-Okay, forse non è troppo tardi. Potremmo tenerlo all'oscuro, fare il rituale del sangue e poi, dopo che la Via sarà ricomparsa, ucciderlo. Tanto per stare sicuri.
Tirai uno schiaffetto sul braccio tonico di Robert, scioccata.
-No! Nessuno uccide nessuno. Appena sapremo quando si deve agire, agiremo, prima che Lucifero scopra la verità e faccia del male a Laura. Ma non voglio che uccidiate Adam. Non è nemmeno consapevole di chi è figlio!- lo giustificai.
Non volevo che morisse. Mi sembrava ingiusto. Anche se avrebbe potuto distruggere il mondo sotto consiglio di Lucifero, da solo non sembrava un ragazzo malvagio con l'odio al posto del sangue a scorrergli nelle vene.
-Faccio alcune ricerche su di lui.- Mi congedai, e andai in camera mia. Mi piazzai sul letto, davanti al mio portatile. Le dita ferme sopra la tastiera, non sapevo cosa digitare per ottenere una ricerca esaustiva.
Cominciai semplicemente con il nome: Adam Hughes. Profili Facebook, Linkedin... non mi interessavano quelle cose. Scorsi la prima pagina, perdendo speranza a ogni risultato inutile. La penultima voce era lo scorcio di un articolo di giornale. C'erano solo due righe, parlavano di un certo Adam sopravvissuto all'incendio che aveva ucciso la sua famiglia adottiva. Lo aprii.
Dopo aver letto decine di articoli, risultò che Adam si portava dietro diciassette anni di sventure. Saltava da una famiglia all'altra, nessuna durava più di un anno. Succedeva sempre qualcosa di orribile, e l'unico a sopravvivere era sempre lui. Non riuscii a scoprire chi fossero i suoi genitori biologici, visto che la prima catastrofe si riferiva a diciassette anni fa e ad un Adam di pochi mesi, e la famiglia citata era adottiva. Forse era figlio di una ragazza madre che aveva deciso di non essere adatta a prendersi cura di un bambino.
Era molto triste e al contempo inquietante. Forse Adam indossava quella maschera di apparente felicità per nascondere il dolore e la rabbia che portava nel cuore. Dolore e rabbia che si erano accumulati negli anni, problema dopo problema, famiglia dopo famiglia.
-Uriel!- urlai.
Un calpestio per il corridoio, la porta si aprì e l'angelo rispose al mio appello con un sonoro sbuffo.
-Devo farti una proposta- gli dissi, ignorando i suoi gesti di protesta.
-Veloce però. Sto convincendo Gabbie a stare con me sul serio- si lamentò.
Evitai di ridere, e lo invitai a sedersi accanto a me. Espirò di nuovo senza contegno, ed io alzai gli occhi al cielo per la sua poca pazienza. Per essere un Arcangelo assomigliava molto ad un bambino viziato che vuole tutto e subito e in fretta.
-Dobbiamo proteggere Adam. Dobbiamo nasconderlo, magari farlo venire a vivere qui per un po', almeno finché...
-No- mi interruppe con quel secco monosillabo. –Non ci pensare nemmeno. Lui non può venire qui con noi. Sarebbe come invitare a cena una bomba innescata con il timer nascosto. Non sai mai quando potrebbe esplodere. È troppo pericoloso.
-Ma...
-No, Jenny- mi fermò nuovamente, ma con il tono di voce più morbido e dolce.
-E va bene, grazie comunque- mi arresi. –Ora torna dalla tua Gabbie, prima che cambi idea e non voglia nemmeno più vederti- lo incitai con un sorriso amaro sulle labbra.
Uriel scese di corsa, strillando il nome della povera bionda. Lui era quello con più autorità e anni di esperienza in quella casa, mi chiedevo perché non avesse accettato la mia proposta. Era una richiesta piuttosto ragionevole: magari potevamo evitare di portarlo nella villa, ma avremmo potuto trovargli un nascondiglio perfetto, dove nessuno l'avrebbe trovato. Anche se, ripensandoci, mi sembrava impossibile trovare un posto sulla Terra impossibile da scovare per uno come Lucifero: era come l'aria, ovunque, e non potevi fare nulla per impedirgli di seguirti, perché l'aria è dappertutto.
Dovevamo almeno suggerirgli di comportarsi normalmente ed evitare di far esplodere un'altra casa. Però, se lo avessimo avvisato di non fare cose strane, avrebbe agito come uno che non deve fare cose fuori dalla norma, apparendo ancora più strambo. No, effettivamente, ragionandoci, Uriel aveva ragione: meglio stare zitti e tenerlo d'occhio stando nell'ombra. Adam non si sarebbe accorto di avere una spia alle calcagna.***
Sta urlando a pieni polmoni, e non la biasimo.
"Smettila! Così la ucciderai!" tento di fermare la sua lenta tortura. Lui sogghigna, facendomi rabbrividire. Afferra violentemente la testa della ragazza, mi è famigliare, ma non riesco a collegare quel volto ad una conoscenza. Lucifero ha le unghie affilate, le usa per ghermire l'occhio della bionda, strappandoglielo dalla testa. Lei continua a dimenarsi, ma è inutile: lui prosegue. La sfera che tiene tra le dita gronda di sangue, è disgustoso, ma non riesco a distogliere lo sguardo. Presto anche l'altro bulbo viene rudemente strappato dalla sua cavità. È terribile.
Lucifero continua a ridacchiare come un ragazzino divertito, giocherella con gli occhi della ragazza, è pazzo. Agguanta il volto di lei, facendo pressione sulle guance. Appena la sua bocca si apre a sufficienza, lui vi infila a prepotenza le sfere oculari, che ancora hanno attaccato parti di nervo penzolanti. Sta soffocando, vedo che vuole vomitarli fuori, ma è costretta ad ingoiarli. Lucifero la accarezza lentamente, come a complimentarsi con un cagnolino obbediente che ha eseguito alla perfezione gli ordini. Fa scorrere le lunghe dita sporche di sangue sul braccio candido della ragazza, lasciando una scia rossastra. Le prende una mano, sfiorando ogni dito. All'improvviso, uno scatto, un grido. La ragazza versa ancora più lacrime, gemendo di dolore. Lucifero tiene in mano un qualcosa di sanguinolento. Solo socchiudendo gli occhi capisco che si tratta di una delle unghie perfettamente curate della bionda.
Non posso che assistere alla macabra tortura, inerme. Le urla sembrano terribilmente amplificate, me le sento rimbombare nelle ossa, quasi riesco a percepire una parte del male che la povera vittima sta provando. Lucifero ormai ha finito di strappare tutte le unghie, spero che abbia finito, quella ragazza sta morendo.
Lui si volta verso di me, rivolgendomi un ghigno di sfida. So bene cosa vuole dirmi con quell'occhiata: Non ho ancora finito con lei. Non ho idea di cosa possa farle. Ormai l'ha già straziata abbastanza, manca solo ucciderla, ma non farebbe molta differenza: se qualcuno non mette fine ora alla sua vita, morirà lentamente per dissanguamento.
La poveretta è ricoperta di sangue, del suo sangue, geme e si lamenta, ma altro non può fare, sembra immobilizzata. Pare un cervo spaventato di fronte a dei fari di un'auto. Lucifero le apre nuovamente la bocca, le afferra la lingua e la tira con violenza, più e più volte, fino a reciderla con la sola forza delle mani nude.
Un altro grido. Il mio.
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Nephilim ~ la Prescelta
RomanceJenny vive una vita monotona. Jenny non è popolare a scuola. Jenny ha due amiche, Laura e sua madre. Jenny ha incontrato quattro ragazzi, e la sua vita, dopo non è più la stessa. Jenny è la Chiave. Jenny non sa, ma deve sapere, se vuole salvare il...