul petto, rilassandosi.
-Stai bene...?- mormora, inginocchiandosi accanto a me, porgendomi una mano che io stringo. Forte.
La professoressa ci guarda spaventata.
-Carrow molesta le ragazze, professoressa- spiega Blaise, arrabbiato. -Non solo ci fa praticare le Arti Oscure, ma costringe anche le ragazze ad andare a letto con lui-
Annuisco. -Professoressa, ha importunato anche una ragazzina di tredici anni... E ora siamo a marzo. Chissà quante ragazze hanno dovuto subite le sue perversioni in questi mesi ma sono state costrette a tacere. La prego, faccia qualcosa-
Lei poggia una mano sul cuore, ferita e incazzata allo stesso tempo. -Sono davvero dispiaciuta, signorina Weasley, davvero tantissimo. Cercherò di controllarlo il più possibile, estenderò l'informazione al professore Lumacorno, al professor Vitious e a tutti quelli di cui posso fidarmi. Ci saranno occhi ovunque, ma come può comprendere, Carrow qui... È in una posizione di rilievo da quando Piton è diventato preside. Per quanto gli atti che ha commesso sono assolutamente spregevoli, non posso far nulla per farlo espellere-
-Oh- sussurro.
-Le prometto che a tempo debito, farò qualcosa, signorina Weasley- mi dice, dolcemente.
-Grazie professoressa- dico. -Voglio andare in camera- dico a Blaise.
-Certo- dice lui. È ancora scosso, agitato, furioso.
Salutiamo la professoressa e ci dirigiamo in Sala Comune. Le mie dita ancora intrecciate in quelle di Blaise. Non parliamo, è come se lui stesse aspettando che io gli dica qualcosa, ma al momento non so esprimere tutto quello che è successo nell'arco di poco tempo.
La Sala Comune è deserta, tutti sono a lezione.
-Blaise, gra...- inizio a dire, ma mi ritrovo tra le sue braccia. Mi stringe così forte che sembra abbia avuto paura che non mi avrebbe mai più rivista.
Ricambio con la sua stessa intensità.
È da tempo che non ci abbracciavamo e il calore del suo corpo mi mancava, il suo odore mi mancava.
-Sei sempre la solita testa di cazzo tu, se continui così mi uccidi- mormora tra i miei capelli.
Sorrido. -Potrei continuare allora-
Lui si stacca per guardarmi.
-Non puoi immaginare come io mi sia sentito quando ti ha portata via... Quando sei scomparsa dietro il corridoio. Mi sono sentito così impotente. Mentre la Carrow ci scortava verso un'altra lezione però, Pansy l'ha distratta, così mi sono allontanato di soppiatto e ho cominciato a correre verso l'aula di quel... quel coglione- dice, con gli occhi scuri di rabbia. -Poi ti ho vista in lontananza bussare all'ufficio della professoressa McGonagall, e il mio corpo si è fatto subito più leggero- dice, massangiandosi il petto. -Se ti avesse torto un solo capello, io lo avrei ucciso-
Io lo avrei ucciso.
Probabilmente anche io avrei ucciso Carrow se fossi stata più lucida, se la paura non avesse preso il sopravvento.
Io lo avrei ucciso.
Come io farò con Lucius Malfoy.
-Non devi uccidere nessuno allora, perché per fortuna non ha avuto neanche il tempo di toccarmi- mormoro.
-Lo ucciderò comunque-
Sorrido di nuovo. -Grazie-
-Non dirlo-
-Grazie-
-Simpatica- dice, dandomi una piccola spinta.
-Non ero ironica. Ti ringrazio davvero... Per tutto-
-Farei qualunque cosa per te, penso tu l'abbia capito-
Mi si secca un po' la bocca. Faccio un passetto indietro. Le sue attenzioni, il suo amore... Non me li merito. Non posso riceverli. Il mio cuore non è suo.
-No, Em... Non... Non...-
La porta della Sala Comune si apre.
È Draco.
-Sono venuto il prima possibile- dice riferendosi a me, ma guardando Blaise, che cala la testa. -Che succede?- domanda, allarmato.
-Vi... Vi lascio soli... Vado- dice, uscendo dalla Sala Comune.
Si crea un nodo alla gola. Mi dispiace così tanto.
-Amor mio- dice, mettendomi una mano sulla guancia, al che sussulto.
Lui la ritira. -Cos'è successo? È per mio padre? È uno stronzo, lo so, ci ho discusso prima, ma con lui è come parlare con un muro-
-Vederlo... Vederlo mi ha turbata, non te lo nascondo. Come non ti nascondo che lo avrei voluto uccidere dopo avergli rivelato la mia vera identità... Ma fortunatamente sono stata abbastanza lucida e non ho fatto entrambe le cose- mormoro. Le lacrime mi scorrono sulle guance.
-Emma?- mi domanda, avvicinandosi e toccandomi un fianco.
-Carrow-
Spalanca gli occhi, poi mi comincia a scrutare minuziosamente da capo a piedi, focalizzandosi sulla mano, che stringe ancora le due bacchette.
-Ti...Cosa ha ti ha fatto?-
-Ha provato a molestarmi- sussurro.
Sussulta.
-Non mi ha toccata... L'ho steso prima che potesse farlo- continuo, ma la rabbia nei suoi occhi non si attenua.
-È un uomo morto- dice a denti stretti.
-Puoi scommetterci- rispondo, asciugandomi un'altra lacrima. -Per me e tutte le ragazze che hanno dovuto subire atrocità-
-Intendo ora- dice. -Lo uccido ora-. Ha gli occhi neri di rabbia.
-No, ora no- dico, prendendogli una mano. -La situazione si presenterà-
Come si presenterà la situazione in cui ucciderò Malfoy, ma non lo dico.
Lui annuisce, non molto sicuro, mentre con un pollice mi massaggia la mano.
Mi fiondo tra le sue braccia. Così diverse da quelle di Blaise. Si, Blaise è un porto sicuro, ma Draco...
Quando i nostri petti sono vicini i nostri cuori si fondono, creandone uno solo, grande quanto l'amore che sento lui provi per me. E credo anche io per lui.Questi due capitoli sono stati una sfida personale, ho cercato di far trapelare lo stato d'animo di Emma e la sua confusione interiore. Spero di esserci riuscita.
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Emma Weasley
FantasyEd eccomi qui, io, Emma Weasley, sullo sgabello nella Sala Grande con tutti gli occhi puntati addosso dopo l'esclamazione del Cappello Parlante -Serpeverde!-. Era proprio quello che non volevo causare, avere attenzioni su di me, ma in cuor mio so di...