Capitolo 14

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-Dimmi.-sorrido e le prendo la mano per darle coraggio.
Sinceramente,ho paura di ciò che potrebbe dirmi.
Si sistema bene sul divano,con fatica chiude gli occhi e inizia a respirare profondamente.
-Ero andata ad un servizio fotografico,dopo pranzo.-si schiarisce la gola per alzare di più il tono della voce.-quando sono uscita...-subito si blocca e si tocca il petto.
Non riesce nemmeno a parlare...
Fa segno con la mano di avere male così subito la tranquillizzo.
-fa niente,quando avrai piú forze ci racconterai tutto.-
Certo,come se da un momento all'altro sarà guarita.
É proprio rotta,non parla e fa fatica a muoversi.
Abbassa la testa come se avesse bisogno di raccontare tutto,come se avesse bisogno di sfogarsi.
-Facciamo una cosa,tieni.-le porgo un foglio bianco ed una penna.-scrivi...scrivi tutto ciò che vuoi dirmi.-

Si mette seduta e prende il foglio,cosa che io non mi aspettavo facesse...inizia a scrivere.

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Sono passati 40 minuti da quando lei ha quel foglio in mano.
Non riesce nemmeno a scrivere.
-Secondo te cos'è successo ieri ?-Mi chiede Denise,in cucina.
-Non lo so e non oso immaginare. Qualcosa deve pur essere successo per ridurla così.-
-Ho paura,ho paura resti così per sempre.-sussurra stringendosi a me.
Mi giro e noto Lali senza più penna tra le mani,che ci osserva. Facendo cadere qualche lacrima.
Mi avvicino a lei e prima di iniziare a leggere ciò che ha scritto le asciugo la guancia...sono lacrime calde.
La scrittura sembra quella di un bambino di 5 anni,poverina.

"Ciao Peter,scusa se non riesco a parlare. Scusami per tutto ciò che ti avrò fatto passare ieri,sono stata una stupida a lasciare il cellulare a casa. Quando sono uscita dal locale,ho salutato tutti come sempre ed ero diretta verso la mia macchina.
Quando un gruppetto di 3 ragazzi,sui 18 anni,mi ha fermata."

Non riesco a continuare...non ce la faccio.

"Mi hanno chiesto dove fossi diretta e io non ho risposto,continuando a camminare. Sembravano ubriachi...ridevano senza un senso. Non ho mai avuto così tanta paura. Ero terrorizzata a morte e mentre camminavo verso il posteggio cercavo il cellulare,non l'avevo. Quando sono arrivata alla portiera e mi sono voltata li ho visti dietro di me che si avvicinavano. Ho iniziato ad urlare ma nessuno mi sentiva. Cercavo di entrare in macchina ma hanno fatto più veloce loro. Sono arrivati e uno dei tre mi ha tappato la bocca. Mi hanno detto che non mi avrebbero fatto del male se avrei fatto tutto quello che mi avrebbero chiesto. Io avevo troppa paura,tremavo,pensavo mi sarebbe scoppiato il cuore a momenti. Ho iniziato di nuovo ad urlare,urlavo il tuo nome...quello di Denise...urlavo aiuto. Pensavo di non uscirne viva da quella situazione."

Inizio ad irrigidirmi,Denise lo nota subito e mi accarezza la schiena continuando a leggere anche lei.

"Mi hanno ordinato di stare zitta o se no mi avrebbero uccisa. Ma so che non l'avrebbero fatto,io gli servivo...per un motivo che all'inizio ancora non sapevo. Ho iniziato a piangere,in silenzio però. Uno dei tre ragazzi mi ha detto che non mi avrebbero fatto nulla se solo sarei salita in macchina con loro. Mi hanno detto che ero bella,che avevo un bel corpo...e che volevano baciarmi. Uno biondo si é avvicinato alla mia bocca ma io subito l'ho spinto via. Non l'avessi mai fatto...si é alzato tutto arrabbiato e mi ha tirato uno schiaffo,facendomi cadere contro l'auto. Dato che non riuscivano a farmi salire in macchina nemmeno con le cattive,hanno deciso di portarmi in un parco. Dove anche lì per mia sfortuna non c'era nessuno. In lontananza però vidi un uomo e iniziai ad urlare per farmi sentire.
Quel povero ragazzo ha provato ad aiutarmi,ma é stato colpito in pancia anche lui ed é svenuto. Chissà dov'è ora. Fatto sta che mi hanno portata giù di una discesa,davanti uno stagno. Mi hanno ordinato di spogliarmi ma io ho rifiutato. Ed hanno iniziato a picchiarmi,darmi pugni...penso che se me ne avrebbero dati altri,sarei morta sicuramente. Mi hanno strappato via con violenza la maglietta e stessa cosa il reggiseno...e hanno iniziato a giocare con la parte sopra del mio corpo. Li mi sono lasciata completamente andare,stavo troppo male per capire cosa stessero facendo con me. Chiusi gli occhi e sperai solo che quel brutto momento passasse. Infatti di quell'istante non mi ricordo granché,so solo che dopo un sacco di tempo riaprii gli occhi e loro non c'erano più.
Mi toccai il labbro,perdevo sangue.
Avevo tagli e lividi blu sul seno e su tutto il petto. Cercai di alzarmi ma caddi subito a terra. Stavo sul punto di morire,mi faceva male tutto. Sapevo non ne sarei uscita viva da quella situazione. E da lì basta...non ricordo più niente. Penso sarò svenuta."

Noto Denise portarsi la mano alla bocca e iniziando a singhiozzare.
Hanno fatto tutto questo alla mia Lali ?
Stringo il foglio nel mio pugno e divento rosso dalla rabbia.
Un giorno mi vendicherò.
Vado verso Lali che é ancora sul divano a piangere.
-pensavo sarei morta.-sussurra tra una lacrima e l'altra.
L'abbraccio,ma non forte...ho paura di romperla del tutto.
-Oh Lali perdonami...perdonami. É tutta colpa mia,tu mi chiamavi e io non ero lì ad aiutarti. Non riesco a credere a ciò che ti hanno fatto...bastardi.-dico,spostandole i capelli dietro l'orecchio.
-Voglio andare a casa Pitt.-
-No non se ne parla. Tu resti qua da Peter.-la rimprovera Denise.

Dopo ore e ore finalmente riesco a convincere Denise a tornare a casa sua e le ho promesso che le avrei fatto sapere per qualsiasi cosa.
Ormai é sera,sono le 20 e sto cercando di far mangiare Lali,ho cucinato della pasta. Ma non vuole proprio saperne di mangiare.
-Devi mangiare.-dico mettendo giù l'ultima forchettata.
Lei ha ancora il piatto pieno di pasta.
-So che é difficile dopo quello che hai passato ricominciare con la vita normale,é difficile dimenticare. Ma se non mangi rischi che finirai in ospedale. Ed io non voglio che ti succeda altro,basta.-le accarezzo la guancia.

-Grazie...-sussurra.-per tutto quello che fai per me.-

-Non devi ringraziare,anzi dovresti urlarmi contro per non essere venuto a cercarti prima ieri. Ti fa male qualcosa ora ?-

-Si,tutto. Mi fa male mangiare,parlare,muovermi. Fa male il labbro,il viso,il petto...il seno.-la sento sforzarsi ma subito la fermo,non deve fare così. Bisogna andare pian pianino.

-Attenta,non sforzarti di parlare. Sai cosa pensavo ? Forse é meglio avvisare la polizia...quei ragazzetti devono finire in prigione. Voglio che soffrano,quanto hai sofferto tu.-dico portando via il suo piatto in cucina,ormai non vuole mangiare.

Abbassa la testa alle mie parole e torna seria.
-A quest'ora sarei morta,se non fossi arrivato tu.-
-No smettila,sono arrivato troppo tardi.-
-Ancora devi spiegarmi come sei riuscito a trovarmi.-
-Più avanti te lo spiegherò...ora basta,shh. Non parlare più.-le tocco la bocca col dito e le bacio l'angolo,sulla ferita.
-Ho bisogno di un tuo bacio.-sussurra prima di toccarsi la gola dal dolore.
La guardo negli occhi,sperando di aver sentito bene.
-Ti prego,farà male...ma ne ho bisogno.-
Mi avvicino ancora di più,metto la mano dietro la sua nuca e la avvicino a me.
Posiziono lentamente le labbra sulle sue.
La bacio piano,lei é mia.
E pensare che é stata toccata da altre persone,contro voglia,mi fa perdere la testa. Bastardi.
-Non sai quanto é brutto baciarti in queste condizioni.-sussurro sulle sue labbra.
Annuisce e subito dopo si stacca.
-Ti pulisco le ferite,aspetta.-

Prendo tutto il necessario come sta notte e le tolgo la maglietta.
-Hai ancora freddo o é passato ?-
-passato.-
Senza farle male le tolgo pure la benda al seno.
-È calda.-dice facendo una smorfia dopo averle posato lo straccio sul petto.
-Lo so,ma é meglio così dai. Resisti.-
Curo tutto nei minimi dettagli.
-Dato che non é il caso di farti fare una doccia,ti lavo con questo. Sempre meglio che niente.-rido.
Le metto subito dopo una benda nuova e pulita per la notte,alzo lo sguardo e la vedo chiudere gli occhi.
É il punto in cui penso soffre di più dal male.
-Ah scusa,non ti avevo chiesto se ti vergogni che facessi tutto questo io. Se vuoi le prossime volte ti lascio sola e ti lavi te.-

-No no,anzi grazie che mi aiuti.-
L'aiuto a mettersi la maglietta e dopodiché anche a stendersi sul divano.
Le metto la coperta e le bacio la fronte.
-Prova a dormire,se vuoi resto qua vicino a te per controllarti.-
-No tranquillo,vai a letto pure te.-

Mi avvio verso la mia stanza,non sono sicuro di lasciarla sola di la.
Vorrei dormire accanto a lei,solo che di la starei un po' scomodo,sta notte il divano mi ha fatto venire male al collo.
E qua nel letto non é possibile perché lei non riesce a camminare.
Fanculo,non riesco a dormire senza lei.

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