𝓖𝓪𝓵𝓵𝔂?

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Non impiegai molto tempo nel finire di mangiare, o meglio, mi fermai a metà, avevo perso l'appetito da diverso tempo, ma mi ostinai a mettere qualcosa nello stomaco per evitare di trovarmi senza energie per il giorno dopo, dato che saremmo stati costretti a tornare ancora una volta nel Labirinto, provando a comprendere cosa avesse fatto scattare quel meccanismo e soprattutto il perché.

Rimasi sola quel pomeriggio, sia Thomas che Chuck erano stati costretti a tornare ai loro ruoli, infatti Chuck era stato costretto ad aiutare Frypan a ripulire la cucina, promessa fatta per assicurarsi che tenesse da parte un po' di cibo sia per me che per Thomas, mentre quest'ultimo era stato richiamato da Minho nel rendere più dettagliata la mappa che aveva tracciato.

Vagai senza meta per un bel po', il mio istinto primario era quello di andare da Newt, parlare con lui e confrontarmi, comprendere il motivo dietro le sue azioni e, se ci fossi riuscita, tentare di trovare una soluzione consona all'ambiente e che non faccia soffrire nessuno dei due, ma non ebbi mai il coraggio, il timore era anche fin troppo, poiché la mia mente non riusciva a sfuggire dalla morsa dell'idea che, se avessi tentato di parlargli, mi avrebbe allontanata sempre di più o avrebbe reciso qualsiasi tipo di legame avessimo, facendomi vivere miseramente i giorni seguenti. Confidavo nel fatto che Newt non fosse una persona simile, ma a volte si è costretti al cambiamento.

<< Che ci fai qua tutta sola? Per caso tu e il tuo fidanzatino, Newt, avete avuto una lite tra innamorati? >>

La voce di Gally, in quel momento, fu come una freccia inaspettata che ti trafigge il petto a tua insaputa. Era evidentemente ironico, il tono era troppo tranquillo perché quella domanda fosse posta con serietà. Sollevai lo sguardo e mi soffermai ad osservare il volto altrui: un sorrisetto strafottente, impudente gli curvava le labbra ed entrambe le sopracciglia erano sollevate.

Tacque, sperando in una mia risposta o azione, cosa che ottenne senza alcuna difficoltà, ero emotivamente e fisicamente stanca.

<< E se anche fosse? Che cosa vuoi da me? Non hai niente da fare e hai deciso di prendertela con me? Fai pure, vedi come la cosa mi interessa, tanto non mi importa... Non mi importa più di niente, ora! >>

Non riuscì a trattenere le lacrime, permisi loro di rigarmi il volto, paonazzo per la risposta pronunciata a denti stretti. Gli occhi mi pungevano e facevo un'incredibile fatica a mantenere un'espressione calma e composta in una situazione simile, quindi permisi alla mia voce di spezzarsi, al mio sorriso di sparire, ai miei occhi di divenire lucidi.

<< H-Hey! Non piangere... Non volvevo-, Stavo solo scherzando... >>

Ripensandoci ora, sarei dovuta scoppiare a ridere a causa della sua poca conoscenza della sfera femminile, di quanto fosse goffo nel muoversi con me e soprattutto per tutti i problemi che si fece, temendo che potessi giudicarlo malamente e allontanarlo da me. Tentò di abbracciarmi, come una costruzione puramente meccanica tese entrambe le braccia in avanti e le strinse per bene intorno a me, erano effettivamente troppo strette, quella presa sembrava quasi un tentativo di mettermi fuori gioco, ma apprezzai, nonostante tutto, il suo fallimentare tentativo. Non potei ignorare come i battiti cardiaci erano improvvisamente aumentati, cosa che, inevitabilmente, mi fece sorridere debolmente.

<< Mi dispiace, d'accordo? Non volevo farti sentire così... E poi credo che tu interessi un po' a tutti qui dentro, mentre Teresa è inavvicinabile, tu... Tu sei molto più umana, ecco. >>

Mi lasciò andare ed entrambi indietreggiammo.

<< Grazie comunque, Gally... >>

Lui scosse il capo.

<< Nessun problema, figurati... Anzi, se non vuoi rimanere sola, puoi sempre venire con me? Credo che anche agli altri ragazzi possa far piacere passare un po' di tempo... Sai, con una ragazza. >>

Risi, forse per la prima volta da quando ero lì. Mi sentii più leggera, più tranquilla, quindi annuì e lo segui senza remore. Approfittai del resto della giornata per conoscere meglio i Battimattone, erano dei ragazzi estremamente simpatici, semplici nel loro essere e molto, molto gentili, un paradosso in confronto all'esercizio della loro forza bruta nel costruire case e altro.

Non mi accorsi, però, di come ogni mio movimenti non passasse inosservato, qualcuno da lontano si era fermato nell'osservare cosa facendo. Newt irrigidì la mandibola e assottigliò il taglio degli occhi, infatti se uno sguardo potesse uccidere un uomo, sarei stata circondata da cadaveri, in quel momento, o almeno questo fu quello che mi disse Teresa.


(Edit: 20/07/2019)




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