Pov. Zayn
Suonai.
Aspettai un paio di minuti, davanti alla porta, aspettando che venisse ad aprire. La porta si aprii e il corpo debole di Allison si fece vedere dall'interno della casa: il viso scolorito e la debolezza visibile; a fatica si reggeva in piedi.
Mi avvicinai a lei, prendendola in braccio «Andiamo in camera.» Sussurrai, dolcemente.
Mi sentivo diverso con lei, da quel pomeriggio a casa mia, quando ci baciammo. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma all'improvviso volevosolo prendermi cura di lei.
Allison ne passò tante nella sua vita, anche per colpa mia, ma soprattutto del padre. Mi ricordo, da piccoli, quando arrivava a scuola con i lividi, io rimanevo fermo a guardare, senza far nulla. La sua più grande fortuna, o sfortuna, fu l'ultima volta che Albert, il padre, la picchiò, la madre si rese conto con chi fosse sposata e senza pensarci due volte lo allontanò dalla loro vita.
Volevo la sua felicità, ma sapevo che io non ero in grado di dargliela.
Sono troppo freddo e introverso, per poterle dare amore.
L'appoggiai dolcemente sul letto coprendola con una coperta «Come ti senti?» Baciai la sua fronte, scottava.
Chiuse gli occhi «Morire...» Mormorò con voce roca.
Mi distesi sul letto, accanto a lei «Tranquilla è solo un po' di febbre, tra poche ore tornerai a odiarmi...» Cercai di farla ridere, invano.
Sul suo viso apparve un sorriso sincero «Ci tengo molto a te, sei importante.» Rimasi a fissarla, mentre le sue parole mi tartassarono la testa. Non pensava realmente quelle cose, era solo una conseguenza dell'influenza.
Preso dalla curiosità di sapere la verità, le domandai «Perché sono importante?» Cercando di trovare una risposta a tutte quelle domande che mi giravano nella mia mente.
«Lo sei sempre stato.» Affondò il viso nel cuscino, forse pentendosi della sua dichiarazione.
Non risposi, fui preso alla sprovvista.
Allison mi detestava da molto, ormai, e adesso vengo a scoprire che per lei sono sempre stato importante. Ammetto che in passato avevamo un bellissimo rapporto di amicizia, quasi fosse la mia migliore amica, che poi si trasformò in amore.
Cambiò tutto quando scoprii che esisteva il mondo del sesso: la mia più grande sfortuna.
Cercai di alzarmi dal letto, ma venni bloccato dalla presa della bionda «Rimani qua, con me.» Mi implorò a occhi chiusi. Annui accarezzandole il viso, la strinsi tra le mie braccia, abbracciandola.
«Zayn, ho sonno.» Parlò piano, appoggiando la testa sul mio petto.
Baciai la sua testa «Dormi piccola, al tuo risveglio sarò qui.» Mi sentii un cretino ad averla chiamata in quel modo. Piccola, manco fosse la mia fidanzata.
Non dovevo chiamarla in quel modo, lei non è nulla per me, non provavo più niente.
I miei sentimenti non sono mai esistiti, è un capitolo completamente chiuso.
Ho scopato con lei, ho avuto ciò che volevo, ma alla fine ero una contraddizione naturale.
La odiavo, l'ho baciata. Mi ha cercato, sono corso da lei.
Scossi la testa, come se fosse possibile cancellare quei pensieri che mi assalivano da giorni.
Mi guardai in giro, ammirando la sua camera. Era cambiata: aveva aggiunto una grande libreria e un salottino. Adesso la stanza era più da ragazza matura. I poster dei suoi cantanti preferiti erano spariti, assieme alla carta da parati rosa confetto. La stanza era più piacevole con i muri color panna e l'arredamento più adolescenziale; di fronte al letto, fissato al muro, c'era un plasma, giaceva esattamente sopra la scrivania, notai il telecomando sul comodino e mi allungai, recuperandolo.
Girai i vari canali, fermandomi sul canale dello sport; stavano trasmettendo una partita di calcio.
Mi passai una mano tra i capelli, solo vedere una partita, mi fece venir in mente gli allenamenti.
Dovevo allenarmi per la partita di fine campionato. Ero un bravo giocatore, ma nell'ultimo periodo non davo il massimo. Sospirai cambiando canale, in TV c'erano solo film d'amore.
Questo genere di film era una coltellata al cuore. Non ero un tipo diabetico o romantico e solo vedere un film, in cui il ragazzo si umiliava per la ragazza, mi provocava conati.
Trovai una posizione più comoda e chiusi gli occhi; del sano riposo, ecco cosa mi serviva.***
Sobbalzai sul letto, sentendo il telefono vibrarmi nella tasca.Passai una mano sulla faccia, cercando di riprendermi dalla pennichella «Pronto?» Risposi alla chiama, senza leggere il mittente.«Dove sei? Solo le diedi e mezza, dovevi venire da Liam!» Riconobbi la voce squillante di Louis.
Guardai la sveglia sul comodino, vedendo l'orario «Mi sono addormentato, scusami...» Mi difesi, borbottando.
«Non dormi mai il pomeriggio.» Sbottò «Deduco che non verrai più?» Domandò, calmandosi.
«No Louis, ci vediamo domani a scuola.».
Soffocò una risata «Scopa bene!» Scossi la testa, ridacchiando e chiusi la chiamata.
Guardai Allison, era sveglia. Il colorito era tornato normale, si notava che stesse molto meglio. D'istinto le toccai la fronte, non scottava più «Penso che tu non abbia più la febbre.».
Le sue braccia rimasero attorno al mio busto, senza accennare a lasciarmi «Con chi parlavi?» Ignorò ciò che dissi.
«Gelosa?» usai le sue parole.
Alzò gli occhi al cielo «Non è vero!» Si difese, mettendo il broncio.
Decisi di non giocare con lei «Era Louis.» Ridacchiai, vedendo i suoi occhi sgranarsi.
«Oh Louis... Perché stai ridendo?» Mi fulminò con lo sguardo.
Sorrisi abbracciandola, iniziava a piacermi quel contatto «Pensavi fosse una ragazza?» Mi morsi il labbro, maliziosamente.
Strabuzzò gli occhi «Si...No, no!» Urlò, cercando di convincermi «Guardiamo un film?» imbarazzata, cambiò argomento.
Scoppiai a riderle in faccia «Mh, non saprei forse si, forse no.» Mi divertii a prenderla in giro.
La bionda sospirò «Sei impossibile» Mormorò alzandosi dal letto «Horror?» Selezionò un DVD dalla libreria.
Annui al genere di film che scelse, aveva deciso di fare la 'dura' con un horror, quando sa benissimo che non riusciva a reggerli; dopo neanche ventina minuti di film, lei, iniziava ad agitarsi e molto spesso si metteva a urlare per la paura. Femmina.
In ogni scena in cui si spaventasse, mi saltava letteralmente addosso. Più si spaventava e più mi stringeva, non che mi desse fastidio.
Più di una volta incrociai le nostre dita. Mi veniva naturale farlo.
«Zayn.» Mi richiamò «Il tuo telefono suona.».
Scossi la testa, riprendendomi. Guardai il display del cellulare, era mia madre:
Non mi diede il tempo di rispondere che mi urlò dietro «Zayn, dove sei? Hai visto che ore sono?» La sua voce risuonava preoccupata.
La rassicurai «Mamma tranquilla, sono da un'amica... Torno domani mattina per cambiarmi. Scusa se non ti ho avvertito, mi è sfuggito dalla mente.» Cercai una scusa, al momento.
Ribatte un paio di volte, ma alla fine acconsenti.
Alzai il viso, incrociando gli occhi azzurri di Allison che mi guardavano in modo strano «Che hai?».
Sbatté più volte le ciglia «Rimani qua con me?» Sorrise.
Annui «Se non mi vuoi...» Fui deluso.
Mi interruppe «No, rimani.» Urlò «Non voglio stare sola.».
***
La mezzanotte era appena scoccata «Ho davanti una neo-diciottenne.» Esclamai, sorridente «Auguri!».
Allie guardò la sveglia «Grazie, Zayn.» Mi ringraziò.
Mi morsi un labbro «Posso darti la prima parte del mio regalo?» Timoroso mi feci mi vicino a lei, inclinò la testa verso destra, guardandomi perplessa «Lo prendo come un si.» Accarezzai la sua guancia, avvicinandomi al suo viso. Fissai le sue labbra, successivamente i suoi occhi. Erano l'opposto dei miei.
Sfiorai il suo naso con il mio, mischiando i nostri respiri.
Chiusi gli occhi azzerando le distanze, baciandola. Non ricambiò subito il mio bacio, forse sorpresa, quanto me, del gesto mio gesto inaspettato. Schiuse le labbra, lasciando che la mia lingua cercasse la sua. Gliela sfiorai gentile, facendo creare una 'danza' tra esse, aumentando l'intensità del bacio. Più intimo e passionale.
Presi il suo viso tra le mie mani, mentre lei circondò il mio collo con le sue braccia.
Nella stanza si sentivano solo gli scocchi dei nostri baci.
Ogni suo gesto nei miei confronti era una scossa che saliva lungo la schiena, dandomi un piacere immenso. Non avevo mai provato queste cose. Allentai la voracità del bacio per riprendere fiato, appoggiando la mia fronte contro la sua. Eravamo senza respiro, i nostri battiti erano accelerati.
Con quel poco fiato rimasto, le sussurrai «Buon compleanno, piccola.».
Allie sorrise, baciandomi con trasporto. Ci ritrovammo sdraiati sul letto, lei sopra di me, mentre la stringevo al mio corpo. Non riuscivo a smettere di baciarla.
Fu così che ci addormentammo tra baci e abbracci, mentre il telefono di lei vibrava per i vari messaggi in arrivo.Continua...
Spazio d'autrice
Eccomi qua con il settimo capitolo, è corto ma spero vi sia piaciuto.
Questa storia per me significa tanto, spero che riuscirò a darvi le stesse emozioni che ho dato su EFP.
La vostra parte più bella?
Cosa pensate degli Zallison?
Se vi piace questa storia, vi prego, fatemelo sapere con i voti e i commenti.
Se mi cercate su Twitter sono myloverismalik.
Baci Valentina.
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Over Again - Non sfuggì all'amore |Zayn Malik|
Fanfiction«La ami, ma non riesci ad ammetterlo a te stesso.» - Mi scrutò attentamente, allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso «Cosa vuoi che faccia?» Sfiorò con naso il mio, facendo scontrare i nostri corpi. Gli morsi il labbro inferiore «Baciami...