31.

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Scusate il ritardo. Problemi.

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   Mi sentivo incredibilmente leggera. Eppure sapevo che avrei dovuto essere di sostanza solida, di avere un peso che da un momento all'altro avrebbe potuto buttarmi giù dal luogo senza gravità in cui mi sembrava di stazionare da sempre. Era fantastico, e spaventoso.
Dicono ci sia una linea sottilissima tra il piacere e il dolore, il tutto assoluto e il nulla più totale, il pieno intenso e il vuoto profondo; tra la vita e la morte. Io mi sentivo come quella linea: un confine quasi inesistente, in equilibrio precario. Sarebbe bastata una leggerissima, impercettibile inclinazione e sarei andata a finire in una delle due parti. Quale sarebbe stata nemmeno io l'avrei saputo dire. Ma era una condizione così esaltante, così terrificante eppure piacevole che non volevo sbilanciarmi. Così precario, instabile. Come l'universo. Avrebbe potuto scomparire da un momento all'altro, e noi miseri umani non avremmo potuto farci niente: non ci saremmo nemmeno resi conto del drastico cambiamento che ci avrebbe condannati. Eravamo inconsapevoli di esistere.
Io non stavo vivendo, in quell'istante. Esistevo, sapevo di esistere perché stavo pensando. Ma non vivevo. Mi limitavo ad esistere.
Volevo vivere. Ma non sapevo come cominciare a farlo senza smettere di pensare e quindi di esistere.
Realizzai di avere un corpo di carne quando sentii una pressione su quella che, presumo, fossi io. La spinta aumentò, sulla spalla. Erano scossoni, sempre più agitati e violenti. Non volevo risvegliarmi dal mio torpore.
Una voce ovattata.
-Jennifer!
Troppo tardi.

***

Aprii lentamente gli occhi, le palpebre raschiavano sulle mie iridi in modo fastidioso. Mi sembrava di aver dormito per giorni, eppure ero ancora stanchissima. Era come essere stata in coma, aver avuto la capacità di pensare lucidamente (si fa per dire) e di percepire in qualche maniera ciò che accadeva fuori da me.

Non appena vidi una luce soffusa intorno a me, questa venne subito sostituita dal nero di una t-shirt che avvolgeva un corpo snello. Questo si era precipitato su di me, soffocandomi in un abbraccio. Riconobbi l'odore acre del fumo come appartenente a Robert. Non feci in tempo a pronunciare il suo nome e la supplica di lasciarmi andare che presto le sue braccia vennero bruscamente sostituite da un paio più calde, toniche e delicate. Non mi serviva annusare il profumo speziato per sapere di chi si trattava.
Udii Robert lasciarsi sfuggire un lamento, e quando Daniel si sollevò da me potei vedere il moro massaggiarsi la spalla, con un'espressione infastidita. Gli rivolsi la smorfia più interrogativa che il mio viso ancora assonnato era in grado di fare.
-Mi ha spintonato via- piagnucolò irritato.
Sforzai un sorriso di comprensione, mentre Daniel esalava un sonoro sbuffo, aprendo la bocca per ribattere. Quei due continuavano a battibeccare, a volte erano insopportabili.
-Come sta?- chiesi, stroncando sul nascere il loro ennesimo litigio. Sapevano di chi stavo parlando, non c'era bisogno di specificare.
-Meglio- prese parola Robert. –Ti sei persa la scenata isterica di tua madre, però. Pensava fosse una bufala, è stato quasi divertente...
Daniel gli scoccò un'occhiata omicida, e l'altro si interruppe, evitando di continuare il discorso sui nervi deboli di mia mamma. Ringraziai mentalmente il biondo, non avevo le forze di tirare un pugno in faccia a Robert.
-Comunque in questi giorni tuo padre è rinsavito. È ancora un po' scosso, certo, ma sta decisamente meglio di quando siete tornati.
In questi giorni. Come in questi giorni? Significava che avevo dormito per giorni? O forse avevo capito male io, magari ero ancora mezza addormentata e non riuscivo a metabolizzare bene le frasi che mi venivano dette.
-Scusa, ma da quanto siamo tornati?- domandai confusa.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato, ignorando la mia presenza. Era come se si stessero dicendo svariate cose semplicemente con gli occhi. Era un po' inquietante, e irritante.
Daniel prese un profondo respiro, prima di rispondermi. -Tre giorni.

Nephilim ~ la PresceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora