Capitolo 17

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HARRY'S POV

I suoi occhi color nocciola quella sera splendevano più del solito. Riuscii per la prima volta in assoluto ad incastrarli nei miei e a farli splendere come mai avevo visto prima d'ora. Probabilmente stava cercando di scavare dentro di me. Ma non le avrei dato delle risposte. Non ora almeno.

Dischiuse le labbra per replicare qualcosa ma poi si fermò di colpo.

Il silenzio era diventato fin troppo rumoroso per i miei gusti e così lo ruppi.

Io:"passo a prenderti alle 19."
Dissi distogliendo lo sguardo.

Lei si limitò asussurrare un flebile "grazie" e poi scese dalla mia auto spingendo la portiera in um modo talmente delicato che a malapena riuscii ad accorgermene.

La seguii con lo sguardo fino a quando non entrò in quel fottuto supermercato e me ne andai.


ILARIA'S POV

Mi colpì molto quello che mi disse Harry.

E io sapevo che non avrebbe mai potuto fare del male ad una mosca.

Lo avevo intuito da come si comportava con Melissa, dai suoi gesti, dalle sue interazioni. Con quella bambina Harry era il vero Harry.

E adesso ne avevo avuto la conferma. Ma ciò non mi portava ad ipotizzare che fossero soltanto menzogne accompagnate da una parte ben recitata.

Tuttavia, scacciai subito quei pensieri stupidi dalla mia mente perchè gli occhi verdi di Harry dicevano tutt'altro. Quel Harry stava parlando col cuore in quel momento.

Ed è qui che le domande iniziano ad assalire il mio sistema nervoso centrale.

Perchè Harry fa far credere a tutti che lui sia un puttaniere, un bad boy?

Perchè le persone in giro dicono cosa poco legali sul suo conto?

Più volte oggi al campus avevo sentito un vociare sul conto di Harry. Ma non ci diedi molta importanza. Forse avevo sbagliato a giudicare il libro dalla copertina. Ma se il prologo di quel libro si era presentato poco gradevole agli occhi del lettore, non era di certo mia la colpa.

I miei pensieri svanirono quando mi lasciai andare al riscaldamento che avvolgeva il supermercato come sempre.

La caoticità di certo era dominate in quel posto, ma ciò contrubuiva soltanto ad un rendimento migliore del mio lavoro.

Mi accomodai alla mia postazione da cassiera e mi allacciai velocemente il grembuilino verde dietro la schiena.

Appena rialzai il capo, la mia attenzione fu catturata da una sorridente Sara che mi salutava calorosamente.

Ricambai il saluto cordialmente e poi anche lei si avviò alla sua postazione, e cioè quella di fianco alla mia.

Lavorai duramente per i primi venti minuti, quasi senza sosta.

Quando il supermercato iniziò a svuotarsi, mi concessi un sospiro di sollievo.

Sara:"come è andato il primo giorno di college?"

Io:"bene. A te?"

Sara:"bene. Peccato solo che non abbiamo gli stessi corsi. Sono praticamente dall'altro lato della scuola."

Io:"gia..."

Rimanemmo lì per un'altra manciata di minuti a parlare del più e del meno e ci scambiammo anche i numeri di telefono. Quella ragazza era davvero simpatica e gentile, un pò chiacchierona, ma era ugulamente piacevole stare in sau compagnia.

Dopo poco, si ritornò al ritmo di prima.

Ma perchè il lunedì c'era sempre così tanta gente nei supermercati?

Quelle tre passarono abbastanza velocemente tra lavoro e chiacchiere tra ragazze mie e di Sara.

Sara:"allora ci vediamo domani! Ciao!" Mi baciò una guancia una volta fuori dal negozio.

Ricambiai con un "a domani!"

Mi stavo gia preparando mentalmente a come affrontare la situazione con Harry.

Nom sapevo davvero cosa fare e la strada per arrivare al parcheggio sul retro non aiutava.

Ero del tutto spaesata.

Sentii il suono di un clacson riecheggiare per tutto il parcheggio.

Era Harry.

Mi avvicinai alla sua auto e salii rapidamente.

Harry:"tutto a posto?"

Io:"si." Dissi con un pò di incertezza. Dove voleva arrivare?

Harry:"bene." Disse solamente con estrema tranquillità.

Iniziai ad ammirare Londra in tutto il suo splendore al tramonto.

Gli alberi spogli sul cielo arancio erano un soggetto un pò morto ma vivo allo stesso tempo. Qualcuno lo avrebbe definito un pò inquoetante, ma io trovavo che quelle due immagini fossero davvero contrastanti tra loro. Era come se stessero cercando di pavoneggiare se stesse per risplendere. Lo trovavo affascinante.

Tuttavia, mi accorsi che quella non era la strada che ero solita fare per tornare a casa.

Io:"dove stiamo andando Harry?"

Harry:"mm...non parli mai e proprio adesso hai deciso di farlo?" Mi chiese accennando qualche risata che fece comparire delle adorabili fossette sul suo viso.

Il resto del viaggio fu abbastanza silenzioso, c'erano solo le imprecazioni di Harry per chi trasgredisse il codice stradale. Il che mi fece anche ridacchiare in alcune frasi...

Harry:"se per vederti sorridere bastano le mie smerdate alla gente, ti porterò più spesso in auto con me." Rise e anche io sorrisi.

Harry:"il tuo aaccento non è inglese. Sei Americana?"

Io:"si. Vengo da Hidden Hills."

Harry:"ne ho sentito parlare. Dicono che sia una città bellissima."

Io:"è vero."

Sbaglio o stava cercando in tutti i modi possibile di evitare che l'argomento da lui intrapreso poche ore prima possa riaprirsi?

Harry:"quindi non sei mai stata qui a Londra..."

Io:"...no."

Harry:"bene." Sorrise.

Non capisco dove voglia arrivare...

Dopo altri dieci minuti arrivammo a una delle cose che amavo di più di Londra. La London Eye.

Spalancai gli occhi e schiusi la vocca per lo stupore.

Harry rise in sottofondo osservando meglio la mia espressione.

Harry:"mi permetti di offrirti un giro lassù?"

Senza perder tempo e con una rapidità che neanche io sapevo di avere, risposi con un netto ed esaltato "si!" a cui Harry sorrise pienamente. Le fossette!!






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