Mi sembravano ore che vagavo nella notte senza una meta precisa.
Non volevo tornare da Yaya ma non volevo nemmeno tornare a casa.
<Amu perché sei scappata?> mi chiese Miki <Ikuto non aveva detto nulla di male...>
<Miki non posso permettere una cosa simile. Ikuto ha già perso abbastanza tempo con me..È ora che si trovi qualcuno che possa starle accanto> dissi io trattenendo lacrime pesanti come massi.
<Amu...Ikuto non avrebbe fatto tutto ciò se non ti amasse. Sai come si dice...l'amore sboccia fra qualunque età ed è sempre ceco.> disse Ran.
<No a dire il vero non l'ho mai sentito questo proverbio.Ma si, l'amore rende ciechi.> dissi io.
<E lo stesso. Il punto e che Ikuto non ha occhi che per te...non crederai mica che in tutti questi anni non ci sia stata qualche ragazza carina che...> disse Miki.
<Ovvio che lo so. Ed è questo che mi fa infuriare. Invece di scegliere qualche sua coetanea più carina e che possa stargli accanto perché perdere tempo con me?> chiesi io.
<Amu non riesci proprio a capire eh?> chiese Su con il suo tono pacato.
<Su Amu...così finirai solo col ferire entrambi.> disse Miki.
<Amu dai che c'è la puoi fare! Adesso andiamo da Ikuto e questa volta devi dire ciò che provi realmente per lui> disse Ran
.<Grazie per le vostre parole ma...ora vorrei stare da sola.> dissi io.
<Ma Amu...> iniziò Ran.
<Per favore.> dissi io senza guardarle.
<Okay...ma se hai bisogno di noi basta chiamarci e noi...> disse Ran.
<Si,ho capito ma ora andate.> dissi io.
Ran, Miki e Su tornarono silenziosamente nelle loro uova del cuore.
Le misi nella borsa e iniziai a camminare.
Non posso...Ikuto merita il meglio,non una ragazzina come me...e per far si che capisca dovrò evitarlo...anche se questo mi spezzerà il cuore...
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Quando tornai a casa non c'era nessuno.
I miei genitori erano andati fuori città con Ami e sarebbero tornati il giorno dopo.
Accesi le luci e per poco non mi venne un'infarto.
Seduto sul primo gradino delle scale c'era Ikuto.
Non riusci a chiedere spiegazioni. Ikuto si era avvicinato a me con una velocità pazzesca e prendendomi il viso tra le mani mi aveva baciato.
Avrei dovuto staccarmi. Mi ero ripromessa che avrei dovuto chiudere ogni rapporto con lui ma non ci riuscivo.
Non avevo la forza di respingerlo, il mio corpo non voleva.
Come potevo tagliare i ponti con lui se mi tirava certi colpi bassi?
Alla fine spensi il cervello e lasciai che fossero l'emozioni a comandare il mio corpo.
Assaporai il bacio.
Era morbido, dolce.
Era una sensazione indescrivibile, non volevo che finisse.
All'improvviso mi accorsi che il mio corpo voleva qualcosa di più, era un'emozione mai sentita prima.
Proprio quando mi avvinghiai ad Ikuto, lui si stacco da me.
Trattenni un esclamazione di disapprovazione.
Perché si era fermato? Era troppo presto?
Sul suo viso c'era un sorriso sghembo <È così non ti piaccio, eh?>
Maledizione!
<Non provare a negarlo My Princess, anche tu ti stavi lasciando andare.> continuò lui.
Non sapevo cosa inventarmi.
Era chiaro come il sole che quel bacio era piaciuto anche a me.
<Io...non...> iniziai senza sapere come continuare.
<Perché ti ostini a negare l'evidenza?> mi chiese lui.
<Perché sono affari miei. Ora vattene!> esclamai io.
Lui mi guardò a lungo <Tu menti.>
<Non sto mentendo.> dissi secca ma ero falsa anche alle mie orecchie.
<Dovrai essere sincera, che tu lo voglia o no.> e scomparve come fumo.
Non è possibile! Come faccio ad evitarlo se poi è lui che mi insegue?
<Amu?> disse Ran <Possiamo uscire?>
<Si, uscite pure.> dissi io.
<Abbiamo sentito la voce di Ikuto, va tutto bene?> chiese Su.
<Si...si, va tutto bene.> risposi io iniziando a salire le scale.
Mi infilai sotto le coperte ma quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Cosa mi aveva fatto?
In quei pochi istanti ero diventata una persona completamente diversa, cosa mi stava succedendo?
Lui aveva iniziato ma io non avevo minimamente accennato a finire.
Avevo completamente perso il controllo.
Ne ero sicura, qualcosa in me stava cambiando e non so se fosse una cosa buona.
Se fosse successo di nuovo non sarei riuscita più a fermarmi.
Non potevo permettere una cosa del genere.
Ikuto era stato così calcolatore...aveva programmato tutto e non aveva permesso che l'emozioni che provava si fossero spinte troppo oltre.
Aveva mantenuto un controllo che io non avevo e questo mi dava su i nervi.
Le sue parole mi rimbombavano nella mente.
Dovrai essere sincera, che tu lo voglia o no.