Ormai erano passate due ore e io stavo ancora girovagando fra i corridoi senza una meta.
<Certo che questi corridoi fanno un po' paura...-> dissi io guardando gli infiniti e bui corridoi della villa.
<E gia'! Forse da un momento o l'altro verremo mangiate da un mostro...Buuuuuu!> disse Ran cercando di far paura a Miky e Su.
<AAAAAAAAHHHHHHH!> dissero loro prima di scoppiare a ridere.
<Hey. Cercate di fare meno casino.> dissi io con la solita aria infastidita ma in realta' me la stavo facendo a dosso dalla paura.
<O-ok!> dissero loro.
Continuammo a camminare per un po' in silenzio finche' Ran non inizio a raccontare una storia dell'orrore.
<Si dice...che qualche anno fa, proprio in questa villa si aggirasse un serial Killer.
Un giorno pero' una delle sue vittime riusci' a chiamare i rinforzi e quando arrivo' la polizia fu troppo tardi...la vittima era stata ritrovata morta sul pavimento della sua stanza e del serial Killer non ci fu piu' traccia...alcuni dicono che sia morto, altri che sia semplicemente sotto mentite spoglie fatto sta che la sua anima si aggiri ancora fra questi corridoi, in attesa della sua nuova vittima! BUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!><Signorina?> mi chiamò una voce femminile alle mie spalle.
Io feci un salto ed urlai <AH!> mi girai e vidi una delle cameriere della villa con la loro solita divisa nera e biancha.
<Mi perdoni, signorina. Non volevo spaventarla.> disse lei guardandomi un po' preoccupata come se stessi per svenire da un momento all'altro.
<N-non mi ha s-spaventato...sto bene, davvero.> dissi io.
Lei esitò un attimo ma poi lascio perdere e disse <Se mi vuole seguire...Il fratello della signorina Utau mi ha chiesto di riferirle che sarebbe il caso di chiamare i vostri genitori. Ha detto che voi sapevate cosa dire.>
<Si, certo.> dissi io <Andiamo->
Mi ero completamente scordata di chiamare i miei genitori.
Vidi fuori e mi accorsi dei bellissimi alberi di pesco in fioritura che si trovavano nei giardini.
<Waaaaaa!> fecero Ran, Miky e Su <Come sono belli!>poi Ran mi chiese <Non è vero Amu che sono bellissimi?>
<Già...sono bellissimi.> non so perché ma vedere quegli alberi di pesco mi faceva sentire un po' triste.
<Amu c'è qualche problema?> chiese Miky.
<Sembri un po' triste> continuò Su.
<No...no sto bene, sul serio.> dissi io sorridendo. Proprio in quel momento arrivò la cameriera con il cellulare fra le mani.
<Ecco a lei...> disse la cameriera <Se avete bisogno di me sono qui fuori. Io sono Elena.> e uscì scomparendo dietro la porta.
Aspettai qualche secondo rimanendo a guardare il cellulare poi però mi feci coraggio e composi il numero di casa.
Dopo tre squilli risposero <Pronto?> era Ami.
<Ami sono io, Amu.> dissi io con le lacrime agli occhi.
<Sono giorni che non ti fai sentire!> disse lei <Mamma e papà ti hanno chiamato un sacco di volte, dov'è il tuo cellulare?>
<Oh...Ehm...credo di averlo perso...> dissi io <In aeroporto.>
Lei borbottò qualcosa come "Imbranata" e "Perde sempre tutto" ma lasciai correre.
<Non sei andata a scuola?> gli chiesi. In realtà non avevo la minima idea di che giorno fosse oggi.
<Ovviamente no, oggi è Domenica.> disse lei <Ci manca solo che ci fanno andare anche la Domenica. Che c'è non li avete i calendari lì da voi?> chiese poi.
<C-certo che c'è li abbiamo!> dissi io <Mi passi a mamma?>
<Ok. Ci vediamo.> e passò il cellulare a mia madre.
<Pronto?> rispose lei.
<Mamma sono Amu.> dissi io.
<Amu! Tesoro!> disse lei.
<C-ciao...> dissi io mentre mi si rompeva la voce.
<Cosa c'è Amu? Qualche problema?> chiese mia madre.
<No. Tutto a posto un po' di raffreddore ma passerà presto.> gli dico io con gli occhi lucidi.
Perché dovevo mentire a tutte le persone che volevo bene?!
<Mi raccomando prendi qualche tisana calda e non prendere freddo quando esci.> disse lei.
O mamma...mi manchi...mi manchi tantissimo...
<Sai tesoro qui manchi a tutti...Ami è diventata più isterica del normale negli ultimi giorni...> disse lei mentre come sottofondo c'era la voce di mia sorella che sbraitava <Guarda che non mi manca! Mi senti sorellona?! Non mi manchi!>
Ami...
<Certo, certo...comunque...ora è meglio lasciarti ai tuoi studi però mi raccomando chiama più spesso!> disse lei.
<Ok.> dissi io poi continuai <Vi voglio bene.>
<Oh tesoro...anche noi te ne vogliamo!> disse lei <Ciaooo!>
<Ciao...> dissi io con un filo di voce prima di chiudere la chiamarsi