Stavo camminando per strada, avevo appena lasciato Darren a scuola e mi stavo dirigendo verso la fermata dell'autobus.
-Hey piccola!- sentì gridare. D'istinto mi voltai, anche se sapevo benissimo a chi apparteneva quella voce, l'avrei riconosciuta tra mille, come il suo volto. –Sali?- disse avvicinandosi a me con la macchina. Senza fare domande, salì.
-Ciao- dissi e gli lasciai un bacio sulla guancia e poi mi voltai a guardare fuori dal finestrino.
-Ti starai domandando cosa ci faccio qui...- disse appoggiando una mano sulla mia guancia e accarezzandola.
-mm...-
-Be' ti volevo dire che alle undici parto e vado a los Angeles, ma non temere torno tra due giorni.- disse accarezzandomi il ginocchio. Io annuì anche se dentro stavo scoppiando di felicità. –Comunque ho già detto a Ed di tenerti d'occhio.-
-Che?- dissi voltandomi quasi gridando. Ed era suo fratello più piccolo, che veniva a scuola con me, ed era stato sempre il mio terrore. Non gli era mai mancata l'occasione di insultarmi, prendermi in giro o picchiarmi, nemmeno quando ero la fidanzata di suo fratello. Negli ultimi mesi non l'avevo visto e speravo profondamente che se ne fosse andato e invece adesso riappariva. –Non è assolutamente necessario.- protestai.
-Io credo di si, insomma c'è quel Louis che non mi piace per niente e poi sarà lui che prende il mio posto al lavoro..- dentro di me stavo morendo, sapevo che sarebbe stata una tortura, quasi una sfida sopravvivere a quei due giorni.- e poi c'è bisogno che qualcuno ti protegga.- che ironia, se era lui il pericolo. Sospirai, sapevo che aveva preso una decisione ed ormai era troppo tardi per fagli cambiare idea. Era meglio tacere e fingersi d'accordo.
-Allora andiamo?- domandò sorridente Louis. Le ore scolastiche erano passate volando, forse perché io ero occupata a pensare ad altro tipo a come salvarmi dalla furia assassina e spietata di Ed. –Mary?- disse passandomi una mano davanti alla faccia. Mi risvegliai dal dormiveglia in cui ero caduta e mi alzai prendendo lo zaino.
-Mi chiamo Arleen, non Mary, ma Arleen!- gridai e mi avviai verso l'uscita, seguita da lui che rideva.
-Va bene scusa Arleen.- disse raggiungendomi. Camminammo per alcuni minuti in silenzio e alla fine arrivammo davanti a casa sua. Una tipica villetta con un minuscolo giardino e alta due piani.
-Eccoci arrivati!- disse facendo strada. Mangiammo dei panini preparati dalla madre di Louis mentre guardavamo un programma televisivo. Poi verso le tre iniziammo a fare la ricerca e poi ci fermammo per fare merenda anche se erano già le sei.
-Allora come ti trovi nella nuova scuola?-
-non male.- stavo per aggiungere altro quando nel medesimo momento il campanello suonò e il mio cellulare pure. Louis si alzò ad aprire e si sentì –Harry no, adesso non posso vieni più tardi.-
-Ma come mai?-
-Paul..- si sentì in tono minaccioso.
Aprì il messaggio, che era da parte di Jack: sono appena arrivato in hotel, tra quindici minuti ti aspetta Ed al bar.
Mi si congelò il sangue nelle vene, tra quindici minuti ti aspetta Ed al bar. Queste parole mi risuonavano nella testa. Da lì per arrivare a casa mia ci voleva mezz'ora e poi mi dovevo cambiare e fare da mangiare, sarei arrivata con minimo un'ora di ritardo e questo significava problemi, molti problemi.
-Ma mi avevi dato la serata libera..- digitai velocemente.
-Già, ma Lilian sta male, e c'è bisogno di una sostituta e tu sei quella che abita più vicina, mi dispiace.- scrisse subito dopo. Io sospirai.
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Avremo mai un finale felice?
ChickLitQuando si fanno errori troppo gravi per essere perdonati. Quando non puoi fare altro che guardare oltre senza voltarti dietro. Quando credi che ormai sei da solo e continuerai ad esserlo. Quando tutti i tuoi piani sono stati stravolti, cambiati, sab...