<Che stai facendo?>
<Oh, Ikuto!> dissi io <Ehm...C-ciao lui è...> ma non riuscì a finire la frase.
<Sono Lucas.> disse lui parandosi davanti a me è stringendo la mano di Ikuto.
Lo sguardo di Ikuto si posò sul ragazzo davanti a me per un secondo poi tornò a fissarmi.
<Amico tuo?> chiese lui con un sorriso forzato.
<Ma chi lo conosce!> esclamai.
<Ci siamo scontrati questo pomeriggio e gli ho offerto qualcosa da mangiare ma lei ha rifiutato.> disse Lucas.
Stai zitto impiccione! Pensai.
<Bhe visto che vi siete salutati possiamo anche andare. Vieni Amu?> mi chiese lui.
Provai ad aggirare il ragazzo davanti a me ma lui si spostò di nuovo bloccandomi.
<Dove andate?> chiese lui curioso.
<Non sono affari tuoi...> gli sibilai.
Ikuto spostò il suo sguardo su Lucas.
<Non credo siano affari tuoi.> disse Ikuto come se volesse incenerirlo con gli occhi.
<I tuoi sanno che esci con un tipo così vecchio?> chiese lui.
Diventai rossa come un peperone per la rabbia.
<Senti un po'. Ma chi credi di essere?! Non credo siano affari tuoi con chi esco! Quindi ti consiglio di smammare e in fretta.> dissi io.
<Calma calma.> fece lui <Me ne vado. Si ci vede Principessa.> e mi diede un leggero bacio sulla fronte.
Rimasi impietrita.
Non ebbi il tempo di urlargli contro che era un maniaco, perché era già sparito.
Ikuto era rimasto lì dov'era.
Non aveva intenzione di venirmi incontro.
<Ikuto...> lo chiamai.
<Hai detto che non lo conoscevi.> disse lui inespressivo.
<Infatti è così. E un tizio con cui mi sono scontrata oggi.> dissi io <Ti posso giurare che tra...>
<È un portatore di Shugo Chara.> tagliò corto lui.
<E allora?> chiesi.
<Non un portatore qualunque.> disse Ikuto <Quel tipo e un agente della Easter.>
<Agente...dell'Easter...> ripetei.
<Devo parlare con Tadase.> disse lui componendo il numero con il suo cellulare.
<Va bene vengo anch'io ma...Ikuto la Easter non ha chiuso i battenti 5 anni fa?> chiesi io confusa.
Lui mi guardò con una strana luce negli occhi <Già...andiamo.>
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Arrivati davanti la casa di Tadase mi fermai un attimo.
Ikuto arrivò davanti la porta d'ingresso e suonò il campanello, mentre io lo raggiungevo.
<Chi è?> chiese una voce aspra come un limone.
<Signora Hotori, sono Ikuto Tsukiyomi. Mi scusi per il ritardo dovrei parlare con vostro figlio> disse Ikuto.