Tredicesimo capitolo

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«Allison vestiti bene, per favore.» Urlò mia madre dal soggiorno. La mattina stessa era tornata dal viaggio di lavoro, ma sapevo che presto sarebbe dovuta ripartire di nuovo. Non era mai stata una madre presente, ma non potevo costringerla a stare a casa. Non le dissi nulla dell'accaduto della festa di qualche giorno prima, mi vergognano e non trovavo il coraggio di dirlo a nessuno. Ai ragazzi feci giurare di non dirlo, Zayn fu quello più difficile, ma alla fine ci riuscii.
«Cosa dovrei mettere?» Brontolai, cercando qualcosa nella cabina armadio.Mi guardai attorno prendendo dei pantaloni neri eleganti, abbinai una camicetta bianca e larga; infine presi delle ballerine nere «Sono pronta!» Avvertii mia madre, scendendo in soggiorno.
«Possiamo andare?» Annui sperando che la serata non diventasse imbarazzante.

«Vado a citofonare.» Scesi dall'auto senza aspettare mia madre, intenta a sistemare il fiocco sulla carta della torta.
«Arrivo, arrivo!» La voce di Trisha Malik si sentii fin da dietro la porta che si spalancò «Allison, buona sera. Entra pure.» Sorrise, facendomi entrare.
Non persi tempo a cercare con lo sguardo il moro «Zayn?» Domandai innocentemente.
Sua sorella minore mi indicò le scale «E' in camera sua!» Le sorrisi, salendo le scale.
Bussai un paio di volte alla porta della sua camera «Safaa ti prego non adesso, lasciami stare!' La sua voce esasperata mi fece ridacchiare, probabilmente la sorella non gli aveva lasciato tregua.
Aprii di poco la porta «Devo andare via anche io?» Intrufolai la testa nella camera. Zayn era davanti un mobile scegliere un boxer, indossava solo un asciugamano legato alla vita «Disturbo?» Mi morsi il labbro, facendo cadere l'occhio cadde sulla sua schiena completamente fradicia suoi addominali.
Si girò guardandomi «Tu non disturbi mai.» Inclinò la testa di lato.
Mi fece accomodare e mi sedetti sul letto, aspettando che uscisse dal bagno asciutto e cambiato. Camera sua era perfetta e più pulita di quella di una ragazza. Guardai la scrivania, anch'essa in perfetto ordine e mi sedetti sulla sedia. Incuriosita guardai i vari quaderni e in uno trovai disegni, ma soprattutto ritratti. Lo richiusi e spostai una pila di libri, trovandoci nascosto sotto un quaderno rosso, lo aprii: ogni pagina riportava un testo di una canzone, in fondo al foglio c'era ripetuta una frase e la sua firma. Sentii una pressione sulle spalle, prima che delle braccia mi avvolsero in un abbraccio «Non credevo fossi così curiosa.» Sgranai gli occhi sentendo la sua voce.
Le guance di andarono a fuoco «Scusami non volevo leggerle...» Liberandomi dalla sua presa, mi allontanai da lui.
Ridacchiò «Dovrai farti perdonare...» Si morse il labbro e mi prese per mano «Andiamo ci stanno aspettando.» Intrecciò le sue dita con le mie, uscendo dalla stanza.


«Come va la scuola, Allison?» Yaser, il padre di Zayn, mi domandò.
Mandai giù il boccone, prima di risponde «Va benissimo.» Bevvi dell'acqua, sorridendo. Una mano calda, si appoggiò sul mio ginocchio risalendo lentamente lungo la cosca «Dio!» Riappoggiai il bicchiere sul tavolo «Finiscila!» Ringhiai a bassa voce verso Zayn che indisturbato chiuse la mano a coppa sulla mia intimità.
La risata del ragazzo al mio fianco, fece ricadere tutti gli occhi dei presenti verso di noi «Stai bene, figliolo?».
Deglutii «Si, papà... Ehm stavo solo pensando a una cosa e mi sono messo a ridere.» Sapevo che stesse mentendo, specialmente dalla sua devozione da come massaggiasse la mia intimità.
Socchiusi gli occhi sentendo un leggero piacere «Zayn, a cosa pensavi?» Assottigliai le palpebre, fissando duramente mia madre e la sua voglia di non farsi gli affari suoi.
«Uhm, nulla di così divertente» Il moro si grattò la testa «Forse sarebbe meglio tornare a studiare, non abbiamo finito. Non abbiamo ancora finito» Tolse la mano, alzandosi.
Lo guardai scettica «Ma se sei esoner...» Il suo sguardo mi fece capire di non parlare «Ah, parli del compito per domani?» Lui annuii e mi alzai «Ha ragione, non abbiamo finito di ripassare. Torniamo per il dolce.».
«Ma il dolce?» Chiese mia madre.
«Lo prendiamo dopo, tranquilla.».


«Mi hai messa imbarazzo.» Lo spintonai, giocosamente «Sei uno stupido.» Borbottai, stringendo le braccia al petto.
I suoi denti morsero il labbro inferiore, avvicinandosi minacciosamente a me «Se hai coraggio, ripeti.» Esclamò, bloccandomi contro la porta di camera sua.
Deglutì a vuoto «Sei uno stup...» Le sue labbra si poggiarono sulle mie, impedendomi di parlare.
«Ripeti...».
Aprii la bocca per parlare, ma mi bloccò baciandomi ancora «Rifacciamo?» Ridacchiò.
Scossi la testa, in segno di negazione «Baciami!» Lo pregai, fissandolo negli occhi.
Mi scrutò attentamente, allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso «Cosa vuoi che faccia?» Sfiorò con naso il mio, facendo scontrare i nostri corpi.
Gli morsi il labbro inferiore «Baciami.» Sillabai. Non rispose, sorrise appoggiando le sue labbra sulle mie, legandole in un bacio profondo. Le sue mani scesero dai miei fianchi e con una leggera pressione sui glutei mi sollevò da terra, appoggiandomi con la schiena contro la porta. Avvolsi il suo bacino con gambe, avvicinando il più possibile i corpi. Schiusi le labbra sentendo la sua lingua insinuarsi nella mia bocca, Zayn aprii -faticosamente- la porta, per richiuderla con un calcio.

Over Again - Non sfuggì all'amore |Zayn Malik|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora