Capitolo 10

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Drin drin..- appena suonò la sveglia la spensi. Non avevo chiuso occhio, ma non mi sentivo stanca. L'adrenalina della sera precedente ancora mi scorreva nelle vene. Per un momento quella sera avevo davvero pensato che fosse la fine.

Le immagini della sera mi tornavano in mente. Ogni immagine era una pugnalata dritta nello stomaco. Jack che mi teneva a forza sul letto, io che gridavo, io che cercavo di spingerlo e alla fine gli davo un pugno, lui che diventava una bestia. Voce possente infuriata, occhi rossi per l'alcol, rabbia che si manifestava in forza, in violenza, botte che non finivano, io che correvo lui che prendeva la pistola e mi minacciava. A quel punto mi ero immobilizzata. Pensavo che non ne sarei uscita viva. Mi aveva di nuovo trascinata sul letto e a quel punto mi ero arresa. Non avevo la forza per combatterlo. Poi un messaggio da parte di Luis gli aveva fatto perdere la testa. Aveva iniziato a gridare come un pazzo e rompere tutto ciò che era nelle vicinanze, faceva così tanto casino che i vicini si erano messi a gridare come protesta e lui in tutta risposta aveva sparato un colpo fuori dalla finestra. Da quel momento in poi tutti erano spariti, nessuno aveva più il coraggio di protestare. E io nell'intendo di farlo calmare mi ero avvicinata troppo, e lui accecato dalla rabbia mi aveva spinto contro la parete vicino al tavolo che poi era caduto sul mio braccio spaccandomi il polso.

Senti Darren alzarsi e mi riscrollai tornando alla realtà. Ormai quello che era successo era successo e io in qualche modo dovevo andare avanti.

Andai in cucina e preparai la colazione, riflettendo se andare a scuola o meno e alla fine arrivando alla conclusione di rimanere a casa. non avevo la forza di affrontare una giornata scolastica.

-Buongiorno!- dissi vedendo entrare Darren nella piccola cucina. Facendomi forza, cercando di pensare a qualcosa di bello come a come potrebbe essere magnifico quel giorno, gli sorrisi.

-Be' sono le 7:30 di mattina di un giorno di scuola, dove ho anche una prova e due interrogazioni, come pensi che vada?- mi chiese retorico. –Una merda.- disse buttandosi sulla sedia e mangiando, con la voracità di un lupo che non mangia da una settimana, la sua ciotola di latte e cereali.

-Darren, linguaggio perfavore.- lo ammonì sorpresa. Non l'avevo mai sentito dire parolacce. Non età da lui. La situazione stava davvero degenerando. Non mi potevo permettere di perdere anche lui. Assolutamente no.

-Ma chi cazzo ti credi di essere? Mica sei mia madre!- sputò acido, sfidandomi con lo sguardo. Aveva voglia di litigare lo si lo leggeva negli occhi.

-Signorino innanzitutto abbassa i toni, perché non sarò tua madre, ma sono comunque tua sorella maggiore, e poi oggi dimenticati i videogiochi.-

-Si, ma vaffanculo!- disse, afferrando lo zaino e sbattendo la porta d'ingresso. Lo stavo perdendo.

-Non è colpa tua.- la voce di Blake mi colse alle spalle. –è l'età è normale...- cercò di rassicurarmi mentre mi lasciava un bacio sulla guancia e si sedeva accanto a me. –Ti ricordi le nostre litigate con mamma?-

Se me le ricordavo. Certo che si. Ero arrivata ad odiarla con tutta me stessa perché mi impediva di uscire con Jack e quindi ero obbligata a uscire di nascosto. Se solo mi fossi resa conto di quanta ragione aveva. Se solo le avessi dato ascolto. Adesso non mi sarei trovata in questa situazione. Sapevo di averla delusa per molti versi, ma speravo che dovunque fosse potesse vedere che mi stavo impegnando per cambiare le cose, per essere migliore, per essere un esempio per Darren. Anche se ancora la cosa non stava funzionando.

-Già, hai ragione..- ammisi sorseggiando il caffè.

-Arleen..- sentì sussurrare Blake, mi girai e lo vidi con gli occhi spalancati a fissarmi il polso. Deglutì. Volevo perdere tempo.

-Si?- chiesi come se nulla fosse, mentre mi alzavo e sparecchiavo la tavola.

-C-cosa ti è successo al polso?- domandò balbettando. Vedevo le sue mani tremare. Era arrabbiato e molto. Lo si vedeva dallo sguardo.

-Penso che tu già sappia chi è stato.- dissi mentre mettevo a posto i cereali sullo scaffale. Con la coda dell'occhio lo vidi fare dei respiri profondi per calmarsi.

-Io. A. Quello. Lo. Uccido.- professò calmo.

-è stata colpa mia.- aggiunsi subito.

-Come fa essere stata colpa tua che lui ti abbia rotto il polso?- chiese con tono sarcastico –illuminami Arleen perché io proprio non ci arrivo.-

-Era arrabbiato e io cercavo di calmarlo e be', non è stata un buona idea...- ammisi mentre ripensavo all'avvenuto.

-Non voglio che tu lo veda mai più.- disse fissandomi dritta negli occhi.

-Non posso e tu lo sai.- dissi abbassando lo sguardo.

-Merda, merda, merda!- disse tenendosi la testa tra le mani, mentre teneva gli occhi chiusi. –Quanto lo odio!- gridò infine.

-Si anche io...- sussurrai distogliendo lo sguardo da lui per non piangere.

-Almeno promettimi che non andrai più a casa sua.- mi chiese Blake afferrandomi per abbracciarmi.

-Lo spero.- dissi io. Poi lo vidi sparire in camera. Finì di pulire e mi andai a cambiare. Misi i pantaloni neri della tuta con le solite scarpe e una maglia bianca.

-Vado a scuola.- mi avvisò Blake mentre andava verso la porta.

-Davvero?- chiesi sorpresa bloccandolo.

-Si, ho parlato con la prof ed p disposta ad aiutarmi, devo fare degli esami per recuperare, però è positiva.- ammise imbarazzato.

-Oddio! Lo sono anche io! Ce la fai vedrai!- dissi abbracciandolo.

-Grazie Al.- disse aprendo la porta. Stavo sorridendo quando il mio sorriso svanì. Jack era dall'altra parte della porta con una mano verso il campanello e con l'altra sosteneva un boccute di rose rosse.

-Chi non muore si rivede..- commentò acido Blake. Guardandolo con uno sguardo pieno di odio e mettendosi subito sulla difensiva. Ma Jack non lo degnò di uno sguardo, da quando si era aperta la porta fissava solo me. Sembrava davvero dispiaciuto, ma non sapevo se credergli. Era così bravo a fingere. Sarebbe diventato un attore miliardario senza molti problemi se l'avesse voluto.

-Cosa vuoi?- chiese freddo Blake non muovendosi dalla porta.

-Arleen ti prego, scusami.- disse Jack cercando di fare un passo in avanti, ma Blake lo bloccò subito. –Sono un stupido, un deficiente ok? Non ero in me e tu lo sai! Almeno lasciami dirti quello che voglio dirti...-

-Arleen?- mi chiese Blake girandosi verso di me. La decisone spettava a me.

-Vai pure Blake o farai tardi.- dissi lasciandogli un bacio sulla guancia e occupando il suo posto all'entrata.

-Ok, ciao!- mi salutò –Fai attenzione!- mi sussurrò all'orecchio prima di sparire giù dalle scale.

-Se vuoi ti posso accompagnare a scuola.- propose Jack.

-No, non ci vado.-

-Ah ok, non mi fai entrare?- chiese facendo un passo in avanti.

-No, non sei gradito.- dissi tirando fuori tutta la rabbia che c'era in me.

-Capisco.- disse fissando il pavimento. Sospirò e appoggiò la mano libera allo stipite della porta. –Senti, hai perfettamente ragione, grida, piangi, sfogati; ma poi torna in te.- disse –Ci siamo capiti?-

Avrei voluto replicare, gridare, picchiarlo; ma tutto il mio coraggio come era venuto era sparito.

-Ti ricordo che senza di me, sei finita.- disse sorridendomi. –Ci vediamo domani, amore.- disse calcando sulle ultime parole. Poi cercò di abbracciarmi ma mi opposi. Quindi mi lasciò un bacio sulla bocca. –Dei bei fiori per la mia bella ragazza.- disse porgendomeli. Io rimasi immobile. Vidi il suo sguardo duro e alla fine di malavoglia li presi.

-Grazie..- sussurrai per costrizione.

-Non c'è di che.- disse facendomi l'occhiolino per poi sparire girato l'angolo.

Chiusi la porta e caddi seduta sul pavimento. Non lo volevo più vedere. Lo odiavo con tutta me stessa. Eppure aveva ragione lui, senza di lui ero finita. Lo sapeva, sapeva che era il mio tallone d'Achille, il modo migliore per ricattarmi e non si vergognava a farlo.

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