Abbi cura di papà.

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Tre ore.Sono qui da esattamente tre ore.Nessuno mi dice come sta la mia genitrice,non so come comportarmi.Dicono che l'hanno investita e ora si trova in sala operatoria.

-Signorina Wood,giusto?-

Annuisco stanca e lascio la mano di Deven che mi guarda cercando sicuramente di non farmi preoccupare.

-Mi dispiace dirglielo così,non é mai facile quando ci troviamo davanti a una diciottenne spiegare quello che succede.-

-La prego- Gli prendo la mano-Mi dica solo che succede,voglio sapere come sta.-

-Sua madre,ha avuto un arresto cardiaco signorina.Abbiamo fatto tutto quello che ritenevamo necessario ma non c'è stato nulla da fare.L'impatto con l'auto é stato troppo grosso ed é arrivata qui in pessime condizioni.É morta.-

Lascio subito la mano del dottore e guardo davanti a me.Non sento nemmeno il contatto della mano di Deven che sembra mi accarezzi la schiena,lo vedo solo con la coda dell'occhio.

-Posso vederla?- sono un completo bagno di lacrime.

-Certo.L'hanno trasferita di sotto dove...-

Lo interrompo sempre cercando di ignorare il suo sguardo.-Dove portano le persone morte..l'obitorio insomma-

Il dottore annuisce e io mi dirigo da sola verso il piano terra.Deven mi segue senza dire una parola.Le cose sono due o mi sento malissimo e sono scioccata per la seconda volta,per quanto riguarda la morte dei miei cari,oppure in questo momento non sento niente e mi viene un crollo più tardi.Me ne frego e continuo a camminare imperterrita.Vedo dei medici che trasportano una persona dentro una camera.Apro la camera subito dopo di loro.

-Ragazzi non potete stare qui..-

-Possiamo,quella che trasportate é Clarissa,ovvero la Wood.Mia madre.-
Dico indicandola.-Lasciatemi sola con lei.-

Tutti escono e anche Deven non se lo fa dire due volte..Devo far davvero paura adesso.Non rispondo nemmeno di quello che faccio in questo momento.

Mi siedo affianco a mia madre in una sedia che trasporto dalla porta alla branda dell'obitorio.Tolgo il lenzuolo dalla faccia e vedo che é distrutta.Ha gli occhi chiusi ma non credo li abbia entrambi.Ha due lividi e la testa é deformata.Il labbro spaccato con del sangue che ancora cola.Si sarà spaccato dopo averla trasferita qui,penso.

prendo la sua mano fredda più del ghiaccio-Ciao Mamma..- dico.-Devo trovare le parole esatte e non è facile.- Piango a dirotto.

-Ci sono stati momenti bellissimi nella nostra vita quando mio padre era presente nella famiglia e si prendeva cura di noi due come se fossimo i suoi rubini più preziosi.'- Schiarisco la gola e mi asciugo le lacrime con la manica della maglietta.

-A volte fare il genitore significa prendere delle scelte che comportano la rottura del rapporto con i propri figli..questo era quello che ti ho sentito dire una volta al telefono quando ti avevo spiata dopo che hai smesso di parlarmi dal giorno dell'incidente di papà.-

Sto un po in silenzio.

-Avevi ragione a pensare che per me tu eri molto diversa da papá.Lui per me era tutto.Il fatto è che io sono stata sempre simile a lui nonostante l'aspetto fisico che davvero è uguale a te.Non era quello che volevo dire comunque,quelle decisioni che tu hai preso hanno cambiato la mia vita e tu hai avuto modo spesso di distruggermela tagliandomi fuori dalla tua..-

Vedo un fazzoletto davanti a me.É Deven.Lo prendo e mi soffio il naso.

-Non sono il modello di figlia desiderabile che volevate tu e papà anzi,a dire il vero sono tutto l'opposto.Ma nemmeno tu sei mai stata la madre che desideravo.Mi chiedo perché ti dico queste cose?-

Mi alzo e le lascio la mano.-Tu non mi ascolterai comunque,ma va bene così mamma.Ti perdono per ogni cattiveria,atrocità,sfacciataggine,e tanto altro ancora che mi hai fatto.Comunque vada rimarrai sempre nei miei ricordi con mio padre.Per cui ciao mamma,ti voglio bene,anche se forse non te lo sei mai meritata..-

Mi giro e abbraccio Deven che mi stringe e mi porta fuori da quella stanza buia mentre piango.Gli chiedo di ripormi a casa e così fa.

Laila mi apre addolorata e le chiedo di andare via presto.

Mi siedo davanti alla parete che ritrae mio padre e Deven si avvicina a passo leggero.

-Hai bisogno di stare da sola?-

-Ho bisogno di organizzare il funerale.- Lo guardo e sorrido ancora in lacrime.-Ma ho bisogno di te ora,più che mai Deven..-

Mi abbraccia e inizio a sfogarmi sul serio.

-Non é mai stata una madre Deven,ma ho il ricordo di lei quando eravami una famiglia e questo mi basta per vivere una vita dignitosa..-
Singhiozzo.

-Amore mio,lo affronteremo insieme d'accordo?non ti arrendere ce la farai..-

Il giorno dopo..

É tutto pronto.Un abito nero lungo e Deven affianco a me in giacca e cravatta.Tutto rigorosamente nero,come la mia vita del resto.

-Ce la farai tesoro..- mi mette le mani sulle spalle mentre sono davanti allo specchio e lo guardo dal riflesso.

-Si amore..-

Dotty e Kanton sono qui a sostenermi e io devo dire le ultime parole all'altare per poi accompagnarla.Ho dei fogli davanti,ero pronta per un discorso stretto ma non ce la faccio.Salgo.

-Mia madre era una donna molto particolare.Amava stare a leggere e scrivere e condivideva con il mio povero padre,quando era ancora in vita,la passione per il disegno,che hanno trasmesso a me.Non avevamo rapporto in questi ultimi anni,da quando abbiamo salutato mio padre,ma sentivo che lei mi voleva bene nonostante si sia chiusa nel suo mondo e io di conseguenza,nel mio.-

Sorrido amarmaente e continuo -Se mi ascoltasse le direi che l'ho perdonata.Mamma ti perdono per quello che hai detto e hai fatto,anche se é tardi.So che ci siamo amate finché potevamo.Penso solo che le persone vengano da noi,per un motivo- Mi scende una lacrima e guardo Deven in prima fila.- e dobbiamo accettare anche il momento di doverle salutare un giorno che sia per un litigio o una discussione.Niente pone fine alla propria vita tranne la morte.Quindi se avete dei problemi risolveteli finché potete ancora deliziarvi della compagnia di chi amate,anche se l'altro non vi ama come vorreste...perdonate.-

La sala piange.Non vedo una sola persona che non scoppi in lacrime per le mie parole.Persino Deven,Dotty e Kanton piangono davanti a me.Io sono l'unica che ha le lacrime che scendono in silenzio.

Con tutte le mie forze vedo la bara calare nella terra e così parlo ancora -Ciao mamma,abbi cura del papà- Tiro la mia rosa bianca.

Torno a casa non dormo ma mi stringo a Deven quato possibile.

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