Freddo. Confusione. Dolore.
Furono essenzialmente queste tre sensazioni che mi accolsero al mio risveglio, ancora intontita per ragioni che al tempo ignoravo. Ricordo che feci tremendamente fatica ad aprire gli occhi per potermi guardare intorno, non solo a causa delle continue luci che mi facevano male agli occhi, ma anche a causa di un assordante rumore di sottofondo che non aiutava di certo a farmi passare quell'odioso mal di testa che continuava a darmi dei capogiri. Mi alzai a fatica dal freddo pavimento di metallo e andando a tentoni, posai le mani su quelle grezze scatole di legno, sforzandomi, riuscì rapidamente a leggere cosa ci fosse scritto: WCKD, ma non era un nome che si era rivelato familiare, non faceva trillare alcun campanello nella mia mente.
Al tempo ignoravo ogni legame o collegamento con quell'entità, non sapevo di cosa si trattasse o tanto meno che cosa facesse. Mi accorsi di trovarmi in un vecchio ascensore di metallo solo una volta che riuscì ad acquistare nuovamente il mio equilibrio, nonostante sentivo le gambe capaci di cedere sotto il mio peso da un momento all'altro. Lo sguardo si abbassò inevitabilmente verso la ruggine che decorava le assi di metallo tra di loro, donando alla "scatola" qualche sfumatura diversa dal solito grigio scuro.
Nei miei timpani rimbombava con forza un rumore stridulo, violento, causato dai bordi quell'affare che con forza graffiavano la muratura di cemento, probabilmente, non ne ero certa a causa della vista poco nitida. Quel movimento incessante non mi aiutava di certo a concentrami, veno mossa con violenza da una parte all'altra della piccola stanza contro la mia stessa volontà, ma in quei momenti mi trovavo priva di qualsiasi forza per poter rispondere con semplici azioni alla situazione che lentamente sembrava degenerare.
Alla fine, le mie gambe cedettero, contro il mio desiderio le ginocchia si piegarono e ancora una volta mi trovai seduta sulla fredda pavimentazione di metallo. Incapace di rimanere ancora una volta inerme e priva di forza di volontà, socchiusi debolmente le palpebre per mettere ben a fuoco la mia vista, alla ricerca di qualche indizio sul motivo per i quali fossi lì, sola, chiusa in una gabba e lanciata ad altissimo movimento.
Ero spaventata, il terrore dell'ignoto a volte è capace di fare brutti scherzi, per questo mi era sembrato sensato aggrapparsi con forza contro la rete metallica e tentare di agitarla, come se la mia forza potesse essere sufficiente per scardinare quel lato dell'ascensore e così fuggire verso chissà dove, in un posto lontano d quello, dove nessuna brutta sensazione poteva raggiungermi.
Solo in quel momento mi accorsi di non ricordarmi di nulla, quando tentai di pensare ad un posto felice, non mi venne nulla in mente, solo un luogo desolato, spoglio di qualsiasi particolare piacevole alla memoria. Nulla di nulla. Vuoto. Di quello che era la mia vita precedente non avevo ricordo, in mente avevo solo un nome: Alexandra, ma non ebbi il tempo di domandarmi se fosse effettivamente il mio o fosse di una persona che avrei dovuto cercare una volta arrivata.
Con le punta delle dita rosse per il freddo e le nocche ferite, nonostante mi facesse male, mi aggrappai con forza alla rete metalli, sfruttando quegli ampi rombi tra un filo e l'altro come punti saldi dove esercitare quella poca energia che mi era rimasta, ma anche quella volta non andò a buon fine, tanto che mi trovai in ginocchio per una seconda volta.
Incomincia a tremare, non ricordo se per la temperatura gelida o per lo shock della situazione che stavo vivendo, infatti era fin troppo surreale per essere vera. Bollenti lacrime mi solcarono il volto, scavando profondi solchi, cariche di ogni mia emozione, tremante e stordita, mi abbandonai alla stanchezza, cedendo finalmente al suo desiderio. Chiusi gli occhi, tentai di prendere profondi respiri, ma tra gli innumerevoli e fallimentari tentativi trovai una via migliore per sfuggire alla paura: il sonno, per questo mi addormentai, stanchezza e paura mi fecero un brutto scherzo, quel giorno.
Il pensiero di essere del tutto sola e diretta chissà dove mi aveva privato di ogni goccia d'energia rimasta.
( Edit: 19/07/2019 )
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"W.I.C.K.E.D. is good..."
FanfictionCopertina by: @lipsasblossom Si dice che dopo Teresa, nonostante il messaggio, giunse un'altra ragazza, avvolta da un candido velo di mistero. Ineluttabile l'innesco di alcuni avvenimenti a causa del suo arrivo, Alexandra si troverà a far fronte a...