capitolo 1

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Mi buttai sul divano e vidi l'ora nel telefono, bene mancavano 5 minuti per 16:00 lasciai da parte l'indirizzo della signora Tomlinson e decisi di riposarmi un po.

La sveglia del mio telefono suonò e mi alzai subito, era tardi

'Cavolo!' pensai.

Uscì dalla mia piccola casa e presi il primo bus che mi passò difronte , ero nervosa, non avevo mai fatto da baby-sitter, ma avevo bisogno di soldi per pagarmi gli studi per essere una Disegnatrice di moda, questo era il mio sogno!

Vi starete domandando perché i miei genitori non mi aiutano a realizzare questo mio sogno, bhe il fatto e che ho deciso di essere indipendente e fare le cose per conto mio, poi i miei odiano l'idea che voglio essere una Disegnatrice di moda..ma questa è la mia passione e sono decisa a compierla.

Sentì la voce di un Signore che avvisava che eravamo nella 104' strada mi staccai dai miei pensieri e decisi di scendere subito e ammirare quel che avevo davanti a me.

Mi trovai in una grande mansione di gente ricca, suonai al campanello 505 quello era il numero di casa Tomlinson, passarono 40 secondi ed una voce dall'altra parte del citofono mi domanda -si chi è? Cosa desidera?-

Io risposi -ehm..si Salve sto cercando la signora Tomlinson,sono la baby-sitter- detto questo il cancello si aprì e una voce disse "buona fortuna" non capivo il perché di quel 'buona fortuna' tss, toccai la porta, dopo aver aspettato come stupida.

Una signora di 40 anni mi aprì la porta, era davvero molto carina, si vedeva che era una buona persona quindi lasciai le mie paure e domandai -lei dovrebbe essere la signora
Tomlinson non è cosi-
dissi con timidezza

Lei Annui con un sorriso e mi disse -prego passa, accomodati mentre io chiamo a mio figlio-

Mi accomodai in un divano molto ampio incrociai le braccia e apettai.

Cominciai a giocare con le mie mani quando sentì qualcuno avvicinarsi ,era la signora Tomlinson ,che con una faccia triste mi disse

-non vuole scendere, ma tu puoi andare da lui, ora devo proprio andare e non essere dura con il mio piccino-

Detto questo chiuse la porta e se ne andò

Mi appogiai alla finestra è la vidi salire sulla sua macchina , intanto rimasi sola con un bambino, decisi di salire al piano di sopra , le pareti erano bellissime c'erano dei quadri dei Beatles, a quanto pare hanno gusti ottimi , mi emozionai e mi diressi nella prima porta del corridoio come mi aveva detto la signora.

Bussai la porta ma, era come se nessuno ci fosse aprì la porta e diedi un'occhiata alla stanza, vidi la porta del bagno semi aperta, faccio dei passi ed entrai nella stanza - hey, piccolo tua mamma se ne è andata, ora mi occuperò di te, spero ci troviamo bene-

Aprì la porta del bagno e potevo sentire una pressione che la richiuse subito, mi girai era un ragzzo giovane e castano, aveva un lunare nel collo e i suoi occhi erano di un marrone, molto belli.

Cosi li domandai -il tuo fratellino e li dentro, nel bagno vero?-

Lui rise scuotendo la testa - piacera piccola, sono Liam e la persona che è nel bagno non è mio fratello ma, è il mio migliore amico Louis- dice il castano ridendo.

Lo guardavo confusa e non sapevo perché ridesse tanto -ora vedrai- continuó
ridacchiando il castano.

Non capivo, qualcosa non andava bene, in quel momento la porta del bagno si aprì e un ragazzo uscì dal bagno, era senza camicia e aveva dei pantaloncini blu scuro, mi paralizai a vederlo , questo non ha notato la mia presenza e disse

-Hey ,Liam con chi parlavi?-

Liam lo prese dal braccio e li passò una maglietta e li sussurró qualcosa a Louis, io mi trovavo ferma, appoggiata al muro, finché lui parlò

-Ah, quindi....una baby-sitter?-

Impallidí , non sapevo perché mi sentivo cosi, mi piaceva il suo accento inglese ma, c'era qualcosa di strano in lui così guardai a Liam e lo spinsi in un angolo per domandargli:

-perché guarda dritto il muro e non ci guarda dritto negli occhi?- Dissi preoccupata a Liam, Liam mi guardò con un sorrisino e ci spostammo fuori dalla stanza

-Beh, lui è il bambino e si chiama louis, ha 19 anni e..lui è cieco- aveva gli occhi lucidi dicendo l'ultima parola, rientrammo subito nella stanza non volevo che Louis si sentisse da solo.

Si trovava seduto su una sedia, decisi di prenderlo delicatamente per il braccio ma, lui si staccò bruscamente e rimase un silenzio nella stanza, provai ad iniziare una conversione.

-ciao mi chiamo Mary sono la tua baby-sitter.. sono vicina a te- provai a prendere la sua mano e di nuovo la staccò bruscamente, mi sento una cretina.

-Quindi babysitter, ora ho una babysitter solo perché sono cieco NO!!!-
urlò Louis, in quel momento Liam entrò velocemente nella stanza, io cercavo di calmarlo ma senza risultati, Liam mi portò fuori dalla stanza e ai pochi secondi sentì dei rumori.

Il mio primo giorno di lavoro mi aveva fottuto......

AMORE CIECODove le storie prendono vita. Scoprilo ora