Aria sentì un brivido scorrerle lungo la schiena.
Il modo in cui Kaelen l'aveva guardata quando aveva pronunciato quelle parole — quella voce bassa, roca, piena di promesse e peccati — le aveva fatto dimenticare come si respirava.
"E invece passo ogni maledetto giorno a trovare nuovi modi per toccarti".
Lei aveva trattenuto il fiato, il cuore un tamburo impazzito nel petto.
"E prego di non impazzire abbastanza da prenderti e farti mia davanti a tutti".
Kaelen non scherzava. Lo vedeva nel modo in cui le dita gli sfioravano la schiena scoperta, una carezza distratta ma studiata. Sentiva il calore delle sue mani bruciarle la pelle, anche attraverso i sottili strati di stoffa. La voce le rimbombava nel petto, nella gola, in ogni angolo della mente.
Dèi, lo desiderava così tanto che le faceva male.
Era diventato il desiderio più incontrollabile, più devastante che avesse mai provato.
Kaelen la faceva sentire viva. E al tempo stesso, la faceva sentire sul bordo di un precipizio.
Doveva dire qualcosa. Doveva riprendersi il controllo prima che lui — quel maledetto bastardo — le leggesse negli occhi quanto la stava distruggendo.
Si lasciò sfuggire un sorriso lento, giocoso, che nascondeva a stento la tempesta che le ribolliva dentro.
"Che peccato" mormorò, inclinando appena il viso verso di lui, sfiorando con le labbra il bordo della sua mascella senza toccarlo davvero, "perché io non ho nessuna intenzione di fermarti".
Sentì Kaelen irrigidirsi. Fu un battito di ciglia, un fremito impercettibile, ma lei lo percepì comunque.
Era riuscita a spiazzarlo. A farlo vacillare, anche solo per un istante.
O almeno, così pensò... fino a quando lui non sorrise.
Non un sorriso normale. No.
Un sorriso affamato.
"Stasera" sussurrò lei allora, la voce calda e densa come il miele, "vedremo chi di noi cadrà per primo".
La tensione tra loro era elettrica.
Lui si spinse ancora più vicino e le regalò un sorriso lento, peccaminoso. "Oh, Aria" mormorò, con dolcezza. "Ti farò pregare di farmi cadere, di farmi inginocchiare davanti a te".
Stronzo.
Kaelen rise. Una risata roca, profonda, che le fece vibrare l'anima. "Sei proprio una ragazza cattiva, Ariadne. A cosa stai pensando?".
Lei lo fulminò con lo sguardo, cercando di reprimere l'ondata di calore che la travolse. "Al fatto che ho bisogno di bere, se devo sopportarti per tutta la serata".
Lui rise ancora e la fece volteggiare con grazia nella sala, portandola con sé nella sinfonia del ballo.
Fu una serata magica.
Kaelen era un dannato incantatore, e Aria si stava rendendo conto di quanto fosse pericoloso lasciarsi trascinare da lui.
Non si erano più separati.
Lui era lì. A sfiorarle la schiena con un tocco leggero mentre si avvicinava a parlarle all'orecchio. A trovarla quando si spostava tra le persone, con quello sguardo carico di promesse.
Riusciva a trasformare ogni interazione in un gioco di seduzione silenzioso, fatto di sguardi, sorrisi, battutine velenose.
E Aria gli stava tenendo testa.

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La Sentinella del Gelo
FantasyIn un continente spezzato da faide millenarie, una fragile tregua crolla sotto l'ombra di un nuovo nemico. Ariadne, un'assassina addestrata dal gelido regno di Frosthelm, fugge dal suo passato con un potere che non comprende e un desiderio di vende...