Capitolo 9

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Era stata una settimana difficile, piena di prove e interrogazioni. Ed ero stata molto occupata anche con il lavoro con Louis, ogni volta parlavamo meno e cercavo sempre di non puntare i riflettori su di me, la tensione che c'era tra noi era visibile per chiunque, si poteva quasi tagliare con un coltello. In fin dei conti era meglio così. Da un alto avevo sperato che lui si battesse per me come un principe azzurro, ma siamo sinceri la vita non è come nelle favole, non sarebbe mai potuto accadere. Probabilmente aveva già trovato qualcuna con cui rimpiazzarmi. Avevo perso la mia occasione.

Questa sera il bar era strapieno, come ogni sabato sera, ma per di più come ogni terzo sabato del mese c'era una band che suonava. La gente ballava e beveva come se non ci fosse un domani e l'aria nel locale era irrespirabile c'era puzza di fumo, alcol e sudore. Andai a prendere l'ordinazione al tavolo otto dove c'era un gruppo di cinque ragazzi. Mi avvicinai e il sangue mi si gelò. C'era Louis. Che ci faceva li? Era una coincidenza? Stavo per fare marcia indietro e chiedere a Molly di servire quel tavolo al posto mio, quando Louis mi vide. Sembrava sinceramente sorpreso, ma subito mi dedicò un enorme sorriso e un cenno di mano. Sorrisi anche io e ormai in trappola mi avvicinai.

-Che volete ordinare?-

-Arleen? Che ci fai qui?- mi chiese Harry. Gli sorrisi.

-Lavoro.- vidi Louis che mi osservava attentamente, mi squadrò senza neanche cercare di dissimulare e mi fece l'occhiolino. Mi stavano dicendo delle battute. Quando sentì qualcuno che mi osservava. Brutto presentimento. Mi girai e vidi Jack. Dall'altra parte della stanza sul divanetto centrale vicino ai suoi amici che fumava e beveva una birra. Mi dedicò un'occhiata gelida. Mi girai.

-Allora che volete ordinare?- presi le ordinazioni e andai a prepararle. Sentivo ancora il suo sguardo gelido puntato su di me. Un brivido mi percorse la schiena. Portai l'ordinazione al tavolo.

-Dai fermati un attimo con noi!- mi supplicò Louis. Tanto hai già servito gli altri tavoli.-

-No non posso.- dissi scuotendo la testa. –non c'è neanche posto!- feci notare.

-Non c'è problema, ecco risolto.- disse lui spostando la sedia dal tavolo e indicando le sue gambe.

-Solo un minuto.- dissi sorridendo e tutti applaudirono.

Stavamo ridendo e scherzando quando una mano mi tira i capelli. Cado dalle gambe di Louis e mi alzo. Mi giro e vedo Jack.

-Puttana!- esclamò sovrastando la musica. Tutti quelli che stavano vicino si azzittirono e iniziarono a fissarci.

-Mi stai facendo male.- mi lamentai con le lacrime agli occhi. Allora lui mi lascio i capelli e fece un segno ai suoi due amici. Che sparirono tra la folla.

-Che cazzo pensi di fare eh? Tu sei mia non l'hai ancora capito!- mi grido in faccia spingendomi. A quel punto vidi con la coda dell'occhio Louis alzarsi.

-No stai seduto.- dissi. Lui esitò e poi si risedette. Riapparirono i due amici che trascinavano a braccetto Douglas. Rimasi a bocca aperta. Che era successo questa volta?

-Io ti aiuto e tu mi ripaghi così?- domando gridando. Buttò la bottiglia di birra per terra e le schegge e il liquido schizzò ovunque. Ormai stavamo dando spettacolo. Avevamo gli occhi di tutti i presenti puntati su di noi.

-Arleen.- disse Douglas appena lo lasciarono e subito cadde a terra. Lo iniziarono a prendere a calaci e lui rimase fermo, senza la forza di ribellarsi. Mi mossi verso di lui, ma una mano possente mi prese il braccio e mi strattonò con forza.

.Dove pensi di andare bambola?-

-Lasciami.- dissi

-Cosa?- mi sfidò.

-Lasciami ho detto.- gridai. Uno schiaffo mi arrivò immediato sulla guancia destra che andò a fuoco.

-Non osare mai più rivolgermi la parola in quel modo!- gridò a sua volta e mi fece cadere a terra. Mi trascinai verso Douglas.

-smettetela!- gridai. Loro risero.-Vi prego!- dissi buttandomi su di lui per proteggerlo a quel punto smisero. Gli presi la faccia e lo guardai. Aveva gli occhi rossi, il volto bianco e tremava. –Douglas..- sussurrai guardando mentre gli accarezzavo la guancia. Come aveva fatto a ridursi così?

-Arleen..- sussurrò a malapena lui facendo un debole sorriso. Lo tenni stretto tra le braccia per un po'.non sapevo che fare e sentivo ancora tutti gli occhi puntati su di noi. Alla fine mi alzai presi il telefono e chiamai Blake.

-Cosa sta succedendo?-

-Tu vieni e basta è urgente.- cinque minuti dopo lui era fuori dal bar.

-Arleen che..- disse mentre si caricava Douglas sulle spalle.

-Non importa.. portalo a casa ok?- dissi interrompendolo.

-E tu?-

-Devo stare qui.- dissi con le lacrime agli occhi. --Non ti preoccupare.- aggiunsi. Improvvisamente qualcuno mi cinse la vita. Mi girai e vidi Jack.

-Dobbiamo parlare.- disse con tono gelido. Io annuì e salutai Blake che lo stava guardando male.

-mi dispiace Jack.- dissi quasi in un sussurro. Vidi un sorriso comparire sul suo volto. Sadico. Ecco l'aggettivo che gli si addiceva. Amava veder soffrire la gente, soprattutto me. Non mi riuscivo a capacitare come avevo potuto volergli bene, oserei dire pure amarlo. Ero piccola e ingenua, e lui se n'era approfittato. Ora non riuscivo a vederlo più come prima, il suo sguardo mi provocava disgusto, il suo volto orrore, il suo tocco mi faceva venire voglia di suicidarmi. Non lo tolleravo più.

-Lo so piccola.- disse accarezzandomi la guancia. Un brivido mi percorse la schiena. Volevo scappare correre lontano, ma non potevo. Mi travolse in un bacio, ma non come quello di Louis, questo era senza amore. Provavo disgusto, ma preferì assecondarlo, non volevo che la situazione peggiorasse. Anche se, a essere sincera, non riuscivo a immaginarmi qualcosa andare peggio di così.

-Sono sicuro che poi a casa ti fai perdonare per questo tuo comportamento inopportuno, vero bambola?- mi sussurrò all'orecchio. Annuì debolmente e una lacrima solitaria scese dal mio volto. Perché a me?

-Su piccola non fare così, sai che ti farò divertire.- disse prima di sparire dentro il locale. Rimasi immobile sul marciapiede solitario al buio, con le luci del locale che mi illuminavano, un leggero vento che soffiava e il silenzio angosciante della notte mi risucchiava facendomi sentire più sola che mai. Mi sedetti sul bordo del marciapiede e diedi sfogo a tutte le lacrime che fino a quel momento avevo tenuto dentro di me. Non riuscivo a fermarmi, per la prima volta provavo davvero un senso di disgusto nei miei confronti, come mi ero fatta a ridurre così. Mi facevo schifo da sola. Volevo davvero finirla. Poi pensai ai miei fratelli, a Darren, ricordandomi che lui aveva ancora bisogno di me anche se lo negava, dovevo stargli vicino, come nessuno aveva fatto con me alla sua età. Dovevo fare di tutto per garantirgli una vita diversa, una possibilità migliore. Ormai la mia vita era persa, ma lui aveva ancora speranza.

Ero immersa nei miei pensieri, cercando di calmarmi, quando ad un certo punto sentì una mano appoggiarsi sulla mia spalla, sobbalzai e mi asciugai subito le lacrime prima di alzare la testa. Se fosse stato Jack mi avrebbe picchiato, se mi avesse visto piangere. Con mia grande sorpresa mi ritrovai davanti Louis e i suoi amici.

-Stai bene?- balbetto osservandomi. Annui.

-Io non ho idea di quello che sia successo prima, ma non va affatto bene. Hai bisogno di aiuto!- affermò sicuro.

-Non sono cose che ti riguardano e ora andatevene se non volete che peggiorino!- dissi per poi correre dentro il locale e rimettermi a lavorare.

Per mia sfortuna dovetti passare la notte da Jack. Una delle peggiori notti della mia vita in assoluto. Avevo provato a ribellarmi e lui mi aveva rotto il polso. In ospedale, da bravo bugiardo, aveva spiegato al medico che ero caduta dalle scale e avevo messo male il polso, e il medico senza fare troppe domande, forse anche conoscendo la reputazione di Jack, ci aveva creduto. Io mi ero limitata ad annuire, soffrendo in silenzio e maledicendomi per essere così stupida. Tornata a casa alle 5 del mattino mi ero intrufolata in camera in silenzio ed ero rimasta lì tutto il resto del tempo prima che suonasse la sveglia a fissare il soffitto, pensando alla mia vita.

Avremo mai un finale felice?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora