15.

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Ormai mi stava guardando da almeno cinque minuti, stranito. L'adrenalina, che prima mi aveva posseduta, ora stava via via svanendo, e mi sentivo terribilmente stanca e tremante. Che diamine sta pensando? Perché non dice niente? Avevo paura che mi respingesse, che sparisse per sempre dalla mia vita, e non volevo che accadesse. Sarebbe rimasto, sì, non mi avrebbe abbandonata in quella situazione.

Sbattei velocemente le palpebre, ero sull'orlo di una crisi di pianto isterico. Perché non parlava?! Se non mi sopportava poteva anche dirmelo, pace, avrei convissuto con quel rifiuto, però volevo almeno una risposta, un gesto che mi facesse intuire un suo minimo pensiero nei miei riguardi.

Abbassai il capo, umiliata dal suo assordante silenzio. Fermai il tremito traditore delle spalle, strinsi i denti fino a sentire dolore, strizzando forte gli occhi e corrucciando la fronte, avevo male alla testa tanto contraevo i muscoli.

Osservai un punto indefinito sopra i suoi occhi, non riuscivo a guardare le sue iridi dorate che mi facevano sciogliere ogni volta che incontravo il suo sguardo malizioso.

-Okay, mi dispiace, non dovevo dirlo, ma, vedi...
Ommioddio. Ommioddio, ommioddio, ommioddio! No, non è vero. È un sogno! Sentii le sue labbra pressare dolcemente contro le mie, irresistibili e morbide come piume, leggere eppure presenti. Daniel mise un mano sulla parte bassa della mia schiena, l'altra sulla nuca, avvicinandomi di più a sé. Il suo profumo di cannella e luce del sole era intenso, buono, perfetto come lui. Gli sfiorai una guancia con una mano, mentre con l'altra giocherellavo con i soffici ricci che gli ricadevano sul collo. Daniel picchiettò con la lingua sulle mie labbra, come chiedendo il permesso, e io lentamente le schiusi, facendo incontrare la sua con la mia. Sentivo lo stomaco sottosopra, tutto intorno a me girava, tranne Daniel, lui era il mio punto fermo, la mia àncora, mi teneva salda a terra, tra le sue braccia forti. D'un tratto il bacio divenne più passionale, più famelico. Eravamo l'uno l'aria dell'altra, non potevamo fare a meno di aggrapparci a vicenda ai nostri fragili corpi, in cerca di un sollievo dalle ferite della solitudine.

Ci staccammo, boccheggiando in cerca di ossigeno. Daniel mi fissò, aveva le pupille dilatate, l'iride color del miele quasi non si vedeva, il suo petto muscoloso si alzava e abbassava velocemente, tremava un pochino, perfino. Sorrise, gli occhi gli diventarono umidi. Stava per piangere. Sorrisi di rimando, intrecciando le dita sulla sua nuca, restando aggrappata al suo collo. Daniel strofinò il suo naso contro la mia guancia, io inspirai forte tra i suoi capelli biondi.

-Anche io ti amo, Jennifer. Il mio cuore pompò furiosamente, mentre il sangue si fermava sugli zigomi, irrorando la pelle di un rossore felice e lievemente imbarazzato. Le nostre labbra si cercarono ancora, e in quel momento tutte l preoccupazioni svanirono, contavamo solo noi due. Io e il mio angelo.

***

-Dobbiamo andarcene. Subito.

Daniel era steso nel letto accanto a me, il suo braccio a farmi da cuscino, la mia mano appoggiata al suo petto caldo. Mentre parlava sentivo l'aria vibrargli in corpo, il suo cuore battere all'unisono col mio, vivevamo allo stesso ritmo, eravamo una cosa sola.

-Hai ragione. Ma non si può- ribattei afflitta. Ora che ci eravamo trovati, volevo stare con lui per sempre, non volevo che se ne andasse senza di me. Ero un'egoista, vero, ma non potevo farci niente: ero innamorata.

-Non è detto che dobbiamo per forza uscire dal portone principale.

-Per caso sai usare il teletrasporto, oltre a tutti gli altri strani poteri che hai?- chiesi alzando un sopracciglio, lievemente stizzita dalla sua sicurezza.

-No. Però so chi ci può aiutare. Sorrise, mentre una scintilla di furbizia gli accendeva il volto. Pensai un attimo a chi potesse mai avere interesse nell'aiutarci, soprattutto in quel posto dannato pieno di esseri e anime maledette. Però, forse... non aveva tutti i torti. Ma aspetta, no, dai, non ci aiuterebbe mai! Ma nemmeno per tutto l'oro del mondo!

-Non dirmi che stai pensando a...- provai a ipotizzare, anche se ero certa che la sua risposta avrebbe semplicemente confermato i miei sospetti.

-Sì, esatto- mi impedì di finire lui. -Ci aiuterà. In fondo, non ha mai smesso di provare dei sentimenti per te.

Nephilim ~ la PresceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora