Capitolo 22

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26 dicembre.
Siamo appena atterrati a Buenos Aires.
Mi viene da piangere.
Sentire l'aria di casa,tornare indietro nel tempo e pensare a quanto questo posto sia importante per me...viverci.
Alzo lo sguardo per non scoppiare e Peter nota i miei occhi lucidi,così mi stringe forte la mano mentre usciamo dall'aeroporto.
-Benvenuto a casa mia.-dico,chiudendo gli occhi e indicando tutto questo splendore.
-Ho sempre sognato di farmi un viaggetto in Argentina.-dice osservando la strada.
-Io ho sempre voluto portarti qua.-
-Prima tappa ?-chiede facendomi fare una giravolta.
-Ti porto dalla mia famiglia...devi assolutamente conoscerla!-

A casa:
DIN DON.
-vado ad aprire !-sento la voce di mia madre,oh quanto mi è mancata questa voce.
-Mamma !!!-urlo saltandole tra le braccia,per poi riempirla di baci.
-Figlia mia,non farmi piangere ti prego.-
Mi stacco e la guardo:
-Mi sei mancata mamma.-è così bella,con il grembiule da cucina e i capelli legati un po' alla cavolo.
-Come sei cresciuta tesoro.-urla guardandomi dall'alto verso il basso.-ti è ancora cresciuto il seno Lali!-
-Oh mamma smettila,me lo dici ogni volta.-rido.
-Tesoro mio...fatti baciare.-sussurra,sorridendomi e stampandomi un bacio in fronte.
-Mamma lui è Peter,è grazie a lui se sono qua.-dico,facendo passare avanti Pitt.
-Salve signora,è un piacere per me conoscerla.-
-Oh ma che bel giovanotto! Si...Cande mi aveva nominato un certo Peter. Per favore dammi del "tu",non sono così vecchia.-
-ahahahahah,simpatica tua madre.-mi sussurra nell'orecchio.
Faccio un sorrisetto,poi prendo la mano di Peter e lo trascino in salotto.
-Vieni amore,andiamo a cercare mio padre.-urlo come una bambina,facendolo ridere.

Dopo aver cercato in tutta la casa(lui è così,non si sa mai dov'è)finalmente lo troviamo seduto sul balcone a leggere il giornale.
-Papà!!!!!!!!!-urlo abbracciandolo da dietro.
-Oh mamma mia...che mi venisse un colpo...Lali,tesoro mio.-
-Guarda ti ho portato il vino da Madrid.-
Dico porgendo una bottiglia a mio padre.
-Ahahahahah,non poteva di certo mancare....-
Mio padre è fissato che in ogni posto in cui vado devo poi portargli una bottiglia di vino specifica.
-Papà lui è Peter,il mio ragazzo.-
-Piacere,non ho mai accettato i tuoi fidanzatini Lali...e lo sai benissimo. Spero per te che non me la farai soffrire.-mormorò come suo solito al mio povero Pitt.
-Restate a pranzo ?-chiese mia madre arrivando.
-Mhm...no grazie per l'invito,dobbiamo ancora andare a mettere le valigie in albergo.-rispose Peter,prendendo il cellulare.
-Scusa mamma,ma poi ancora dobbiamo andare da Cande ed Euge...non facciamo a tempo altrimenti. Dai,domani veniamo promesso.-

Dopo un sacco di chiacchiere,decidiamo di avviarci verso casa di Eugenia.
Le mando un messaggio:
"Sei a casa ?"
"No,sono al parco."
-Amo',Euge sta al parco...non a casa.-
-Al parco? A fare cosa? -
-Io so a fare cosa...e so anche dove.-
Prendo Peter per la camicia e iniziamo a correre per fare più veloce.
Una volta arrivati al parco,mi guardo intorno. Adoro questo posto.
Ricordo la prima volta che sono venuta dopo essermi trasferita a Madrid,ricordo che ho fatto una passeggiata lunghissima con Cande.
Ricordo che le parlavo dei miei problemi con Peter.
-Sai,questo parco è magico per me.-sussurro,camminando sul solito sentiero.
-Ah sì?-
-Yes,ci vengo da quando sono bambina. Da piccola dopo scuola dicevo a mia madre che andavo a fare merenda dai vicini,ma in realtà venivo qua con Euge.-
-E venivate a fare cosa ?-chiese lui guardandosi intorno.
-A leggere.-
-A leggere ?-
-Si,delle favole. Amavo leggere,purtroppo crescendo ho perso questa passione.-
Peter fece un respiro profondo,poi mi strinse ancora di più a lui.
-Tutto bene ?-chiesi appoggiata al suo petto,senza però staccare gli occhi dal sentiero.
-Si,sono solo sorpreso. Mi piace vederti così felice.-
Sorrisi,poi arrossii.
Restammo in silenzio ancora per qualche minuto,si sentivano soltanto i nostri cuori battere.
-Non sai che bello vederti guarita finalmente. Il tuo viso splende ancora come una volta,da prima l'incidente.-
Lo guardai per un po',mentre lui mi posizionava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Allora Euge ?-
-Eccola.-risposi,indicando una ragazza bionda sdraiata sul prato.
Ecco,come immaginavo...tiene un libro fra le mani.
Nel vederla così bella iniziai a tremare.
Mi mancava,mi mancava troppo.
Prima di avvicinarmi ancora di qualche passo,mi fermai.
Chiusi gli occhi e alzai la testa verso il cielo,stavo vivendo un sogno.
Ne ho passate tante nella mia vita,ma sono sempre riuscita a resistere. Ho sempre dimostrato coraggio davanti alle difficoltà. Ora mi sento una guerriera.
Ripresi a camminare,a fianco di Peter.
-Eugenia.-cercai di urlare,ma la mia voce la sentivo a malapena io.
-Eugenia.-riprovai,fallendo.
Tremavo.
Nel vedermi così impacciata Peter decise di darmi una mano,urlando lui al mio posto il nome della mia amica.
A quel richiamo Euge alzò la testa dal libro con uno scatto. Si guardò intorno,poi si girò completamente.
-Siamo qui!-urlò di nuovo Peter.
Lei cercò di mettere a fuoco la situazione e quando si rese conto che a chiamarla eravamo proprio noi lanciò un urlo di gioia,facendomi ridere come sempre.
Mi venne in contro e le saltai tra le braccia.
Io,non so come,ero ancora in piedi.
Toccarla,in questo momento,suscita in me tenerezza e ricordi. È stata la mia migliore amica dai tempi dell'asilo.
Mi stacco dall'abbraccio per guardarla in faccia,ha un velo di mascara e un burro di cacao alla fragola,sento l'odore. È così bella.
A contrario di lei,io,sta mattina mi sono dovuta truccare più del solito...avevo due occhiaie che sembravo un panda e una faccia che nemmeno andando in giro con un casco sarei riuscita a mascherare.
E a rovinare tutto il mio lavoro,è una lacrima...che mi cade velocemente sulla guancia,finendo giù per il collo.
-Ti voglio bene.-mi sussurra Euge che,come me,ha un filo di voce.
-Che bello vederti.-ribatto,stampandole un bacio a pochi centimetri dalla bocca.
-Mi sei mancata troppo piccola mia!-disse saltandomi di nuovo addosso.
-Lui è Peter.-dico presentando il mio ragazzo.
-Tu sei Peter Lanzani ?-
Mi giro verso di lui,sorridendogli.
Lui annuisce.
-Si,sono io.-

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