Capitolo 4

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Mi sveglio aprendo gli occhi. Ho avuto un incubo stanotte, ma non me lo ricordo tanto bene...

Mi accorgo solo ora che durante la notte mi sono raggomitolata su me stessa, piegando le gambe e stringendole al petto. Devo aver avuto freddo.

Ma non ricordo di essermi svegliata per tirarmi su le coperte...Penso, mentre le tocco. Ma queste non sono una coperte.

Mi siedo per guardare cos'è che mi avvolge quasi tutto il corpo e mi accorgo che è una felpa. Me l'avrà messa uno dei ragazzi, perché non è mia; la tocco, è morbida e calda. La avvicino al viso e appoggio delicatamente il naso: l'odore che sento è fresco, delicato e intenso allo stesso tempo.

Mi alzo dal letto e vado in bagno. Guardo l'orologio: è mattina. Mi sciacquo il viso ed esco dalla stanza con la felpa in mano. Stranamente la porta è socchiusa. Sto davanti a essa per qualche istante indecisa sul da farsi...potrei provare a fuggire; sarebbe la mia occasione. La apro ed esco dalla stanza. Osservo il corridoio: a destra ci sono le scale che probabilmente portano fuori dall'edificio, mentre a sinistra le varie stanze dei ragazzi e quella grande, in fondo al corridoio.

Mi dirigo con la felpa in mano verso le scale, ma mi blocco quando sento qualcuno che sale. Decido allora di tornare indietro velocemente, arrivando in fondo al corridoio. Entro nella sala.

I ragazzi sono seduti sul divanetto, a parlare fra di loro, tranne Daniel che è seduto su una sedia del tavolo in mezzo alla stanza.

Si volta non appena mi sente, sgranando gli occhi.

-Come hai fatto a uscire dalla stanza?- ringhia a denti stretti avvicinandosi a me

A quelle parole anche gli altri si voltano e osservano la scena.

-L..la porta era socchiusa- balbetto indietreggiando

Lui si ferma e osserva la felpa.

Sposto lo sguardo sui ragazzi e noto che Noah si è alzato e mi sta venendo incontro; con passo felpato e le mani in tasca si blocca a un palmo dal mio naso. Lo guardo, perdendomi in quei cristalli freddi come il ghiaccio. È strano per un demone avere gli occhi chiari. Ma devo ammettere che anche Jeff ce li ha. Verdi come i miei. I suoi però sono più scuri..quasi spenti.

-Grazie per avermela riportata- dice prendendola dalle mie mani, interrompendo i miei pensieri-

Quindi è stato lui ad entrare nella mia stanza mentre dormivo.

-Grazie, ho avuto freddo stanotte- gli dico

Lui non mi risponde, si limita ad appoggiare la felpa sul divano e a prendermi delicatamente il polso, continuando a osservarmi; il mio cuore inizia a battere forte. Lui sembra sentirlo e si apre in un sorriso. Lo sento annusare il mio polso, sfiorando con il naso la mia pelle, e facendomi venire la pelle d'oca.

-Sembra buono- dice, lasciandomi il polso

Lo guardo confusa, non riuscendo a capire

-Il tuo sangue. Ha un ottimo odore.-

Ecco. Scaccio via i miei stupidi pensieri. L'unica cosa che gli interessa è il mio sangue. Perché sarei qui sennò?

Ora che ci penso, lui è l'unico del gruppo che non si è nutrito. Perché?

Abbasso lo sguardo per poi guardare Daniel che si è risieduto.

In quell'istante la porta si apre ed entra Mark. Per fortuna non mi ha beccata mentre tentavo di scappare..

-Stamattina facciamo un giro Evelyn- dice, rivolgendosi a me;

-davvero? Dove andiamo?- sono curiosa, è la prima volta che esco di qui. Potrei approfittarmene per scappare

Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora