Capitolo 16

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Era passato un mese dalla notte della discoteca e le cose sembravano essersi messe a posto, prendere la giusta piega, trovare finalmente il giusto equilibrio. Darren si era calmato, aveva si provato più volte a ribellarsi, ma poi aveva capito che così non poteva continuare. L'avevo messo in punizione proibendogli di uscire con gli amici e usare i videogiochi, quindi iniziava ad odiarmi, ma almeno era sano e salvo e io tranquilla, sapendolo sotto controllo e studiando tutto il tempo. Blake sembrava che si stesse davvero iniziando a impegnare con la scuola e si era perfino trovato un lavoro part time in un fast food della zona, ero davvero orgogliosa di lui, anche se il vecchio giro di amici non l'avevo ancora abbandonato. Mentre Douglas, be' anche lui dopo tutto stava iniziando ad essere più cosciente della situazione e una volta alla settimana accompagnato da me o da Blake andavamo in un circolo, dove si trovava con altri drogati a raccontare le loro storie e molti exdrogati davano testimonianza della loro storia e della forza necessaria per uscire da quel mondo. Speravo che anche lui avesse la forza necessaria per tirarsi fuori da quella situazione. Jack non l'avevo visto praticamente quasi mai, per una settimana era stato fuori per degli affari e poi era venuto a trovarmi solo qualche volta e con la scusa del posto non ero più andata a lavorare. Quindi le cose erano davvero quasi perfette. Però sapevo che tutto ciò stava per finire, dato che quel giorno avrei tolto il gesso.


-Allora vieni alla festa stasera?- mi chiese Louis per l'ennesima volta mentre mi accompagnava alla fermata dell'autobus. L'intera settimana non era stava molto impegnativa: eccetto per qualche interrogazione, non c'erano state prove scritte. Il venerdì era arrivato quasi senza che me ne rendessi conto e dopo tutto ero felice. -Dai!- insisté Louis facendo gli occhi da cucciolo. Come potevo dirgli di no?

Louis aveva organizzato una mega festa a casa di Harry con metà scuola, dato che i suoi genitori erano andati in vacanza per quattro giorni e voleva che io partecipassi a tutti i costi, un po' per stare insieme e un po' per festeggiare il fatto che non avevo più il gesso. Louis aveva un'abilità per trovare le migliori scuse per festeggiare. Da una parte volevo davvero andarci, ma dall'altra parte non ero del tutto convinta che fosse una buona idea. Insomma la situazione con Louis era strana. Dalla volta che ero andata a casa sua e praticamente gli avevo raccontato la storia della mia vita non ci eravamo più baciati , ma si vedeva o almeno molti lo avevano notato che la nostra non era una comune amicizia. Le persone non chiedevano, ma i loro sguardi parlavano. Eravamo sempre insieme e quasi sempre abbracciati e ci tenevamo per mano, ma solo a scuola. Infatti dopo che avevamo finito il progetto e l'avevamo ripetuto in classe prendendo il massimo dei voti non ci eravamo più visti fuori da scuola.

Dovevo ammettere che mi piaceva molto. Tutto in lui mi piaceva a partire dall'aspetto fisico che non era per niente male, a finire con il carattere che era davvero unico. E si vedeva che era lo stesso anche per lui, ogni volta che mi parlava cambiava tono, era più dolce che con gli altri e aveva uno sguardo così perso quando mi guardava che mi faceva battere il cuore a mille. Solo che non sapevo come comportarmi o meglio non sapevo descrivere ciò che eravamo. Amici? Non penso che gli amici si tengono per mano e molto meno si baciano. Fidanzati? Non credo non eravamo così intimi e poi c'era sempre Jack. Insomma la nostra relazione ai miei occhi era inspiegabile, dovevamo assolutamente parlare ma non volevo prendere l'iniziativa perché temevo di rovinare tutto.

-Ok!- esclamai alla fine, arrendendomi. Louis iniziò a saltellare e battere le mani per la felicità. Io arrossì. -Dai smettila!- lo esortai prendendolo per un braccio e scoppiando a ridere per la situazione. Infatti c'erano delle persone dell'altra parte del marciapiede che lo fissavano straniti.

-Perché ti vergogni di me Arleen?- mi provocò, calcando sul mio nome, a due centimetri dalla mia faccia. Io rimasi imbambolata a fissare i suoi occhi così celesti e belli da far invidia a chiunque. Non riuscivo ad aprire la bocca e men che meno a pensare una frase sensata. Perché mi faceva quell'effetto? Mi sentivo così stupida delle volte quando c'era lui, sembravo una bambina imbarazzata.

Avremo mai un finale felice?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora