Quarto capitolo

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Leggete lo spazio d'autrice

La tensione mi stava uccidendo.
Non volevo andare a scuola, più che altro non volevo vedere Zayn.
Durante la notte ripensai a ciò che successe con lui e arrivai a una conclusione: dovevo evitarlo.
Camminai a passo veloce arrivando sotto casa del mio migliore amico, leggermente in ritardo.
Il riccio mi cinse le spalle con un braccio «Ma tutti questi ritardi?» mi accusò «Stanno diventando frequenti.».
«Hai ragione.» mi scusai, baciandogli la guancia «Ma mi sveglio tardi e devo fare tutto di fretta.» Harry annuii, stringendomi al suo corpo.
Sciolsi la presa del riccio, salutando il resto del gruppo, evitando uno Zayn con sorrisino idiota stampato sulle labbra.

Lentamente diminuì la velocità dei miei passi, pur di non ascoltare il discorso dei ragazzi.
Grazie a loro ricordai che oggi, a scuola, ci sarebbe stata un'assemblea per gli stupenti. Cioè tre ore a non fare nulla, ascoltando i discorsi del preside.
«Ci sono rimasto male, prima.» Zayn si affiancò a me «Non mi hai manco salutato.» sorrise, facendo un tiro della sua Marlboro light.
Cercai di non guardarlo, il solo fissarlo mi mandava in confusione «Ciao!» borbottai, mentre con la mano agitai il vario fumo di sigaretta che mi stava venendo addosso.
Buttò il mozzicone, soffiando fuori dalle labbra la nuvoletta bianca «Un bacio sarebbe gradito, sai?» domandò serio.
Avvampai, non poteva chiedermi questo «Scordatelo, Zayn.» dissi atona., senza far trapelare nessuna emozione
Alzò le spalle «Vedremo.» rispose allontandosi da me. Quel ragazzo era bipolare.
Un minuto prima ti trattava in modo educato, a volte anche con dolcezza, cinque minuti dopo ti rispondeva male e se poteva ti offendeva pure. Capire Zayn Malik era impossibile.

***

Asciugai le mani con i fazzoletti.
Il bagno della scuola era poco rifornito, specialmente per la cartai genica.
Il suono della campanella mi annunciò che l'assemblea era appena iniziata, perfetto sarei rimasta in piedi per tutta la sua durata; me la presi con comodo, e uscii dal bagno. I corridoi erano completamente deserti, potevo sentire perfettamente il rumore delle miei stessi passi.
Arrivata in aula magna, non avevo mai visto così tanta gente tutta insieme. Cercai con lo sguardo i miei amici, finche non vidi Louis mentre si sbracciava verso la mia direzione.
«Scusa, scusa.» iniziai a ripetere a ogni studente, per avergli tolto la visuale, finché non arrivai al mio posto.
Solo in quel momento vidi chi c'era alla mia sinistra «Tutto bene?» domandò Louis sorridendomi.
Annui «Si, sarà una noia mortale.» costai vedendo il preside salire sul palco e prendere in mano il microfono.
Louis sospirò «Hai ragione, per questo sto messaggiando con Eleanor!» ridacchiò, mostrandomi il telefono aperto sui messaggi.
Scossi la testa, divertita «Ma se messaggi con lei tutto il tempo?» lo accusai indicandolo con l'indice.
Alzò le mani in segno di resa, ridendo. Gli diedi una leggera spallata per poi sedermi composta, ascoltando il discorso del preside Wilson.

«Per i 25° anniversario dell'istituto, parlando con il corpo docente, a fine anno ci sarà una festa...».
Tutto ciò non era una novità, questa voce girava da tempo tra gli stupenti, ma nessuno aveva mai avuto una conferma fino a oggi.i
Il preside spiegò tutto ciò che sarebbe successo, a fine anno. Mancava all'incirca un mesetto, ma i rappresentanti degli studenti iniziaronò a proporre varie idee; associarono la festa, a un falò.
L'ultimo giorno di scuola ci sarebbe stata la finale per la squadra di calcio, in cui Louis era capitano e i ragazzi giocavano in squadra con lui, e se avessero vinto ci sarebbe stato un motivo in più per festeggiare.
Più ascoltavo le parole del preside e più mi veniva da dormire; mi guardai attorno: certi studenti erano in stato comatoso, alcuni parlavano tra loro, chi massaggiava o ascoltava la musica. Poche persone stavano ascoltando il discorso e io ero una tra quelli.
Accavallai le gambe, staccando leggermente la schiena dalla sedia in cui era appoggiata. Fu in un attimo che sentii una mano accarezzarmi alla base della schiena. Guarda Louis, ma era intento a scrivere un messaggio, aggrottai la fronte e guardai la mano incriminante: Zayn.
Le sue dita percorsero, lentamente, tutta la spina dorsale arrivando al lembo della maglietta e la sovrastò insinuandola al di sotto. Il suo tocco delicato sulla mia pelle, che piano piano, sentivo che si stesse riscaldando. Rabbrividii.
Mi alzai di scatto, da far cadere la mano di Zayn sulla sedia, allontanandomi e uscendo da quell'inferno.
Zayn non poteva causarmi tutte queste emozioni. Non dovevo avere a che fare con individui del genere.
Sarebbe stato solo un gioco, conosceva la mia timidezza e sapeva benissimo che non sarei stata in grado di reagire alle sue provocazioni. Per Zayn questa era solo una sfida e nient'altro.

Percorsi tutto il corridoio, arrivando davanti al mio armadietto, mi appoggiai a esso con la schiena, sospirando.
«Perché sei scappata?» rabbrividii, sentendo la sua voce.
Guardai verso la sua direzione e notai che si stava avvicinando a me «Non sto scappando.» mormorai staccandomi dall'armadietto.
Zayn sorrise dimezzando le distanze tra noi «Ora che guardo bene, hai un bellissimo corpo.» ammise, squadrarmi da capo a piedi.
Lui sapeva che non amavo il mio corpo.
«Usi la stessa battuta con tutte?» domandai con acidità.
Scosse la testa «Solo con te dico determinate cose.» sorrise appena «Amo i tuoi bellissimi occhioni blu.» la sua mano accarezzò la mia guancia, facendomi fremere «E lo sai che mi piace quando arrossisci... Come ora?» domandò.
Abbassai lo sguardo sentendomi il viso andare a fuoco, sapeva usare la mia timidezza come arma contro me stessa. Sapeva quali erano i miei punti deboli e sapeva, anche, che lui era uno di quelli.
Tornai a guardarlo solo quando fece scontrare i nostri corpi, bloccandomi contro il muro «Non te ne frega nulla di me.» biascicai, evitando il contatto visivo.
«Tu credi?» cedetti e alzai lo sguardo, perdendomi nei suoi occhi. Come potevano due semplici occhi scuri a farti perdere la lucidità?
Mi cinse i fianchi con le mani, facendo scontrare i nostri petti, il mio cuore sarebbe potuto esplodere «Se vuoi fermarmi fallo ora...» sussurrò sulle mie labbra, fissandole.
Non riuscii a rispondere, persa tra i suoi occhi, a scrutare ogni sua minima mossa. Anche se avessi avuto la forza, non lo avrei mai fermato.
Troppo desiderosa della sue labbra.
Mi fissò cercando una mia risposta, ma che non arrivò. Il mio organo posto al centro del petto, chiedeva pietà; quando le sua labbra si trovarono sulle mie, lo sentii chiaramente arrivarmi il gola. Avevo sognato quelle labbra tutta la notte, quasi da tenermi sveglia.
Le sue labbra calde baciarono le mie, delicatamente, non aspettai altro desiderosa di ricevere di più, schiudendo immediatamente le labbra. Nelle nostre bocche, le lingue, incominciarono a danzare, si cercavano disperatamente. Zayn mi strinse maggiormente a se, mentre io allacciai le mie braccia attorno al suo collo per non allontanarlo. Si staccò dalle mie labbra, sfiorando con esse il contorno della mascella, arrivando al collo; lo torturò, baciò e succhiò un lembo di pelle, mordendolo appena.
«Zayn...» mi lasciai sfuggire il suo nome, stringendo le punte dei suoi capelli.
Le sue labbra tornarono sulle mie, baciandole appena «Allie sei...» il suono della campanella lo interruppe, ancora con il fiato corto mi lasciò un ultimo bacio, lasciandomi li con le labbra gonfie e con una grande voglia di lui.

Pov. Zayn

«Zayn, dov'eri finito?» urlò Niall correndo verso di me.
Mi leccai le labbra sentendo ancora il suo gusto «Scusa, ero uscito a fumare.» mentii, mostrando la sigaretta che stringevo tra le dita. Il biondo annuii sedendosi sulla panchina accanto a me. Rimasi imbambolato a fissare la figura di Allison mentre usciva dall'ingresso, accompagnata da Liam e successivamente uscii anche il resto del gruppo.
Sorrisi fissandola. Mi ritrovai a domandarmi perché stavo sorridendo vedendola.
Non era da me, di solito sorridevo per una ragazza solo dopo esserci stato a letto, invece ora stavo sorridendo per altro. Non ne capivo il motivo.
Durante il bacio mi ero preso bene, così tanto da non voler smettere di farlo. Quando sfiorai le sue labbra sentii una scossa percorrermi per tutto il corpo.
Non volevo che smettesse di baciarmi. Ero arrivato al punto di stare per dirle 'sei bellissima' ma fui salvato, fermato, dalla campanella. Scossi la testa, dovevo smettere di pendare a lei e alla sua perfezione.
Sarebbe finito come l'ultima volta: l'avrei pensata tutto il tempo e sarei tornato per piacermi, ancora. Non volevo che succedesse.
Non sono un ragazzo che si innamora. So' solo fare soffrire e usare le ragazze.
Lei, dopotutto, non si meritata altro dolore causato da me.
Ma se uno dei due si sarebbe innamorato, sarebbe stata lei, non io.

Continua...

Spazio d'autrice

Buon pomeriggio ragazze.
È la prima volta che scrivo uno spazio qui su wattpad, ma penso che sia ora che io ci ringrazi.
Questa storia è già conclusa (con il suo sequel) ho voluto trascriverla anche qui, perché è la mia pupilla. Vorrei davvero che la gente mi dica cosa pensa e se piace.
Ammetto che preferisco il sequel, più maturo e sentimentale.
Tenterò più postare più capitoli possibili, ma vorrei anche che voi siate attivi, perché se la storia non piace non la posto per nulla.

Quindi se volete lasciarmi un commento ne sarei grata, e se non vi piace accetto critiche.

Grazie mille per l'attenzione.
Su Twitter sono @myloverismalik, grazie ancora per aver letto la mia storia.
Un bacio, Valentina.

Over Again - Non sfuggì all'amore |Zayn Malik|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora