28.

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Caddi in ginocchio, senza distogliere lo sguardo dal corpo senza vita di Cam. Perché lui? Perché? Continuavo a urlarlo nella mia mente, ma il grido di sfogo che volevo liberare non riusciva a sorpassare la soglia delle mie labbra schiuse. Sentii qualcosa di liquido gocciolare sull'erba. Il prato era punteggiato di rosso, e vi era una grossa e mostruosa chiazza cremisi dove giaceva Cam. Alzai lentamente lo sguardo, ancora sconvolta e bloccata da un nodo al cuore che stringeva i polmoni, impedendomi di respirare. La mano omicida penzolava sul fianco di una persona, ancora sporca di sangue che stillava goccia a goccia in un moto ipnotico e macabro. I miei occhi viaggiarono senza il mio comando, più su, impreparati a scoprire il volto di chi aveva commesso quell'inutile assassinio. Restai ancor più di sasso. Non era possibile. Farfugliai qualcosa di incomprensibile, non riuscivo a capire nulla. Non era possibile che fosse lui, no. Era tutto terribilmente sbagliato, continuavo a ripetermi che non era possibile.

-Mi dispiace, Jennifer. Ma sapeva troppo- disse quell'essere ingrato.

Come sapeva troppo? Aveva da poco scoperto che ero un angelo, come poteva sapere troppo?

-Non volevo ucciderlo, ma... capiscimi!- Aveva gli occhi sbarrati, continuava a passarsi la mano fra i capelli biondi. Sembrava un pazzo. Era un pazzo. Aveva appena strappato il cuore da un ragazzo innocente davanti ai miei occhi. -Se non l'avessi fatto, Lui avrebbe ucciso me! Capisci?

No, non capivo. Perché avrebbe potuto benissimo rifiutarsi di lavorare per quel bastardo, avrebbe potuto dire di no alla sua malsana offerta. Avrebbe potuto evitare di tradirci, di deludere tutti con le sue scelte stupide.

-Jennifer...- Mi tese una mano. Mi ritrassi agitando le gambe, inciampai e sentii il sangue di Cameron sporcarmi la pelle scoperta delle braccia e del viso. Contrassi il volto in una smorfia disgustata, quel liquido rosso sembrava imbrattare tutto ciò che mi circondava.

La mia mente correva, ma il mio corpo era paralizzato dalla paura. Mi avrebbe uccisa? Mi avrebbe strappato il cuore come aveva fatto con Cam? Avrei sofferto? Speravo di no. Se dovevo morire in quel momento, volevo provare meno dolore possibile, e raggiungere quel luogo indefinito dove si trovava il mio amico. Non potevo scappare, era da codardi e comunque lui mi avrebbe trovata. Era più grande e più veloce di me, più furbo. Ci aveva ingannati tutti.

-Non dirlo a nessuno, ti prego- mi scongiurò. Io arricciai ulteriormente le labbra, schifata dalla sua nefanda richiesta. Come poteva pretendere che io stessi zitta di fronte alla morte di una persona, alla scoperta della spia di Lucifero? No, l'avrei detto agli altri, non potevano rimanerne all'oscuro.

-Perché dovrei stare zitta? Hai ucciso un mio amico, tu...- incespicai tra le parole, avevo tanto da dirgli, troppi insulti da buttargli addosso. Ma non meritava una sola parola che fosse uscita dalla mia bocca, era un essere abominevole, ed io lo avevo creduto sincero. Mi sentii presa in giro, umiliata e delusa da lui.

-Tu devi. T-tu non... tu non capisci, okay?- balbettò, torcendosi le mani in un moto frenetico. -Ti prego, non dirlo a nessuno. Me ne andrò, così non mi faranno nulla... ma ti prego, non dirlo a nessuno.- Continuava a ripeterlo, e io volevo solo che stesse zitto. La sua voce mi dava alla nausea, avevo i nervi tesi ed ero pronta a scattare per afferrargli la gola e ucciderlo. Repressi quell'istinto animale, io non avrei ucciso nessuno. Inspirai profondamente, e me ne pentii subito. L'odore rugginoso del sangue appestava l'aria, rendendola quasi impossibile da respirare.

Annuii, non volevo parlare nel timore di un'altra boccata di morte fresca. Lui capì che avrei taciuto, si voltò come se niente fosse, e si incamminò, lontano dalla nostra casa, lontano dal luogo che aveva spiato per conto del Diavolo, lontano dai suoi amici. Lontano dalla sua famiglia.

Nephilim ~ la PresceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora