«Sbrigati, stiamo facendo tardi a lezione!» urlò Brooklyn, afferrandomi la mano. Alzai gli occhi al cielo, pensando a quanto fosse puntuale quella ragazza.
«Potremmo sempre entrare dopo.» azzardai, sorridendole. Mi guardò male e scosse la testa, continuando a correre verso l'edificio.
«Dai, Harry, corri.» si lamentò, per poi scoppiare a ridere. La sua risata, era la cosa più bella che le mie orecchie potessero ascoltare.
Aprii gli occhi, alzando improvvisamente la testa e mi guardai attorno. Non eravamo nel giardino del College a correre per non fare tardi a lezione, non eravamo per mano e Brooklyn non era in piedi a sorridermi. D'improvviso la realtà mi arrivò agli occhi, come un lampo. Ero seduto accanto al suo letto d'ospedale, quel letto bianco e triste. Ero ancora una volta in quella stanza, sperando che si svegliasse al più presto. Ero ancora in quell'ospedale monotono. Non mangiavo da qualche giorno, ma non importava. Ci sarei dovuto essere nel momento in cui si fosse svegliata. Non l'avevo lasciata nemmeno per un secondo, ma i giorni continuavano a passare e le sue funzioni vitali diminuivano sempre di più, facendomi perdere la speranza. I medici parlavano di organi che cedevano. Queste parole erano così assurde per me, sembrava che parlassero di un macchinario che piano piano si stava rompendo. Non mi ero mai sentito così impotente nella mia vita, io che mi ero sempre definito invincibile. Gli altri ragazzi avevano deciso di restare a Brighton, così avevano affittato un appartamento anche per me, ma io non ci ero ancora mai andato, calcolando che dormivo in ospedale. Niall era andato in Irlanda per qualche giorno, ma poi era tornato per Brooklyn, così come tutti gli altri. Venivano tutti i giorni e poi tornavano a dormire all'appartamento, sperando che mi facessi vivo anche io prima o poi. Il padre di Brooklyn dopo un paio di giorni dall'incidente era arrivato in ospedale, incredulo di ciò che era successo. Mi aveva conosciuto e ormai eravamo diventati compagni di stanza. L'estate era appena iniziata e l'anno di College per tutti gli altri ragazzi come me era terminato. Sarebbero dovuti essere mesi felici quelli, mesi nei quali avremmo fatto un bellissimo viaggio tutti insieme, ma si stavano rivelando i mesi peggiori della mia vita. Se solo fossi andato anche io con loro in macchina quel giorno, tutto ciò non sarebbe successo. Sarà stato il destino? Che cazzo di destino. Luke dopo il primo giorno non si era più presentato, forse era stato costretto a tornare nella sua città, chissà. Blair non si era ancora presentata sotto i miei occhi, non aveva avuto probabilmente il coraggio.
Mi distolse dai miei pensieri la porta che si aprì lentamente. Entrò sorridendomi leggermente Niall, venendo verso di me. Sospirai, afferrando la mano fredda e bianca di Brooklyn e portando lo sguardo al suo bellissimo viso, che era così pallido e ignaro di tutto. Mi chiedevo ormai da giorni se sentisse quello che le dicevo, se sentisse io che le accarezzavo la mano, i capelli e le guance. Mi chiedevo se ci fosse ancora delle vita in lei. Stavo perdendo sempre più le speranze e ormai piangere non sarebbe servito più a nulla.
«Novità?» mi chiese il biondo, sedendosi su una sedia accanto a me.
«I medici dicono solamente che continua a peggiorare.» gli risposi, tenendo lo sguardo su Brooklyn.
Restammo in silenzio e appoggiai la testa sul letto bianco dov'era distesa la mia ragazza, cercando disperatamente di non pensare a nulla.
«Domani i medici faranno l'esame per vedere se il suo cervello risponde agli stimoli e il padre deciderà cosa fare.» dissi a Niall, che si portò le mani tra i capelli.
Così mi preparai a passare un'altra notte in bianco.
***
I medici mi avevano fatto uscire dalla stanza, così andai alla macchinetta che stava lì accanto e presi una merendina e una coca-cola. Il padre di Brooklyn stava parlando con altri medici nella camera ed io mi sentivo così inutile in quel momento. La sua vita si trovava su un filo.
Il padre uscì finalmente dalla stanza e il suo sguardo non prometteva nulla di buono. Nel frattempo erano arrivati tutti gli altri ragazzi, che come me, aspettavano qualche notizia.
«L'encefalogramma è risultato piatto.» disse solamente con le lacrime agli occhi. «L'unica cosa che la tiene in vita è quella macchina.» aggiunse e mi portai le mani nei capelli, capendo cosa significasse.
«No, sono sicuro che c'è un altro modo.» disse disperatamente Liam.
Il signor Benson scosse la testa, abbassandola poi sul pavimento.
«Vuole staccare la macchina?» chiesi, per poi ottenere un silenzio da parte del padre di Brooklyn. Quello era un sì.
«No, la prego, sono sicuro che si risveglierà.» dissi. «Lei... è forte, può svegliarsi.» ripetei.
«Harry, non ha risposto a nessuno stimolo.» disse il signor Benson. «E' come se la sua vita fosse già finita.» aggiunse, con delle lacrime che gli rigavano sul volto.
«Così la farà morire definitivamente.» disse Kate, cominciando a singhiozzare.
«Mi dispiace, ragazzi.»
A quest'affermazione del padre, capii che era la fine. La fine di tutte le speranze. Corsi verso l'interno della stanza, abbracciando il corpo senza movimento di Brooklyn. Le accarezzai il viso, passando le dita sulle sue labbra carnose e ancora delle lacrime scesero lungo le mie guance.
«Sono veramente impotente, amore mio.» dissi singhiozzando. «Non posso fare nulla per salvarti.» aggiunsi, portandole i capelli sul petto.
«Ti amo così tanto.»
*spazio autrice*
Okay, eccomi qui di nuovo con il sequel di College. In questo momento so perfettamente che mi vorrete uccidere, ma vi prego di non fermarvi a leggere qui, ma di continuare e vedere se la storia vi piace andando avanti. Per chi non abbia letto la prima storia e volesse leggere solamente questa, può facilmente farlo, non c'è bisogno di leggere la precedente. Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo che sarà molto più lungo e succederanno più cose. Grazie mille per il sostegno e a presto :)
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College 2 ||н.ѕ||
Fanfiction«Sono veramente impotente, amore mio, non posso fare nulla per salvarti.» -Sequel di 'College'- (potreste leggere senza aver mai aperto il primo libro, anche se ve lo consiglio)