Non impiegai molto tempo nello scendere quella lunga scalinata, sebbene temessi che ad ogni passo, a causa di quei continui scricchiolii causati dal legno secco, i gradini potessero cedere sotto il mio peso, nonostante non fosse molto. Probabilmente era fin troppo assorto da quella conversazione che non si accorse del mio arrivo. Continuava a gesticolare furiosamente, dando vita così ad un'immagine completamente opposta a quella che mi mostrò quella stessa mattinata.
Solo Newt mi notò con la coda dell'occhio, tanto che mi rivolse un sorriso cordiale, gentile, di breve durata, però, dato che fu costretto a portare ancora una volta tutte le sue attenzioni sulla figura di Alby, più bassa della sua, ma rispettivamente più robusto. La scena poteva essere anche comicamente, come quella di una madre che ascolta con estrema attenzione e amore tutte le lamentele del proprio figlio, affinché questo possa stare meglio, se solo la situazione non fosse stata così tragica come tutti ben sapevano.
<< Dai, Alby... Calmati, non serve a nulla arrabbiarsi in questo modo. >>
Alby scatto rapidamente da dove si trovava, afferrando il colletto della maglia di Newt e strattonarlo in avanti. Un gesto decisamente aggressivo causato da una sicurezza che, come una vecchia armatura, stava cadendo in favore di una ritrovata paura, un timore ancestrale che era ciò che ci teneva in vita: il terrore di morire.
<< Newt, Ascoltami bene... Come caspio posso stare calmo!? I velocisti, uno dopo l'altro, si stanno ritirando dai loro incarichi, hanno più paura del labirinto di quanto non ne avessero già... Gli unici rimasti sono Minho e Thomas, in due non possono setacciare tutte le zone che si aprono in una giornata... Mi sembra di essere tornato all'inizio di tutto. >>
Quella situazione mi metteva sotto pressione, ignoravo come avrebbero potuto reagire alla mia proposta, soprattutto quando entrambi erano di pessimo umore a causa della Radura che, a quanto apre, stava incominciando a cadere a pezzi, inesorabilmente si smantellava, si sgretolava sotto i loro occhi impotenti.
<< Voglio... Voglio diventare Velocista. >>
Solamente in quel momento Alby sembrava essersi accorto della mia presenza, tanto che lentamente si allontanò da Newt per avvicinarsi, con estrema lentezza, verso di me. Spostai rapidamente lo sguardo su Newt, che sembrava essere sbiancato nel giro di qualche istante, infatti la perdita del colorito mi permetteva di notare come due profonde occhiaie scure si stagliavano sotto le iridi nocciola del ragazzo. Mi sentii in colpa di quelle parole, non capendone nemmeno il motivo, eppure mi bastò osservare il suo volto per notare quanto questo lo avesse ferito, quanto questa mia richiesta potesse essere assurda e allo stesso tempo spiazzante. Sentì un tuffo al cuore, un dolore nel vederlo con un'espressione tradita in volto che quasi non rimangiai le mie parole. Quasi.
<< Che caspio le hai detto?! >>
Thomas, che aveva raggiunto il mio fiancò, si trovò immediatamente aggredito da quelle parole aggressive.
<< Nulla! Le ho detto che il Labirinto è pericoloso, ma è testarda! >>
Era evidente che tra i tre non scorresse esattamente un buon sangue, almeno tra Alby e Thomas, nonostante sembrassero abbastanza uniti in amicizia, non mi era sfuggito che qualcosa stava lentamente mutando: il timore di Alby mi sembrava, a quel tempo, immotivato e anche sciocco. Mai peccai così tanto di presunzione.
<< Non è colpa di Thomas, ma mia, se ci tieni a puntare un dito contro qualcuno... Voglio aiutarvi, credo che se rimarrò qui un altro secondo potrei divenire pazza, voglio uscire da qui e se questo implica andare nel labirinto, beh... Allora ci andrò! Sono piccola, sono leggera, ho molte più possibilità di voi di poter trovare qualche indizio in più per uscire di qui! Non conosco la zona e ogni cosa mi sembrerà nota, ciò vuol dire che nulla mi passerà sotto gli occhi senza che prima io non mi sia accertata di cosa si tratti. >>
Gli angoli della bocca di Newt erano inclinati verso il basso e un'espressione di pura preoccupazione si univa in un'unica danza ad una di totale fastidio, come se ogni mia parola fosse causa di un dolore profondo, come se temesse che io possa pronunciare altro in merito a quella situazione.
<< Male che va... Meglio fallire provando, che non provarci affatto. >>
<< E sia! Vai a parlare con Minho, vedi se riesci a convincerlo... Non so quanto tu resisterai là dentro, ma ricorda, ad ogni scelta corrisponde una conseguenza. Thomas, portala alle stanza delle Mappe. >>
Alby non sprecò altro tempo con quel mio desiderio di morte, era evidentemente stanco sia emotivamente che fisicamente di quello che stava accadendo, per questo si allontanò a passo pesante e rapido da dove eravamo, svanendo dunque tra gli altri Raduari. Thomas non proferì parola, mi fece cenno di seguirlo e io così feci, o almeno ci provai.
Newt mi aveva saldamente afferrato il polso con una velocità impressionante, costringendomi così a fermarmi. Gli occhi erano lucidi, sembrava che a stento si stesse trattenendo dal farsi sfuggire qualche lacrima, un'espressione cupa gli modificava drasticamente i tratti del viso. Sembra ferito dalle mie azioni.
<<Perché lo hai fatto? Dimmi... Alex... Perché? >>
<< Voglio uscire di qui, voglio aiutare... >>
Mi fermai per qualche istante, quanto bastava per prendere un minimo di coraggio.
<< Voglio aiutarti. >>
<< D'accordo. >> Mi lasciò andare, << Ma se cambi idea, sai dove trovarmi. Ti aiuterò ad ambientarti prima che tu possa uscire dalla Radura, ti farò sentire a casa... Al sicuro. >>
Entrambi, senza saperlo, avevamo un'espressione malinconica sul volto, vessillo di quanto già tenessimo l'uno all'altra senza ancora saperne il motivo.
(Edit: 19/07/2019)
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"W.I.C.K.E.D. is good..."
FanfictionCopertina by: @lipsasblossom Si dice che dopo Teresa, nonostante il messaggio, giunse un'altra ragazza, avvolta da un candido velo di mistero. Ineluttabile l'innesco di alcuni avvenimenti a causa del suo arrivo, Alexandra si troverà a far fronte a...