Ormai erano quasi le sette.
Non avevo voglia di andare a casa, così mi diressi al parco.
Ero seduta su un'altalena, mentre lacrime calde mi rigavano il viso.
Come ero potuta essere così stupida? Era chiaro come il sole che mi stesse prendendo in giro!
Fra tutti gli scherzi che mi ha fatto questo è stato il più cattivo.<Eccoti qui!> disse all'improvviso una voce alle mie spalle che mi fece scattare in piedi.
Mi girai e vidi Ikuto all'entrata del parco.
Lui fece un passo in avanti e io in automatico lo fece all'indietro.
Non avevo voglia di vederlo. Mi avrebbe solo fatto un'altro scherzo.
<Okay...non mi avvicinerò. Però almeno accetta le mie scuse> disse lui con la voce affannata, forse per la corsa che si sarà fatto per arrivare fin qui.
<Vattene Ikuto!> esclamai cercando di trattenere le lacrime.
<Amu...scusami.> sussurrò lui con una strana tristezza nella voce.
<Vattene o me ne vado io.> dissi aspettando che fosse lui ad arretrare e a sparire, ma non fu così.
Non accennava ad andarsene.
<Bene, vedo che hai deciso di restare.> dissi mentre mi giravo per andarmene ma mi ritrovai subito un paio di braccia che mi bloccavano.
<Lasciami...> dissi mentre le lacrime aumentavano <Ti prego lasciami...>
<No.> rispose.
Ikuto si accorse delle lacrime è con voce dolce e calma disse <Hey...non piangere...è da ragazzini...><Io sono una ragazzina!> esclamai io.
Lui si avvicinò al mio orecchio e sussurrò <Bhe se lo sei tu lo sono anch'io>
<Ikuto...ti prego lasciami...> ripetei implorante.
<No.> rispose con voce dolce come zucchero.
<Ti prego...lasciami...va dalla tua ragazza...fa quello che ti pare ma lasciami stare> dissi io mentre cercavo di liberarmi.
<Cara Amu...tu sei la mia ragazza> disse lui in un sussurro.
Le lacrime si fermarono e il cuore iniziò a fare il matto.
Non potevo cascarci di nuovo.
<Cosa?> chiesi io.
<Certamente. Non lascerò che nessuno ti tocchi o ti porti via da me. Chiaro?> chiese lui <È ora...puoi tu Amu Hinamori scusarmi per tutte le cose che ti ho detto?>
Mi girai verso di lui e lo guardai dritto negli occhi.
È così bello...
Allungai una mano verso il suo viso e gli accarezzai la guancia destra.
<Bhe...allora nessuno ti potrà portare via da me.> dissi io sorridendogli.
Lui che aveva abbassato lo sguardo lo rialzò fissandomi con i suoi occhi magnetici.
<Ikuto...>iniziai io ma lui non mi dette il tempo di continuare.
Aveva sigillato le mie labbra con le sue.
Quella fu stata la prima volta che venni baciata così.
I secondi parvero ore e i minuti un'eternità ma non volevo che smettesse.