Scusate se è corto e orribile, ma serviva assolutamente per farlo finire in quel modo. Un'altra cosa: io starei scrivendo un'altra fan fiction e volevo sapere se siete interessati, magari potrei postare il prologo intanto. Commentate qui sotto con un parere, lo metterò solamente se voi siete d'accordo (naturalmente College2 continuerà :))
Buona lettura! xEllen's pov
Sentendo la sveglia suonare per la quarta volta sbuffai leggermente, alzandomi dal letto e notando che fossero le cinque precise di mattina. Avevo la gara quello stesso giorno e anche se sapevo perfettamente che mi sarei scontrata con persone alla mia stessa altezza e potenzialità, ero agitata. Negli ultimi due giorni mi ero esercitata tanto e non vedevo l'ora di mostrare ciò che ero in grado di fare. La presenza di Harry e i suoi amici, però, mi metteva ancora più in agitazione, perché non li conoscevo molto bene ed era la prima volta che qualcuno veniva alla gara per vedere appositamente me. Così quella mattina mi alzai agitata per tutte quelle cose messe insieme e andai velocemente a farmi una doccia e a vestirmi, fiondandomi in macchina diretta verso la spiaggia di Brighton. Fortunatamente arrivai dopo poco e alle sei e mezza ero già pronta per cavalcare le onde, facendo un po' di esercizi prima che la gara avesse inizio.
Harry's pov
La spiaggia era decisamente diversa dalla sera prima; c'erano un sacco di persone e avevano messo degli spalti, così avevamo deciso di sederci più in alto per vedere meglio, anche se erano presenti degli enormi schermi. Avevano deciso di venire anche Liam e Jeremy, anche se effettivamente, lui non avrebbe potuto vedere nulla.
Erano scattate le dieci e mezza e la gara sarebbe iniziata per le undici. Avevo visto Ellen a riva insieme a tutti i partecipanti alla gara, che stava in piedi accanto alla sua tavola, mentre nervosamente si mordicchiava il labbro. Era visibilmente agitata e quasi quasi mi venne l'impulso di andare da lei per dirle che sarebbe andato tutto bene, ma preferii non farlo. Sarebbe stato imbarazzante e fuori luogo. Quando la gara iniziò Ellen si girò verso gli spalti, dov'eravamo noi, e ci cercò con gli occhi, così sorrisi, alzando una mano per mostrarle dove ci trovavamo. Sorrise ampiamente e agitò anche lei la sua mano, salutandoci. Lo speaker fece l'appello di ogni partecipante, per poi chiamarli nuovamente uno alla volta. Il primo era un ragazzo e a quanto avevo capito si chiamava Jack, Josh, John o qualcosa di simile; appena venne pronunciato il suo nome egli entrò in acqua facendo una corsetta, mettendosi sdraiato a pancia sotto sulla propria tavola, muovendo poi velocemente le mani per andare verso le onde. Inizialmente cavalcò le onde con eleganza e bravura, ma poi, alla fine, non riuscendo a rimanere in equilibrio, cadde dalla tavola, scomparendo sotto il livello del mare. Per un momento ebbi paura che anche Ellen sarebbe potuta cadere tra le onde, ma appena il suo nome venne pronunciato dallo speaker, diventò un vero e proprio terrore. La ragazza cavalcò con eleganza le onde, per poi uscire dall'acqua sorridente. A fine gara i risultati la classificavano seconda ed ero contentissimo per lei, che aveva appena ricevuto la medaglia d'argento. Quando la raggiungemmo ci abbracciò e la presi un attimo per mano, portandola un po' più lontano dalla folla per parlarle.
«Complimenti, sei stata brava.» le dissi sorridendo, mentre la mia mano rimaneva stretta alla sua; appena me ne accorsi la tolsi velocemente, vedendola cadere in imbarazzo.
«Oh, beh, grazie.» sussurrò, arrossendo leggermente.
La vidi tremare per un attimo, così non ci pensai due volte a togliermi il giacchetto per metterlo sulle sue spalle. Faceva freddo, era ormai buio e lei era ancora bagnata, avendo la muta addosso che non si sarebbe asciugata facilmente. Ellen arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo e ringraziandomi intimidita. Girai lo sguardo verso i ragazzi che stavano parlando animatamente tra loro, non prestando attenzione a noi.
Quando ci riunimmo a loro decidemmo di andare tutti insieme a cena per festeggiare la vittoria di Ellen, però la sua macchina decise di non partire, così l'accompagnai io a casa per farla cambiare e mi invitò ad entrare.
«Vivi da sola?» le chiesi, guardandomi intorno, notando la casa vuota.
Era molto piccola e la cucina era aperta al salone, dove c'era un divano, una poltrona ma nessun televisore. A destra del salone c'era un corridoio, dove probabilmente si trovavano le camere e il bagno.
«Uh no, mia madre lavora di notte in questo periodo.» disse senza approfondire il discorso, per poi invitarmi a sedere sul divano.
Mi disse che si sarebbe cambiata velocemente e così fu; fortunatamente non dovetti aspettare molto.
Quando mi raggiunse in salone notai che aveva indossato un vestito abbastanza scollato sul davanti, lasciando intravedere una cicatrice all'altezza del petto, ma non riuscii a guardarla bene, poiché si sbrigò a nasconderla con una sciarpa, come faceva di solito. Non feci domande ma rimasi comunque molto confuso dal suo comportamento; non ebbi il tempo di pensare che il mio telefono suonò, indicandomi che era arrivato un messaggio.
Era da parte del padre di Brooklyn.
"Ho veramente bisogno di parlarti Harry. George."
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College 2 ||н.ѕ||
Fiksi Penggemar«Sono veramente impotente, amore mio, non posso fare nulla per salvarti.» -Sequel di 'College'- (potreste leggere senza aver mai aperto il primo libro, anche se ve lo consiglio)