𝓘𝓵 𝓜𝓮𝓼𝓼𝓪𝓰𝓰𝓲𝓸 𝓭𝓲 𝓐𝓿𝓪 𝓟𝓪𝓲𝓰𝓮

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Il primo a varcare la soglia fu Thomas, fu lui a spingere con titubanza la porta d'acciaio e rivelare uno scenario distopico, una visione che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di vedere e mai sarebbe stato capace di tollerare. Le pareti di quella stanzetta iniziale erano macchiate in diversi punti dal sangue rappreso di un paio di scienziati che giacevano a terra, accasciati ed evidentemente morti. Una sirena arancione continua a suonare ad emanare luce con intermittenze regolai, probabilmente installa per avvertire le persone lì presenti di un eventuale guasto o di una falla nel sistema. Procedemmo a passi lenti e guardandoci intorno, increduli di quello a cui stavamo assistendo.

Involontariamente, come se fosse il gesto più naturale del mondo, tesi la mano, nella speranza che Newt potesse afferrarla, cosa che fece, intrecciò le sue dita con le mie e finalmente, mi sentii capace di poter tirare un sospiro di sollievo, precoce. Potei percepire come le sue ruvide mani fredde, lievemente umide a causa del sudore, fossero in cerca di una fonte di calore, di qualcosa che lo potesse aiutare a distendere i muscoli e a calmarlo, infatti trovò me.

<< Cosa è successo qui? >>

Ci addentrammo sempre di più in quel laboratorio ormai distrutto. Schermi infranti da proiettili, fogli sparsi a terra macchiati di sangue, scienziati e dottori accasciati al suolo in una pozza di sangue, soldati vestiti di nero e ancora armati, furono una serie di cose che ci stupirono. Newt ed io ci avvicinammo ad una serie di schermi, ancora miracolosamente rimasti intatti, sebbene occasionalmente le immagini sparissero e riapparissero con qualche piccolo ronzio.

<< Quindi ci guardavano veramente. Tutto questo tempo... >>

Mi venne da piangere. Tutto ciò stava a significare che ogni qual volta un ragazzo morisse, ne inviavano un altro, in modo tale che il loro esperimento andasse avanti, come se fossimo effettivamente solo delle cavie di laboratorio, cose senza sentimenti di cui si è stata già decisa la vita e quanto violenta sarà la loro morte. Il solo pensiero di essere stata fautrice di tutto quello mi causò un conato di vomito che per poco trattenni, posandomi rapidamente una mano sulle labbra.

<< Salve! >>

Una voce familiare ci fece immobilizzare tutti. Su uno degli schermi più grandi era apparsa la stessa donna dei miei ricordi, aveva le stesse movenze e lo stesso portamento di quella volta, nulla sembrava essere mutato, erano presenti solo alcune rughe in più che le solcavano il volto, per il resto, quel sorriso glaciale era ancora lì, in tutta la sua freddezza.

<< Sono la Dottoressa Ava Paige, sono la direttrice della World In Catastrophe: Killzone Experiment Department, meglio nota come W.I.C.K.E.D. ... Se state guardando questo video, vuol dire che avete completato con successo la prova del Labirinto. Vorrei essere lì con voi per potermi congratulare di persona, ma le circostante, purtroppo, hanno voluto il contrario. >>

Non dimenticai come sullo sfondo era possibile intravedere diversi ricercatori che, con estrema fretta, si muovevano da una parte all'altra del laboratorio, portando via quanti più oggetti le loro braccia e le loro forze permettevano.

<< Sono sicura che a questo punto sarete tutti molto confusi, arrabbiati, spaventati... Ma io posso solo assicurarvi che tutto quello che vi è successo, tutto quello a cui vi abbiamo sottoposto, è stato fatto per una ragione... >>

Strinsi la mano a Newt, forse in cerca di conforto, forse per evitare di piangere oppure per evitare di scagliarmi contro la donna che mi aveva fatto tutto questo. Rimasi incredula ad osservare quel messaggio. Era evidente il mio tremore causato da un irrefrenabile bisogno di sfogare la mia rabbia, ma Newt mi aiutò a superare quella situazione, infatti, con la massima delicatezza mi poso un bacio leggero sulla tempia, per poi stringermi a lui in una presa salda, ma che allo stesso tempo mi riempì il cuore di conforto.

<< Voi non lo ricorderete, ma il sole ha carbonizzato il nostro mondo... Miliardi di uomini sono stati uccisi dal fuoco, dalla fame e delle situazioni estreme in cui versavamo, era uno scenario apocalittico... E quello che è venuto dopo era ancora peggio... L'abbiamo chiamato l'"Eruzione", un virus mortale che attacca il cervello, è violento, imprevedibile, incurabile... O almeno così pensavamo. Nel corso del tempo è nata una nuova generazione in grado di sopravvivere al virus, improvvisamente c'era motivo di sperare che esistesse una cura, ma trovarla non è stato facile... I più giovani hanno dovuto essere testati, o addirittura sacrificati in ambienti ostili dove la loro attività celebrale poteva essere studiata... >>

Allora compresi l'improvviso abbandono di mia madre, perché aveva deciso di fuggire da me e da mio padre senza dirci nulla, perché improvvisamente era svanita tra le dune di sabbia del deserto nel quale vivevamo. Era stata infettata e preferì piuttosto morire che vedere sua figlia sacrificarsi per una cura che, con il corso del tempo, non si sarebbe mai saputo quando sarebbe potuta essere pronta.

<< Tutto questo per scoprire che cosa li rendesse così diversi, cosa rende voi così diversi... Forse non lo avete ancora capito, ma siete molto importati. Sfortunatamente, le vostre prove sono appena iniziate. Come scoprirete molto presto, non tutti approvano i nostri metodi, i progressi sono lenti, la gente ha paura, potrebbe essere troppo tardi per noi, per me, ma non per voi... Spero che tra voi ci sia anche Sophia, o Alex, come era solita farsi chiamare. Se sei qui, spero che tu possa comprendere la mia scelta e accettarla come un puro gesto d'affetto nei confronti dell'ultimo membro della mia famiglia sopravvissuto al virus. Sei una ragazza sveglia, riuscirai senz'altro a succedere. Il mondo esterno vi aspetta, ma ricordate... W.I.C.K.E.D. è Buono... >>

Mi voltai di scatto. Uno sparò risuonò per le casse del computer ed improvvisamente la riproduzione del video cessò. Incominciai a piangere, a singhiozzare, incurante di poter essere udita dagli altri. Newt mi strinse in un abbraccio, avvolse rapidamente le braccia intorno alla mia figura tremante e mi poso un bacio delicato sulla fronte. Ricordai di aver nascosto il mio volto nell'incavo del suo collo, non potei dimenticare quell'odore, non era di certo un profumo, ma era qualcosa che mi faceva sentire al sicuro, qualcosa che, percepito, ti fa comprendere di essere al sicuro, di essere a casa.

La sirena cessò il suo rumore assordate ed una porta si aprì, dandoci la possibilità di affacciarsi su un lungo corridoio privo di luci.

<< È finita? >>

Chiese Chuck.

<< Diceva che eravamo importanti... Che cosa dovremmo fare ora? >>

Newt, come tutti noi, era incerto sul da farsi.

<< Non lo so, ma usciamo di qui.>>

<< No! >>

<< Gally? >>

Domandò incuriosito Thomas, che tentò di compiere qualche passi in avanti, ma venne prontamente fermato da Teresa, che lo ammonì.

<< Non avvicinarti. È stato punto... >>


(Edit: 21/07/2019)



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