Terzo capitolo

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Spensi la televisione, stropicciando gli occhi con le mani chiuse a pugno.
Guardai nuovamente l'orario e costatai che era ora di andare a casa di Zayn. Aprii la cartella, recuperando il libro di letteratura per poi metterlo nella borsa. Misi la borsa sulla spalla sinistra e uscii di casa. La suoneria del mio cellulare mi fece solbazzare, facendomi cadere le chiavi per terra. Presi il telefono dalla tasca dei pantaloni, spalancai gli occhi scoprendo che il mittente era mia madre.
«Pronto?» risposi alla chiamata, recuperando le chiavi dal pavimento e chiusi la porta d'ingresso
«Allison, sono io, mamma.» ma va? «Come stai? Tutto bene? È successo qualcosa?» domandò a raffica.
Rimasi stupita per le sue domande, non era mai stata così premurosa «Mamma tutto bene.» m'incamminai verso casa di Zayn.
«Sicura?» domandò con voce graffiata.
«Mamma.» la richiamai «Mi senti?» domandai certando di sovrastare i rumori, ma invano.
«Tu.tu.tu.» imprecai, era saltata la linea. Sbuffai rimettendo il telefono in tasca, molto probabilmente non l'avrei risentita per molto tempo.

Arrivai sotto casa di Zayn e con coraggio citofonai; per mia (s)fortuna non rispose nessuno. Guardai l'orario ed erano passati più di cinque minuti. Strinsi i pugni, Zayn mi aveva pure dato buca per un compito di scuola. Ma quanto poteva essere idiota?
Sicuramente in questo istante sarà con qualche ragazza a scopare, come suo solito. Quel ragazzo mi faceva proprio ribrezzo, ma veramente tanto.
Mi girai, dando le spalle alla porta d'ingresso, scesi i gradini e mi incamminai per tornarmene a casa.
«Te ne vai di già?» la sua voce irritante mi bloccò «Non abbiamo nemmeno incominciato!» mi girai trovandolo appoggiato alla porta. Aumentai il passo verso di lui, furiosa, gli puntai il dito «Sei un defic...» mi bloccai quando notai, Zayn, con un solo asciugamano legato alla vita e il corpo completamente bagnato. Che visione celestiale.
«Sei già senza parole?» rise lui «Pensa quando vedrai il mio amico la sotto.» si indicò l'intimità.
«Fai schifo!» Zayn rise più forte, per poi spostarsi, facendomi i entrare in casa.

Casa sua era come me la ricordavo, con mobili antichi e sempre luminosa. Era una villa posta su due piani, di sopra c'erano le camere, sotto cucina, salotto e salone per mangiare. Mi avvicinai al muro, c'era una foto che attirò la mia attenzione. La guardai attentamente e mi ricordai di conservare anch'io quella fotografia, fu scattata poco più di un anno prima, ritraeva me e lui abbracciati. Sentii una sensazione di malinconia, mi mancavo quei momenti: io e lui felici, almeno così credevo.
Dei rumori provenire dalle scale, mi distrassero, ovviamente era lui. Zayn si era cambiato indossando una tuta e una canotta. «Incominciamo?» domandai guardandolo. Il moro annuii sussurrando un lieve 'si'.
Dopo un paio d'ore sui libri, decidemmo deciso insieme di fare la ricerca su William Shakespeare, un classico. Era forse uno dei poeti inglesi più bravo che esistesse nella storia e stranamente piaceva anche a Zayn. Scrivemmo all'incirca cinque pagine, a mano, di ricerca ed eravamo esausti, così decidemmo di fare una pausa, per poi continuare un altro giorno, ma l'idea di tornare da lui non mi andava a genio.
Lo visi alzarsi, andando verso la cucina a bere, stavo ancora ricopiando le ultime frasi, per poi chiudere i libri, e quaderni.
Lasciai cadere la penna sul tavolo, stiracchiando la schiena. Mi feci per alzare, ma una leggera pressione sulle mie spalle mi fece risedere sulla sedia.
Non ci volle un genio per capire che erano le sue mani che poi finirono per abbracciarmi il collo.
Cosa stava facendo? Mi sentii mancare sentendo il suo calore, e il suo fiato, sulla mia pelle.
La sua barba solleticò la guancia «Hai voglia di guardare qualcosa in televisione?» sussurrò con voce roca.
Non mi stupì dei brividi che causarono la sua voce alla mia corpo «Va bene...» mormorai.
Zayn, allora, sciolse quella sorta di abbraccio e si sedette sul divano senza aspettarmi. Mi alzai dalla sedia con cautela e cercando di fare nessun rumore.
Lo notai seduto sull'estremità del divano ad angolo. Notai che aveva messo su MTV, ma poco mi interessava; il profilo perfetto del mio ex ragazzo mi ipnotizzò. Le sue labbra leggermente schiuse, le sue palpebre che sbattevano con le sue lunge ciglia, il suo naso perfettamente scolpito, mi persi così tanto che non guardai dove appoggiai i piedi.
Una sensazione di vuoto invase il mio corpo, fu li che capì che stavo cadendo per terra. Zayn fu più veloce, prendendomi dai fianchi, mi impedì di fare una caduta violenta sul pavimento.
«Attenta a dove metti i piedi, potresti farti male.» la sua voce era dolce e premurosa, il contrario del suo solito tono.
«G-grazie, davvero.» fu la prima volta che lo ringraziai dopo un anno.

Ci sedemmo sul divano, non molto distanti l'uno dall'altra. La situazione era strana, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo.
Continuammo a vedere video musicali proiettati su MTV, ogni tanto, Zayn, canticchiava le canzoni; ma quando mi soffermavo a guardarlo, lui smetteva di cantare facendo finta di nulla.
«Ti piaccio?» domandò girandosi nella mia direzione.
Deglutii «C-come?» balbettai.
«Continui a fissarmi, ti piaccio?» domandò ancora.
Scossi la testa «Assolutamente no.» nagai, tornando a guardare la televisione, facendo finta di niente, ma lo sguardo del moro rimaneva fisso su di me. Avvampai.
«Non mi ricordavo che fossi così timida...» esclamò, sedendosi più vicino a me. Mi sentivo in soggezione e io odiavo essere al centro dell'attenzione: diventavo rossa e mi bloccavo «...eh che fossi più bella, quando arrossivi.» mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfiorò leggermente la mia guancia con le dita, a quel tocco, la parte che sfioro, inizio a 'bruciare' di calore.
«Non sono bella, ti sbagli.».
«Perché sei così?» esclamò scocciato «Perché devi essere sempre così dura con te stessa?».
Abbassai lo sguardo, incapace di rispondere. La mia autostima non esisteva da tempo.
Mi alzò il viso con due dita «Sei una meraviglia, ma ancora non lo capisci.» soffiò sulle mie labbra, fissandole «Sei forte, hai subito tanto male nella vita, ma sei ancora qui. Non ti piace parlare di te, hai paura dell'affetto questo anche per colpa mia... Hai paura di rimanere da sola. Ma tu non sai di essere bellissima.» mormorò.
«Zayn...» non ebbi il tempo di finire che le sue labbra furono sulle mie. Rimasi bloccata, assimilando la vicenda. Zayn chiuse gli occhi, aspettando che io ricambiassi il suo bacio. Schiusi le labbra, lasciandomi andare al suo tocco delicato. La sua lingua si intrufolò lenta, ed esperta, nella mia bocca facendola incontrare con la mia. Assaporai il suo gusto, agganciando le braccia al suo collo, presa dalla passione e trasporto della situazione. Mi sembrava tutto così sbagliato, ma nello stesso tempo mi sembrava giusto. Morse delicatamente il mio labbro inferiore, staccandosi, appoggiò la sua fronte contro la mia, aspettando che il respiro tornasse regolare.
«Volevi questo bacio?» domandò aprendo gli occhi.
Allentai la presa sul suo collo «... non saprei.» sussurrai.
Sorrise «Se non avessi voluto baciarmi mi avresti allontanato.».
Sciolsi definitivamente la braccia dal suo collo «Ero presa dal momento... e poi non mi hai dato il tempo per allontanarmi» dissi la prima cosa che mi passo per la mente. Mi alzai imbarazzata dal divano, dirigendomi nel salone in cui avevamo studiato.
«Te ne ho dato di tempo.» mi accusò, seguendomi.
Mi morsi il labbro nervosamente «Non è vero e poi non mi è piaciuto.» risposi acida.
Zayn rise leggermente «Se la pensi così...' iniziò cingendomi i fianchi «...ti farò impazzire.» concluse mordendomi le labbra.
Lo scostai violentemente, ravvivandomi i capelli «Lasciami stare, non sarò mai tua.» ringhiai.
Il moro alzò le mani in segno di resa «Ehi, non ho mai detto che volevo rendermi mia...» si leccò le labbra «...ma se vuoi questo, accetto.» mi squadrò il corpo.
Lo fulminai con lo sguardo, presi la borsa, dirigendomi alla porta. Zayn aprii la porta, ma prima di lasciarmi andare mi diede una pacca sul sedere.
Serrai la mascella «Sei un porco.» urlai.
Rise «Sarai di nuovo mia.» sussurrò prima di chiudere la porta.
Scossi la testa e uscii dal vialetto, questa giornata era da dimenticare.


Pov. Zayn

Tornai a distendermi sul divano, passandomi una mano tra i capelli.
Sospirai, non poteva essere vero. Passai le dita sulle mie labbra, mi era piaciuto quel bacio.
Credevo che baciandola non avrei sentito nulla, invece mi trovai a desiderare, mentalmente, che lei ricambiasse.
Riuscì a trattenermi a fatica, per mia fortuna, non notò che il mio amichetto nei bassi ventri si era risvegliato, solo con un bacio. Se avessimo approfondito di più, non sarei riuscito a fermarmi.
All'inizio non mi passo mai in testa di farla mia, almeno per ora. Quando stavamo insieme non la toccai mai, la sfiorai quasi avessi paura di romperla. La rispettavo troppo per rompere la sua purezza; più di una volta mi ritrovai a sognarla, a urlare il suo nome mentre venivo per mano mio o mentre facevo sesso.
Scossi la testa, non poteva piacermi ancora.
Dopo tutto questo tempo non potevo provare qualcosa per lei, era un capitolo chiuso. Avevo giurato a me stesso di non pensare più a lei; di vederla solo come una conoscenza, di tagliare i ponti e trattarla male.
Ma non mi usciva naturale trattarla così. Lei non era come le altre, non lo è mai stata.
«Basta!» borbottai sedendomi composto sul divano.
Non potevo perdere la testa per una ragazza. Avrei giocato con lei, sarebbe stata come tutte le altre.
Perché lei era come tutte le altre.
Sarebbe stata mia e l'avrei illusa. Avrei distrutto definitivamente ogni rapporto con lei.
Lei sarebbe impazzita, non io. Devi falla tua, la mia mente mi urlava contro.
Ma un dubbio mi fiondò in testa. Se poi quello che sarebbe impazzito fossi stato io?


Continua...

Over Again - Non sfuggì all'amore |Zayn Malik|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora