Capitolo 25

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Pov Arleen

La lezione era cominciata da mezz'ora ormai, ma io non riuscivo a capire niente. Vedevo il professor Bloom che scriveva formule senza senso alcuno sulla lavagna, per poi cancellarle due secondi dopo. La sua voce mi giungeva lontana e le sue parole nemmeno avevano un senso. Mi guardai attorno per vedere se anche gli altri si trovavano nella mia stessa situazione, ma a quanto pare non era così. Stavano tutti prendendo appunti e alcuni facevano pure delle domande. Mi girai di nuovo verso la lavagna e cercai di capire qualcosa anche aprendo il libro e leggendo qualcosa riguardo l'argomento. Era tutto così incomprensibile che alla fine lasciai stare. Non avevo voglia di concentrarmi, avevo un terribile mal di testa e sarebbe stato inutile tentarci di nuovo. Mentre nella mia testa risuonava il nome di Louis e gli avvenimenti di alcune ore prima, mi soffermai a guardare fuori dalla finestra. Era la prima volta che guardavo fuori con attenzione. La finestra dava sulla strada che si trovava davanti alla scuola. C'erano le macchine che passavano a tutta velocità, le persone che camminavano per strada indaffarate, il vento che muoveva le foglie, gli altri numerosi edifici. Tutto mi portava a pensare cosa stessero facendo le altre persone in quel preciso istante, così cercai di immaginarmelo. Immaginavo un uomo che litigava con il suo capo, una donna che puliva la casa, un bambino che giocava con una macchinina, una nonna che cucinava, un nonno che leggeva.

"Arleen! Arleen!" sentivo qualcuno che mi chiamava, ma ero così concentrata a pensare che pensai di essermelo immaginata, quando improvvisamente il signor Bloom apparse davanti ai miei occhi con un espressione arrabbiata.

"si?" chiesi cercando di capire cosa stava succedendo. Sentivo gli sguardi di tutti puntati su di me e ciò mi mandava ancora più in crisi.

"Le ho chiesto quanto le viene il risultato di quell'equazione" disse con tono irritato, come se lo avesse chiesto altre volte senza ottenere una mia risposta. Mi spostai leggermente sulla sedia per vedere la lavagna e sopra c'era scritto un qualcosa che non avevo la minima idea di come risolverlo.

"Allora?" continuò il professore. Io lo guardai muta.

"Mi dispiace, ma non so come farlo."

"L'ho spiegato fino a ora come farli, perché non lo hai chiesto prima?" chiese incrociando le braccia al petto.

"Mi ero distratta, mi scusi.." sussurrai arrossendo.

"Fai che non ricapiti più" esordì "Lucy potresti spiegare gentilmente a questa signorina come risolvere l'equazione?"

Pov Louis

Avrei voluto parlare con Arleen prima che tornasse a casa, ma quando raggiunsi la sua classe lei era già uscita. Volevo di nuovo chiederle scusa per il mio comportamento così immaturo. Ci tenevo davvero a lei e avevo parlato senza pensare, non che di solito fosse diverso, ma questa volta avevo davvero esagerato.

Avevo passato tutta la giornata a pensare come affrontare il problema, ricordandomi del consiglio di Harry.

"Allora cosa è successo?" mi chiese Harry una volta arrivati a casa sua. Gli raccontai tutto.

"Prima cosa sei davvero un cretino" disse fulminandomi con lo sguardo " seconda cosa quale è il tuo piano?"

"Pensavo di parlarci stasera al suo locale" dissi riferendomi a Jack. Lui sembrò pensarci su.

"Ma Arleen non lavora?" chiese poi.

"Già è quello il problema!" dissi, contento che lui mi avesse capito. "Non voglio mi veda.."

"Capisco....ma penso che è meglio chiarire quanto prima, quindi se fossi in te ci andrei stasera; magari lo fai chiamare fuori da qualcuno"

"Non ci avevo pensato" confessai, spaventandomi della genialità del mio migliore amico.

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