𝓘𝓵 𝓟𝓲𝓪𝓷𝓸

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Era un buon piano il nostro, altamente rischioso che non andò esattamente come aveva sperato, ottenemmo un risultato positivo, ma avremmo indubbiamente preferito un metodo molto più tranquillo che richiedesse un uso limitato di lame, grida e minacce. Imparai ben presto che non è possibile ottenere tutto ciò che si desidera, spesso è necessario rinunciare a qualcosa o qualcuno per il benessere generale.

Thomas, fin da piccino, che se lo ricordasse o meno, era sempre stato un'abile attore e un oratore degno di nota, capace di ingannare anche la milizia della W.I.C.K.E.D. e di persuaderla ad aiutarlo, anche se si trattava nel mangiare semplicemente qualche caramella in più oppure ottenere un paio di ore di sonno durante il pomeriggio. Il suo compito era fingersi ancora privo di sensi e con la mutazione ancora in atto, quindi privo di forze o della capacità di ribellarsi: una preda facile e, di conseguenza, sottovalutata. Nel frattempo che Thomas li teneva occupati, Chuck, Minho e Newt avevano il compito di fare una scorta di cibo, armi e medicine, lo stretto indispensabile. Teresa ed io dovevamo, in qualche modo, tenerli occupati il più possibile, immedesimandoci nel ruolo più classico attribuito alle donne secondo lo stereotipo: damigelle in pericolo.

Non avevamo calcolato che, quel tenero bacio che ci eravamo scambiati io e Newt prima che mettessimo in moto il nostro piano, avesse avuto uno spettatore indesiderato. Gally non riuscì mai prendere Newt in simpatia, ma quella, a quanto pare, fu la goccia che fece traboccare il vaso e che causo un rapido cambiamento nelle nostre decisioni.

Il tempo ci si oppose, non riuscimmo mai a prepararci in tempo su cosa dire o cosa fare, come muoverci per esattezza affinché tutto andasse per il meglio perché, con pura forza bruta e un impeto deciso, Gally aprì con un solo movimento rapido la porta di quella cella semi-sotterranea. Accompagnato da altri tre ragazzi, scese con rapidità dentro la cella e avvinandosi a me, mi prese per un braccio con forza. La sua presa era estremamente salda, mi era impossibile divincolarmi anche se un lieve strato di sudore lo ricoprisse, semplicemente non avevo alcuna via di scampo per poter tentare di avvertire gli altri, quindi fui costretta a far finta di nulla, intimorita da quel suo comportamento.

<< E quindi la principessina se la faceva veramente con il Vice... Mh? Ora ti faccio vedere cosa accade a chi mente, a chi non è leale con i Raduari, ma vuole ottenere favoritismi per un semplice tornaconto personale. >>

Quella freddezza nella voce mi sembrò surreale, come se non gli appartenesse. Non compresi come fu capace di arrivare sino a tanto, come mai avesse deciso di afferrarmi con tale forza e trascinarmi di peso all'esterno di quella cella. So solo che venni profondamente ferita da come avesse pronunciato quella frase: ogni parola era simile ad un pugnale intriso di veleno e conficcato con forza nella carne. Un dolore lancinante nacque spontaneamente al centro del mio petto e nonostante provassi a sfuggire da lui, non potevo, mi teneva sollevata a un palmo da terra e per quanto tentassi di ondeggiare, per sfuggirli, compresi ben presto che quella era la mossa più azzardata da fare.

Scaricati con forza dinanzi le porte del Labirinto, ancora aperte per la sera prima, Gally mi guardò fisso negli occhi e sospiro, agitando sconsolato il capo.

<< Questo è uno spreco... >>

E non rispose alle parole di Clint o Jeff che sottolineavano come magari Thomas avesse potuto aiutarci a tornare a casa. Sorrisi debolmente alle loro parole e abbassai il capo. Mi sarebbe piaciuto riassicurali che sarebbe stato così, che avremmo potuto trovare una via di uscita e saremmo potuti essere finalmente liberi da quel dolore e da quella sofferenza, ma in quel periodo ero così piena di incertezze, avevo un così grande timore del giudizio del mondo circostante che non proferì alcuna parola.

<< Comunque questo non è un esilio... è un'offerta. >>

<< Gally... Che stai facendo?! >>

Questo non faceva parte del piano. Sentii un tuffo al cuore nell'attimo in cui lo vidi avvicinarsi verso di me e poco ci mise nel sollevarmi di peso. Maldestramente riacquistai l'equilibrio di cui nuovamente privata nell'attimo in cui fui spinta con violenza con un palo elevato di legno piantato nel terreno. I miei polsi vennero legati da lui stesso, con tanta forza che mi rimasero diversi segni violacei anche nei giorni successivi. Minho mi disse in seguito che si era preoccupato di far in modo che Newt non fosse lì, altrimenti il piano sarebbe salta completamente. Ora che ci ripenso, mi viene da ridere alla sola idea di vederlo lottare contro Gally per lasciarci andare, probabilmente è per questo che lo amo, che non riesco a fare a meno di lui anche ad anni di distanza.

<< Credi davvero che possa lasciar tornare Thomas nel Labirinto dopo tutto quello che ha fatto? Guardatevi intorno! Guardate la nostra Radura... Questo è l'unico modo e quando i Dolenti torneranno per quello che cercano, tutto tornerà com'era prima. >>

<< Lo state sentendo? E non fate nulla? Gally è chiaramente uscito di testa! >>

<< Sta zitta. >>

Teresa si era fatta avanti, nella speranza di riuscire a guadagnare ancora del tempo. Da lontano riuscivo ad intravedere sia Newt che Chuck, di ritorno con tutto il necessario: un borsone capiente, armi nascoste, tutto.

<< Pensate che possa finire qui? Non sapete quanto vi state sbagliando... Perché i Dolenti torneranno ancora e ancora e ancora finché non sarete tutti morti, solo così si fermeranno. >>

Gli altri Raduari incominciarono a mormorare tra loro, ma Gally era fin troppo teso per poter fare attenzione a cosa stava per accadere intorno a lui. Probabilmente fu questo che lo fece fallire nel suo nuovo ruolo da Capo.

<< State zitte e legato! Forza! >>

Questo fu il segnale che ci fece agire in contemporanea, travolgendoli come una potente onda marina. Ognuno di noi mise fuori combattimento un ragazzo fedele a Gally, chi lo colpì, chi punto un machete alla gola, non ricordo esattamente i particolari di quella manovra, durò solamente una manciata di secondi, ma furono sufficienti affinché fossimo liberi di scegliere cosa fare, padroni del nostro destino.

Liberata da Newt, mi affiancai a lui. Probabilmente a sfregio, per la mera soddisfazione di far cadere tutte le certezze di Gally, Newt mosse con delicatezza la sua mano e, quasi chiedesse il permesso di prendermi per mano, sfiorò il palmo della mia mano con i polpastrelli delle propria mano. Erano completamente gelati, in forte contrasto, questa volta, della mia, ancora tiepida a causa del mio divincolarmi e battere con forza sulle braccia di Gally.

<< Sei pieno di sorprese, non è così? >>

<< Non sei costretto a venire, ma noi ce ne andiamo... Per chiunque volesse venire, questa è la vostra ultima possibilità. >>

<< Non ascoltatelo, vuole solo spaventarvi. >>

Non riuscì a farmi da parte, fu più forte di me intervenire, non potevo ignorare la salente tensione tra Thomas e Gally.

<< No, non sta cercando di spaventarvi, siete già abbastanza terrorizzati, non avete bisogno di lui per esserne consapevoli... Siamo terrorizzati, ma preferiamo di gran lunga rischiare la nostra vita lì fuori piuttosto che spendere quello che ne rimane chiusi qui dentro, come se fossimo animali in gabbia. Questo non è il nostro posto... Questa non è casa nostra. Siamo stati messi qui di forza, siamo stati intrappolati, ma almeno lì fuori abbiamo una scelta. Possiamo uscire di qui. Insieme. Questo lo so... >>

Alcuni ragazzi si mossero verso di noi, Clint, Jeff e altri che non ebbi l'occasione di conoscere, tutti loro, incerti, ma con animo fermo, si fecero avanti.

<< Gally, è finita... Vieni con noi. >>

Gally non sembrò né contento e né sorpreso o tanto meno convinto delle successive parole di Thomas.

<< Buona fortuna contro i Dolenti. >>


(Edit: 21/07/2019)

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