34.

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   -Svegliati!
Capitombolai giù dal letto, spaventata. Mi rialzai agitando le braccia alla cieca, tentando di colpire chiunque mi volesse svegliare.
Sentii una risatina divertita alla mia sinistra. –Sembri un polipo sotto effetto di droghe pesanti!
Mi buttai verso la voce, senza nemmeno aprire gli occhi. Fu un atterraggio morbido, forse perché sotto di me c'era il corpo a cui appartenevano i respiri affannosi di fatica e sorpresa.
Sbattei le palpebre, soffocai uno sbadiglio e quasi non mi strozzai. Ero sopra a Daniel, la sua faccia a meno di un centimetro dalla mia. Deglutii, cercando di non tossire. Il sangue affluì copioso sulle mie guance, stavo andando a fuoco.
–M-mi dispiace- balbettai. Puntai le mani ai lati della sua testa per rialzarmi, ma qualcosa me lo impedì. Il suo braccio stava sulla mia schiena, premendo per far combaciare i nostri petti. La sua presa si rafforzò, così come il suo sguardo divenne più intenso. Si leccò le labbra, ed io rimasi ipnotizzata a registrare ogni suo singolo movimento, bramosa di sentirlo più vicino.
Alzai lentamente una mano verso il suo zigomo, prendendo tra i polpastrelli una sottile ciglia caduta.
-Esprimi un desiderio- mormorai, prima di rendermi conto quanto fosse stupido quello che avevo detto.
Daniel strizzò gli occhi, per poi soffiare sulle mie dita, facendo volare via ciò che prima delicatamente stringevo.
Mossa dall'istinto, mi avvicinai piano alle due labbra carnose.
-Ehi, ma quanto ci metti a svegliarla?
La porta si spalancò di colpo accompagnando la frase di un Robert alquanto spiazzato. Sia io che Daniel ci girammo di scatto verso il moro, che in quel momento aveva un sorrisetto malizioso e si tratteneva dallo scoppiare a riderci in faccia. Mi alzai di scatto, rivolgendo uno sguardo di scuse alla smorfia di dolore di Daniel.
-Non stavamo facendo nulla!- esclamai, arrossendo.
-Certo.- I suoi occhi si spostavano velocemente da me al biondo e viceversa, mandando scintille di perverse fantasie.
-Okay, ora smettila ed esci di qui- ordinò Daniel, avvicinandosi a Robert e spintonandolo fuori dalla camera.
-Usate le precauzioni!- lo sentii urlare dopo che l'angelo gli ebbe sbattuto la porta in faccia.
Daniel rimase qualche secondo a guardare la maniglia. Quasi come se ci fosse un effetto rallenty, girò il volto verso di me. Diventai paonazza di vergogna ed umiliazione pensando a cosa potesse passargli per la testa in quel momento. Che avrebbe fatto? Sicuramente non avremmo ripreso da dove eravamo rimasti, non eravamo una coppia. Era imbarazzante.
-Beh, credo che dovremmo scendere- finalmente disse dopo minuti di tensione, grattandosi nervosamente la nuca.
Io annuii, senza avere il minimo coraggio di scusarmi o pronunciare una qualunque sillaba.
CI precipitammo giù per le scale, non ci fu più alcun contatto fisico nemmeno per sbaglio, nonostante passai tutto il giorno ad allenarmi, sia fisicamente che mentalmente. Imparai a dominare la Telepatia e la Telecinesi. Uriel evitò di incoraggiarmi a riprovare quella specie di teletrasporto che avevo messo in atto per fuggire dall'Inferno con papà e Robert. L'aveva definito troppo rischioso, e non potevo dargli torto.
Ero stremata. La mattina dopo saremmo dovuti partire, e a malapena mi reggevo in piedi. Mi ero imbottita di antidolorifici per la forte emicrania che mi era venuta, e mi era difficile dimenticare quello che avevo visto nella mente di Robert. Daniel si era rifiutato di fare da cavia, Uriel non voleva sottoporsi alle torture perché si definiva "troppo esperto nello schermare i pensieri", quindi Robert era stato praticamente costretto a sacrificarsi.
All'inizio aveva opposto resistenza, e io ogni volta che sbattevo contro quel muro nero sentivo una fitta allucinante alle tempie e alla nuca. Ad un certo punto però, evidentemente stanco dei miei continui attacchi mentali, aveva lasciato che la parete si sbriciolasse, e quello che in quell'istante stava pensando non credo lo scorderò mai.

-Posso entrare?- chiesi a bassa voce bussando contro la porta della camera di Robert.
-Entra- grugnì.
La stanza degli ospiti che gli avevano concesso era totalmente l'opposto di quello che mi sarei aspettata. Le pareti bianche, immacolate, il letto dalle lenzuola verde salvia e un semplice comodino di legno scuro non rispecchiavano assolutamente la sua personalità. Nessun pensile, nessun quadro o poster appeso ai muri, nulla. Sarebbe potuta benissimo passare per la camera di un fantasma, se non fosse stato per il letto disfatto e un ragazzo scompostamente sdraiato sopra.
-Uhm... mi dispiace per oggi- cominciai a scusarmi, balbettando un po' e farfugliando cose a caso. –Ecco, volevo dirti che non dirò a nessuno quello che ho visto.
Non rispose. Rimase a guardare il soffitto, quasi sembrava morto. Il petto si alzava troppo poco spesso, e in modo leggero e impercettibile come il battito delle ali di un colibrì: non lo riesci a vedere con chiarezza ma sai che c'è.
Rimasi ferma sulla soglia, non sapevo se avrei dovuto andarmene o rimanere lì e aspettare una qualunque risposta, anche se di domande non ne avevo fatte.
-Sarà meglio- borbottò dopo minuti di pesante imbarazzo, passati a guardare ogni particolare del suo corpo.
Si girò di colpo verso di me, ed io abbassai precipitosamente gli occhi a terra, arrossendo.
-Non volevo che tu vedessi quelle cose. Erano private, non sono giuste nei vostri confronti- sussurrò con tono malinconico. Mi salirono le lacrime agli occhi.
-Non importa, non dirò nulla a nessuno, stai tranquillo...
-Il problema non sono gli altri- mi interruppe. –Non volevo che le vedessi tu. Io lo so che sei innamorata di Daniel, e pensare quelle cose... non è giusto.
Io e Robert appiccicati, nudi, che ci baciamo, tocchiamo, accarezziamo e sorridiamo. È un'immagine così splendida, eppure così triste e sbagliata.
-Non fa niente, davvero. Farò finta di non aver visto nulla- tentai di rassicurarlo.
-No! Non voglio che tu faccia finta. Non voglio che tu dimentichi. Io ti amo ancora, Jenny. E mi fa male vederti con Daniel, mi dà fastidio che sia lui a guardarti in quel modo, che sia lui l'oggetto delle tue continue attenzioni. Vorrei essere io al suo posto. Lui non ha nemmeno le palle per ammettere che ti vuole! Non capisci?!
Ero esterrefatta. Non immaginavo... era tutto così... così.
-Va bene.- Che risposta patetica. Ignorai il mio istinto, che insisteva nel farmi girare e dirgli che tra noi non era veramente finita, che ancora provavo qualcosa per lui, ma che per il bene di entrambi e di tutti in quella casa era meglio far finta non esistesse. Girai i tacchi e uscii, sconvolta.

***

Quella notte non dormii affatto. Appena chiudevo gli occhi immagini di amore proibito e torture sanguinarie si affacciavano sotto le mie palpebre.
Non ci fu bisogno che Luana mi svegliasse per dirmi di prepararmi. Quando entrò in camera mia ero già vestita e pronta per andare. Le avevo quasi fatto venire un infarto, quando, appena varcata la soglia, mi aveva vista seduta sul letto a fissarla, come una di quelle bambine inquietanti dei film horror.
Ci ritrovammo sul tetto della villa, dovetti fare attenzione per evitare di cadere. Mamma sarebbe stata a casa, era troppo pericoloso. Papà aveva insistito per venire, nonostante fosse ancora un po' troppo debole per combattere. Gli avremmo guardato le spalle, e avevamo accordato che se si fosse sentito troppo stanco per continuare sarebbe tornato a casa.
Non ero agitata, anzi, ero relativamente calma. Fredda alla situazione generale. Forse mi comportavo così per evitare che la tempesta di emozioni esplodesse lasciandomi esanime al suolo.
Dovevamo arrivare all'isola in volo. Non sapevo se sarei riuscita a volare, non ci avevo mai realmente provato. Ma credevo nelle mie capacità.
Mi lasciai pervadere dalla calda sensazione di libertà, pensai a come sarebbe stato estasiante avere il vento tra i capelli, la leggerezza dell'essere sospesi a chilometri da terra, il nulla attorno, solo aria e me.
Avvertii la mia temperatura salire, per poi esplodere sulla schiena, facendo spuntare due magnifiche ali morbide.
Pochi minuti dopo eravamo in volo, verso l'isola che avrebbe ospitato la nostra guerra.


Angolo autrice
Lo so che è tipo il capitolo più corto della storia, ed è pure in mega ritardo, ma sono tipo stra emozionata. Sono stata promossa!!!!!!!! E in questi giorni non ho scritto un tubo perché, tra esami e stress e corsi di recupero, proprio le idee non mi venivano fuori.
Cooomunque penso che il 35 sarà l'ultimo lunghissimo (stavolta per davvero) capitolo prima dell'epilogo. Wow, siamo davvero agli sgoccioli.
Never stop dreaming (io ho seguito il consiglio, e difatti... :D )
-STB

Nephilim ~ la PresceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora