Era un disastro.
Se fosse esistito un premio per la persona più incasinata della città magica, Aria avrebbe vinto a mani basse. Anzi, l'avrebbero incoronata regina e le avrebbero dato uno scettro fatto di scelte sbagliate e decisioni impulsive.
Si lasciò cadere sulla sedia della stanza, passandosi le mani tra i capelli ancora spettinati.
Il bacio. Era stato tutto. Troppo.
Troppo intenso, troppo giusto, troppo perfetto. Si era sentita al sicuro tra le braccia di Kaelen, come se fosse tornata dove avrebbe sempre dovuto stare. Ed era quello il problema, no? Non avrebbe dovuto sentirsi così.
Si prese il viso tra le mani, cercando di ignorare il modo in cui le labbra le formicolavano ancora.
Dopo il bacio si erano separati in maniera frettolosa, imbarazzante, senza riuscire a dire niente di sensato. Lei era tornata nelle sue stanze come se potesse nascondersi da se stessa, mentre Jorah si portava via Kaelen per fargli curare il braccio.
Il braccio che lei aveva rotto.
Fantastico, davvero. Romantico. La migliore dichiarazione d'affetto di sempre.
Ma la verità era che non era solo il bacio a tormentarla. Era il senso di colpa.
Perché Kaelen non sapeva. Non sapeva chi fosse davvero, non sapeva cosa avesse fatto. E mentre lui si stava aprendo con lei, mentre si lasciava andare a un sentimento che neanche lui riusciva più a negare, lei gli stava mentendo con ogni respiro.
Era una vigliacca.
Doveva dirglielo. Doveva dirgli tutto. Ma ogni volta che provava anche solo a immaginare la sua reazione, sentiva un nodo stringerle la gola.
Cosa avrebbe pensato di lei? Cosa avrebbe fatto, quando avrebbe scoperto che la persona con cui aveva combattuto, con cui aveva riso, con cui aveva condiviso notti insonni e battute sarcastiche era in realtà un mostro?
E poi c'era il desiderio. Quello la terrorizzava più di tutto.
Perché lei non desiderava. Non si concedeva il lusso di volere qualcosa per sé. Ogni volta che si era avvicinata a qualcosa di bello, qualcosa che la faceva sentire viva, il destino glielo aveva strappato via. E ora, Kaelen... lui era troppo. Troppo pericoloso, troppo vicino, troppo dentro di lei.
Fece un respiro profondo, cercando di rimettere insieme i pezzi del suo cervello. Non poteva permettersi di perdersi in quelle emozioni, non adesso. Aveva una missione da compiere. Aveva ancora un ultimo passo da fare prima di poter pensare a qualsiasi altra cosa.
Si voltò verso lo specchio, osservandosi. Aveva accelerato la crescita dei capelli per farli tornare lunghi e bianchi, ma la vista la disgustava. Preferiva la Aria con il caschetto scuro, con il sorriso sulle labbra e la voglia di essere migliore.
Ma doveva concentrarsi. Doveva ricordare chi era e perché era lì.
Avrebbe portato a termine la missione, e poi avrebbe detto tutta la verità a Kaelen.
Poi, se lui fosse rimasto al suo fianco, si sarebbe concessa di vivere quei sentimenti che la stavano divorando dall'interno.
Era giusto così.
Doveva mettere una fine al suo passato, per potersi concedere un futuro.
Un futuro in cui Kaelen sapeva tutto e decideva comunque di stare al suo fianco.
Era impossibile, lo sapeva, ma ci avrebbe provato.
Avrebbe lottato con tutta se stessa per sopravvivere nella sua impresa e tornare da lui.

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La Sentinella del Gelo
FantasyIn un continente spezzato da faide millenarie, una fragile tregua crolla sotto l'ombra di un nuovo nemico. Ariadne, un'assassina addestrata dal gelido regno di Frosthelm, fugge dal suo passato con un potere che non comprende e un desiderio di vende...