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Scusate se c'è qualche errore ma non ho riletto. Provvederò a farlo!

P.s se volete commentare anche su twitter come vi ho già detto potete usare #College2HS
Ho postato una nuova storia che si chiama 'Recall', andate a dare un'occhiata!

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Non pensavo che ricordare Brooklyn mi facesse ancora così male, eppure vedendo Kai e pensando a tutto ciò che era successo con lei e quell'imbecille mi ritornò in mente ogni minimo particolare e un peso sullo stomaco non tardò ad arrivare.

«Cosa ci fai tu qui?» sbottai, sgranando gli occhi, cosa che fece subito anche lui dopo avermi visto.

Sembrava sorpreso, sperai solo che non stesse tramando qualcosa.

«Io, io-»

«Non siamo più al college, Kai, e Brooklyn è morta. Ora spiegami, cosa cazzo ci fai qui?» insistetti, cominciando a sentire le vene sul collo pulsare per la rabbia.

Lo vidi indietreggiare leggermente quando uscii da dietro la cassa, ma non mi azzardai ad avvicinarmi.

«Non sapevo che tu lavorassi qui, tantomeno che ti fossi trasferito a Londra.» si difese subito, entrando in panico. «Mi sono trasferito da poco e la mia ragazza mi ha raggiunto da qualche giorno.» spiegò.

Appena sentii la parola 'ragazza' mi tranquillizzai un po', sentendo i muscoli rilassarsi, soprattutto subito dopo che Ellen si avvicinò a me, posandomi una mano sul braccio e accarezzandolo.

«Voi due vi conoscete?» chiese lei, confusa.

Kai sembrava essere veramente mortificato per quell'incontro e aveva un'espressione spaventata, naturalmente aveva paura di me e di quello che avrei potuto fargli. Mi aveva mandato un messaggio con le scuse prima che conoscessi Ellen e tutto il casino che c'era stato dietro, e forse cominciavo a credere che fosse sincero.

«Lunga storia.» risposi bruscamente, terminando lì il discorso.

«Beh, allora... non c'è bisogno di nessuna presentazione.» disse Ellen, in imbarazzo.

«Io me ne vado.» dissi.

Non tolsi un attimo gli occhi da Kai, il quale non era cambiato per niente dall'ultima volta. Andai nello stanzino per prendere il giubbotto e le chiavi della macchina, per poi uscire dalla libreria, lasciando sicuramente tutti e due un po' scettici. Non volevo lasciarla sola con lui, ma non sarei rimasto un minuto di più in presenza di quel tipo.

Mi sentii bloccare dal braccio e girandomi vidi Ellen con il fiatone che probabilmente mi aveva ricorso. Aggrottai le sopracciglia, guardandola negli occhi.

«Tu... non puoi semplicemente andartene così, capito?» sbottò e capii che si stesse arrabbiando. «Tu... sei uno stronzo, Harry! Cazzo, sei così imprevedibile e mi confondi ad ogni minima mossa che fai. Prima mi baci, passiamo dei giorni insieme durante i quali va tutto a meraviglia, poi mi rispondi male, mi dici che non puoi avere una storia ed io allora subisco e subisco ancora, ma ora basta. Si è aggiunta questa storia, con il nuovo collega e non capisco veramente perché tu abbia così tanti problemi che non mi hai mai detto! E, dio, mi fai così inn-»

Non le lasciai il tempo di finire che feci incontrare le nostre labbra. Ancora un chiarissimo gesto di contraddizione, ma non avevo resistito. Lei era l'unica in quel momento che mi dava un minimo di sollievo e l'unica che mi faceva sentire rilassato in ogni momento. Avevo semplicemente bisogno di quel bacio, fregandomene delle conseguenze. Lei inizialmente non ricambiò, ma appena la presi per i fianchi, attaccandola al mio corpo, si lasciò andare, allacciando le braccia al mio collo e sollevandosi sulle punte dei piedi. Interruppi il bacio per primo, allontanandomi leggermente per prendere fiato. Lei scosse la testa, chiudendo un attimo gli occhi e sospirando.

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