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   -Questo pollo è delizioso!- esclamò Robert a bocca piena, riferendosi all'arrosto cucinato da Gabbie in occasione del Natale.

Lei sorrise, ma il complimento sincero non annullò la tristezza nei suoi occhi grigi. –Grazie Robert- gli disse con un piccolo sorriso. Lui fece una smorfia buffa di rimando, e continuò ad ingozzarsi come un suino.

Era difficile affrontare le feste: non sembrava giusto essere felici, nemmeno il giorno di Natale. Miles non si era più fatto vedere, aveva ricevuto abbastanza minacce di morte da capire che non era più il benvenuto in casa. Daniel continuava a borbottare incessantemente, ogni giorno ad ogni ora, perfino quando dormiva, che avrebbe dovuto ammazzarlo quando ne aveva avuto l'occasione, invece di "schiaffeggiarlo un po'". Mi spaventava la sua espressione truce quando pronunciava quelle parole, sembrava un assassino pronto alla vendetta più atroce.

E non aiutava il fatto che dovevamo essere pronti ad un eventuale attacco improvviso, anche se non avevo ancora capito che tipo di "assalto" avremmo potuto subire. Non credevo Lucifero avrebbe seppellito la casa di mine antiuomo, bombe, o ci avrebbe fatti saltare in aria, o investiti con un carro armato. Mi aspettavo qualcosa di più... sopraffino, un piano ben escogitato, impercettibile ma devastante. Per esempio una possessione di massa. Se tutti eravamo posseduti non avremmo compreso il nostro stato sottomesso. E ciò mi turbava parecchio, oltre che a togliermi svariate ore di sonno, se non tutte.

Il campanello suonò. Tutti ci irrigidimmo. Chi poteva essere? Nessuno conosceva la via nascosta, a parte coloro che avevano almeno una goccia di sangue angelico a scorrere nelle loro vene. Il suono fastidioso cessò dopo qualche secondo. Nessuno si mosse. Sussultammo in sincrono. Il trillo aveva ripreso, sembrava più insistente di prima.

Daniel fece un passo in avanti, nessuno osò dirgli nulla. Andò alla porta lentamente, come a prendere tempo e sperare che lo sgradito visitatore se ne andasse. Purtroppo per noi, l'angelo biondo arrivò all'entrata con ancora il sottofondo del campanello, al quale si erano aggiunti i tonfi delle nocche contro il legno.

Daniel aprì la porta, e un uomo incredibilmente alto entrò senza nemmeno chiedere il permesso. Aveva gli occhi e i capelli della medesima sfumatura scura di marrone, e le sopracciglia corrucciate in una smorfia a metà tra l'incavolato nero e la preoccupazione. Fece vagare lo sguardo su ognuno di noi, seguii ogni suo minimo movimento, come ipnotizzata, finché non si fermò a fissare con insistenza Gabbie. Questa alzò gli occhi al cielo prima di lasciarsi sfuggire un sospiro esasperato.

L'uomo lasciò perdere la sua smorfia indecisa, distese la fronte e contrasse le labbra in un sorriso malizioso, senza distogliere gli occhi da una contraria Gabrielle.

-Bambolina, quanto tempo!- esclamò con voce profonda.

-Perché proprio te- borbottò dopo uno sbuffo la diretta interessata.

-Mi sei mancata- disse l'uomo ignorando il commento pungente di Gabbie, facendole l'occhiolino alla fine della frase.

-A me proprio per niente- ribatté lei.

-Chi è questo buffone?- chiese Robert, spazientito.

-È Uriel, uno degli arcangeli- rispose Gabbie, arricciando le labbra, evidentemente irritata dal grado che quel ragazzone deteneva.

-Il migliore -Il peggiore- aggiunsero in contemporanea Uriel e Gabrielle. Lei lo guardò in cagnesco, mentre lui, per nulla intimorito da suo gelido sguardo di fuoco, le strizzò nuovamente l'occhio.
Quindi almeno uno ne era rimasto sulla terra, pensai rincuorata. Forse ora potevamo finalmente avere la profezia completa, avrei compreso il mio ruolo e adempiuto al mio destino senza dubbio alcuno. O almeno così speravo.

Nephilim ~ la PresceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora