CAPITOLO 25

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🎶NIALL
"No, non guardarmi dentro muoio, io muoio, io muoio
Se avrai bisogno, si, tu scrivimi, scrivimi, scrivimi
Stringimi il braccio e dopo vivimi, vivimi, vivimi"
-Ultimo, solo

Sono passati tre giorni. Tre giorni dalla scomparsa di Sara... che poi, in realtà, non è scomparsa.

Ieri ho sentito Mia, mi ha detto che Sara si è fatta sentire ed è a casa di una sua amica fuori Roma. Dice che aveva bisogno di uscire un po' dalla realtà, di stare da sola e di pensare a sé stessa.

Poi mi ha detto anche che si è fatta sentire da sua madre e dagli altri. L'unica persona che non l'ha sentita sono io... e non perché non voglio, ma perché è lei a non volerlo.

Mi blocca alle chiamate, non risponde ai miei messaggi e mi ignora completamente. Quindi ho smesso di scriverle, non voglio torturarla. È giusto che abbia il suo tempo.

Dopo le parole di sua madre mi sono sentito più in colpa di prima. Quelle accuse... come se già non me ne facessi abbastanza di colpe. Adesso passo per il carnefice della storia, per quello cattivo.
Ed è sempre così che va a finire.

Lei non doveva venire al concerto quella sera.

Ho un vuoto dentro incolmabile. Sono tre giorni in cui mi isolo, a casa o in studio, penso solo alla musica. Scrivo su un foglio di carta i miei pensieri che... chissà, forse un giorno diventeranno canzoni. La musica è il mio unico rifugio dal mondo esterno.

Sono sempre stato un tipo ribelle, soprattutto quando andavo a scuola.
"È bravo, ma non si applica", le classiche frasi.
Oppure: "Ricci, ma dove tieni la testa? Ascolta la lezione". Quando, in realtà, pensavo solo a una vita migliore e ai miei sogni.

Sono sempre stato identificato come un viziato, quando in realtà volevo solo realizzare a tutti i costi i miei sogni. Io ho sempre voluto fare musica. Non ero viziato, ero solo determinato.
Perché distruggere i sogni? Sono l'unica cosa pura che resta nel mondo.

Poi a scuola c'era il bullismo... non andavo bene, anzi facevo proprio schifo. Quindi i classici ragazzetti che ti prendono di mira e ti fanno sentire inferiore a loro. Ma tu non sei un voto.

Oppure tutte le classiche frasi e insulti che mi facevano solo perché da piccolo ero un po' più grasso. Che nervi a pensarci...

Ho sempre avuto un problema con il mondo.
O forse è sempre stato il mondo ad avere un problema con me.

Mi sono sempre sentito escluso da un gruppo, mai abbastanza per niente.

Tutta la rabbia repressa che ho accumulato, ad oggi c'è ancora, e quando gli attacchi di rabbia prendono il sopravvento, stento a riconoscermi.

Sono bipolare, solitario e schivo. Voglio sempre di più e non mi accontento mai. Nella mia testa non c'è mai pace, ci sono solo temporali.
Così come nel mio cuore... spezzato e ricucito.

Io lo so come ci si sente a non essere capiti, compresi. So come ci si sente a non sentirsi abbastanza per niente o per nessuno. So come ci si sente a vedere i propri sogni spezzarsi davanti agli occhi.

So cosa si prova quando tutti ti puntano il dito contro, e sembra che la colpa sia sempre e solo la tua. E soprattutto capisco quando la paura ti fa sentire male e diventa la tua peggior nemica.

O quando l'ansia non ti fa dormire la notte. Io so cosa significa. So cosa significa la paura di non riuscire a realizzare un sogno. So cosa significa la solitudine. Ma questa ho imparato a capirla e ad accettarla.

Adesso vorrei solo conoscere l'amore... chissà se esiste l'amore. Cerco solo l'amore...

E non esiste la donna perfetta. Me ne basta una che valga per mille altre. Una che sappia amarmi e capirmi. Una donna che mi supporti, da considerare la mia prima fan, dopo mamma.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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