Aprì gli occhi. Senza accorgermene mi ero addormentata.
Erano le 11:00.
<Buongiorno...> disse Ran uscendo dal suo uovo.
<B-buongiorno...> dissi io sbadigliando.
<Ciao...> disse una voce alla mia sinistra.
Era la voce di Ikuto.
<Ciao.> probabilmente stavo ancora dormendo.
Si era un sogno, un bellissimo sogno.
<Hai fame?> chiese lui.
<Mmh...un po'...> risposi io con la voce impastata.
<Bene perché ti ho portato dei Taiyaki al cioccolato.> disse lui parandomi un sacchetto di carta davanti agli occhi.
Non poteva essere un sogno...era tutto così vero.
Un attimo.
Cosa?! Quindi non sto sognando?
<Che ci fai tu qui?!> esclamai io mettendomi a sedere.
<E così che si dice grazie a chi ti porta la colazione?> chiese lui.
<Esci dal mio letto! Se ti vede mio padre sono guai.> esclamai io.
<Ma veramente...> non gli diedi il tempo di continuare perché qualcuno aveva bussato alla porta e così lo presi e lo buttai nell'armadio.
<Amu posso entrare?> chiese mia madre.
<Si, si entra.> dissi io chiudendomi la porta dell'armadio alle spalle.
Lei entrò con un vassoi in mano.
<Ikuto dov'è?> chiese mia madre.
<C-che cosa?> chiesi confusa.
<Aveva detto che ti avrebbe portato la colazione ma non lo vedo...> disse mia madre <Ho capito! Si è di nuovo nascosto nell'armadio, vero?> e aprì la porta dell'armadio ed Ikuto uscì.
<Mi scusi signora Hinamori...> disse Ikuto facendo un profondo inchino.
<Amu non trovi che sia una amore?> chiese mia madre.
<Si, si, certo come no.> dissi io sbuffando.
<Be vi ho portato un po' di cioccolata calda...> disse mia madre posando il vassoio, con due tazze fumanti, sul comodino <Be io vado...> e uscì dalla stanza.
<Grazie.> disse di nuovo Ikuto facendo ancora una volta un profondo inchino.
Mia madre sorrise e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
<Sei sempre la solita frettolosa...> disse Ikuto aprendo il sacchetto e prendendo un Taiyaki.
Il mio stomacò brontolò alla vista di quel Taiyaki.
<Cosa c'è?> chiese lui iniziando a mangiare il suo dolcetto.
<P-potrei....?> iniziai io.
<Vuoi dargli un morso?> chiese Ikuto con aria maliziosa.
Lui gli aveva già dato un morso e l'idea di darne uno anch'io mi faceva arrossire come una babbea.
<E allora?> chiese lui.
<O-ok...> dissi io.
Lui avvicinò il suo Taiyaki alla mia bocca e gli diedi un morsetto.