<< Non possiamo andare via... >>
Insistette Gally, il suo respiro era affannato e delle lacrime gli avevano rigato il volto, divenuto paonazzo, probabilmente a causa dello sforzo e della fatica. Dal collo era possibile intravedere come delle vene nere violacee raggiungessero la mandibola ed i duri lineamenti di volto. Un Dolente lo aveva evidentemente punto, altrimenti non si spiegava come in mano avesse una chiave differente dalla nostra, ma funzionante allo stesso modo, probabilmente era riuscito ad aprire un altro portellone e a giungere nella nostra stessa zona, solo che noi avevamo avuto il numero dalla nostra parte e la consapevolezza di cosa ci attendesse.
Era in preda ad uno stadio iniziale di convulsioni, violente contrazioni involontarie di alcuni muscoli, in questo caso era incominciato dal petto ed aveva raggiunto, senza alcun impedimento, la mano che sorreggeva una pistola, ancora carica.
Thomas tese appena entrambe le mani in avanti, una movenza cauta per evitare di alterare ulteriormente l'emotività di Gally.
<< Ma non capisci? Ce l'abbiamo fatta, siamo liberi. >>
<< Liberi? >> ribatté Gally, lasciandosi sfuggire un sospiro tremante dalle labbra, <<Credi di essere libero lì fuori? No. >> agitò sconsolato il capo, singhiozzando, <No. Non si può scappare da questo posto.
Con straziante lentezza, Gally sollevò la pistola e la puntò contro Thomas. Tutti provammo lentamente ad indietreggiare e Thomas, lentamente, si fece avanti, tenendo le mani ben in vista, un gesto per rassicurare lo stesso Gally.
<< Ascoltami bene... Ora non sei abbastanza lucido, ma devi fidarti di noi, possiamo aiutarti, solo... Metti giù la pistola, Gally. >>
L'altro non smise mai di singhiozzare, la mano tremava e quella pistola cambiava repentinamente posizione, rendendoci impossibile comprendere dove sarebbe potuto finire il proiettile, una volta che fosse stato premuto il grilletto.
<< Dov'è il Gally con cui scherzavo? Dov'è ora quel Gally che mi ha aiutata... Non sei in te, devi credermi e soprattutto devi fidarti di me, quella pistola non ci aiuterà e ne ti poterà da nessuna parte... Ti prego. >>
Non volevo perderlo in quel modo. Non avrei mai desiderato che finisse in quel modo, per questo mi feci avanti, posizionandomi davanti a Newt, così che fosse protetto da un ipotetico proiettile vagante. Ricordo che pensai se quella fosse veramente la nostra fine, se dopo tutta quella fatica fossimo destinati veramente a fallire miseramente e rimpiangere l'uscita dal labirinto. In effetti era un luogo tranquillo dove ognuno poteva vivere senza alcun problema e senza preoccuparsi del mondo esterno, invece, quella scelta che facemmo, non solo ci arrecò un grande dolore, ma anche enormi responsabilità.
<< Io appartengo al Labirinto... >>
Sussurrò Gally con voce rotta. Mi morsi il labbro, a causa del forte stress, tanto che non mi fu difficile percepire un retrogusto ferroso giungermi sulla lingua in brevissimo tempo.
<< Metti giù la pistola... >>
Thomas era evidentemente disperato, il respiro era irregolare e la voce tremante.
<< Non tutti apparteniamo lì... >>
E il grilletto venne premuto. Con improvvisa velocità, Minho fu in grado di scagliare con estrema forza una delle poche lance che erano rimaste, centrando nel petto Gally. Nessuno di noi, però, si era accorto come Chuck si fosse posto tra Thomas ed il proiettile, nel tentativo disperato di salvare il suo migliore amico.
<< Thomas... >>
Tutti noi ci voltammo e fu impossibile non notare una chiazza di sangue sorgere all'altezza del petto. Chuck si lasciò cadere in avanti e Thomas fu abbastanza veloce da prenderlo al volo, aiutandolo così a distendersi sul suolo ricoperto da vetri.
Incominciai a piangere. Un forte dolore si era espanso al centro del mio petto, come se fossi stata io stessa a ricevere un proiettile. Un dolore lancinante capace di togliermi il poco fiato che mi era rimasta. Fu un dolore atroce da sopportare, tanto che mi parve di morire anch'io in quell'esatto istante.
<< Guardami, Guardami... Chuck! Oh, merda, merda! Tieni duro, stai tranquillo, ci sono io con te. >>
<< T-Tranquillo... >>
Ansimò debolmente Chuck. Era evidente come le forse lo stessero lentamente abbandonando e non potevamo fare nulla, eravamo impotenti dinanzi ad una cosa simile.
<< Thomas... Thomas... >>
Debolmente tese all'altro una piccola statuetta rudemente incisa, dono che Thomas non poté non accettare e si trovò a stringere con forza la mano del piccolo amico.
<<Prendila, per favore... >>
<< N-No, gliela darai tu, Chuck, te l'ho promesso... >>
<< G-Grazie... Grazie... >>
Furono queste le ultime parole che udì provenire dalle labbra di Chuck. Poi espirò. Scoppiammo tutti a piangere. Thomas era in preda alla disperazione, pura e semplice, così nella sua silente quiete si era impossessato di lui. Mi strinsi a Newt e lui si strinse a me, incapaci di trovare conforto in ciò che ci circondava, socchiudendo gli occhi tentammo, in qualche modo, di poter porre un rimedio al dolore che ci attanagliava, ma nulla fu capace di farci guarire da quella perdita.
Chuck era morto e noi non fummo capaci di salvarlo.
(Edit: 21/07/2019)
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"W.I.C.K.E.D. is good..."
FanfictionCopertina by: @lipsasblossom Si dice che dopo Teresa, nonostante il messaggio, giunse un'altra ragazza, avvolta da un candido velo di mistero. Ineluttabile l'innesco di alcuni avvenimenti a causa del suo arrivo, Alexandra si troverà a far fronte a...