Capitolo 12(Revisionato)

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Ecco, stavo per andarmene e non sapevo quando sarei tornata.

<Allora io vado.> dissi prendendo il mio borsone e avviandomi verso la porta.

<Ci mancherai tanto tesoro...> mi salutò mia madre porgendomi un sorriso d'incoraggiamento.

<Mi raccomando scricciola mia...> disse mio padre tra le lacrime.

Mi dispiace...

Proprio in quel momento arrivò Ikuto.

Feci un sospiro di sollievo. Da sola non c'è l'avrei mai fatta.

Ikuto si avvicinò all'entrata con passo sicuro e un sorriso stampato sulle labbra.

<Non si preoccupi signor Hinamori ci penserò io ad accompagnare vostra figlia in aeroporto.> disse lui prendendomi il borsone tra le mani.

<Oh ma che gentile!> esclamò mia madre.

Provai a sorridere come faceva Ikuto ma il risultato era solo una smorfia tirata.

<Non ti preoccupare papà, starò con Ikuto.> dissi io mentre lo abbracciavo.

<E proprio questo che mi preoccupa...> rispose mio padre sospirando.

Abbracciai anche mia madre e Ami.

<Hey ma che ti prende?!> chiese Ami acida mentre cercava di sfuggire al mio abbraccio.

<Mi mancherai.> dissi io trattenendo le lacrime.

<Io non ne sarei così sicura...> sussurrò Ami <Quando non ci sarai mi prenderò la tua stanza.>

Cercai di reprimere l'istinto di strangolarla e mi limitai a stringerla più forte prima di lasciarla.

In quel momento arrivò il Taxi.

<Dobbiamo andare.> mi sussurrò Ikuto all'orecchio.

<Vai o perderai l'aereo.> disse mia madre.

<Mi raccomando figliula mia, fai attenzione.> disse mio padre asciugandosi le lacrime con un fazzoletto, poi si girò verso Ami ed esclamò <Oh pargoletta mia, non crescere mai!>

Ikuto mi prese la mano e me la strinse.

Ormai dovevo andare, il tempo era finito.

<Ci vedremo presto...è una promessa.> sussurrai io.

I miei si guardarono un po' confusi, così prima che potessero fare domande mi incamminai verso il Taxi.

Ikuto mi aprì la porta per farmi salire, e poi la richiuse salendo dall'altra parte, al mio fianco.

Dal finestrino salutai i miei con un sorriso tirato.

Ikuto prese un pezzo di carta che aveva in tasca e lo diede all'autista.

<Dove dovete andare?> chiese l'autista.

<A quest'indirizzo> rispose lui mentre l'uomo leggeva il fogliettino.

<Va bene, signore.> disse alla fine l'uomo al posto di guida prima di partire.

<Pronta?> chiese lui prendendomi la mano.

Feci un respiro profondo e dissi <Si, sono pronta.>


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Per tutto il viaggio rimanemmo in silenzio.

Non avevo voglia di parlare e Ikuto rispettava la mia scelta.

Guardai il paesaggio intorno a noi mutare. Le case iniziarono a diradarsi, mentre la natura prendeva il sopravento.

<Eccoci arrivati. Sono 5000 yen*> disse l'autista accostando.

Ikuto diede i soldi all'autista e prendendo il mio borsone scese.

Come mi chiusi la portiera dell'auto alle spalle, così ripartì.

<Dove siamo?> chiesi io.

<La villa della famiglia di mia madre.> rispose Ikuto scrutando l'imponente edificio

<Ah...> fu l'unica cosa che riuscì a dire.

<Dai. Vieni.> disse Ikuto prendendomi per mano.

Non dissi nulla finché non arrivai al grande portone della villa.

<Ma qui...> non sapevo come chiederlo.

Siamo soli? In questa casa non c'è nessuno a parte noi?

<Se vuoi sapere se c'è qualcuno. No, non c'è anima viva.> rispose lui con una luce felina negli occhi.

O mamma! O mamma!

Lui aprì la grande porta, che aveva tanto l'aria di essere molto pesante.
Quello che vidi dentro per poco non mi fece cadere.  

Amu & Ikuto #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora