Capitolo 12

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Eccomi tornata dalla mia vacanza ❤ buona lettura ❤

-Vale


È ora di cena e finalmente ho finito di prepararmi. Ho deciso di indossare il vestito con la fascia argento alla vita.

-Sei splendida- dice Noah entrando nella stanza

È vestito con un paio di jeans neri e una camicia bianca.

-Grazie- dico sorridendogli

Lui si avvicina, tenendo lo sguardo basso. –è perfetto per un angioletto come te-

mi dà un leggero bacio, giocherellando con i miei capelli.

-Andiamo?- chiede porgendomi il braccio

Annuisco sorridendo, e glielo prendo. Usciamo dalla casa e saliamo in macchina.

-Allora dove mi porti?-

-Lo vedrai-

Dopo qualche minuto ferma l'auto.

-eccoci arrivati- dice scendendo dalla macchina

Mi apre la portiera e io scendo, stando attenta ad appoggiare bene le mie scarpe sul cemento del parcheggio. Forse dovevo mettere dei tacchi più bassi..

Ho in mano la mia borsetta in tinta con il vestito e tengo i capelli sciolti, messi in risalto dal vestito bianco.

Entriamo in un ristorante dove Noah fa un cenno al cameriere che annuisce. –Buonasera- ci dice –seguitemi-

Mi aspetto che entri nella sala dove ci sono tutti i clienti e invece svolta l'angolo e apre una porta.

-prego- continua, facendoci segno di entrare

Mi accorgo dopo che non è una stanza: è una piccola terrazza, le cui colonne sono addobbate di splendide rose bianche e rosse e al centro vi è un tavolo, illuminato da piccole candele che regalano un'atmosfera calma e rilassante.

-Wow- sussurro

Noah mi sorride

-Ti piace?- mi sussurra all'orecchio

-Molto-

Ci sediamo al tavolo. Il cameriere arriva, porgendoci i menù.

-Abbiamo dell'ottimo vino rosso se volete-

-Io non bevo, grazie- dico guardando Noah

-lei signore?-

-Un calice-

-arriva subito- il cameriere esce, lasciandoci soli

-non sapevo che non bevessi- dice

Distolgo lo sguardo dal menù.

-Gia-

-Non ti piace?-

-Che cosa?-

-Il vino-

-Non molto- dico, ritornando con lo sguardo sul menù

La serata passa in fretta e finito di mangiare usciamo dal ristorante.

-Pensavo di andare al Pub-

Mi si gela il cuore.

-Al Pub?- balbetto

-Hai paura?- dice guardandomi

-Cosa? Io? E perché mai?-

-Il tuo cuore sta battendo molto forte-

Apro la bocca per dire qualcosa ma la richiudo subito.

-perché hai paura?-

Ricordo la notte del rapimento.

-Evelyn?- la sua voce calma e rassicurante interrompe i miei pensieri e torno a guardarlo in faccia. Si ho paura. E molta. Penso, continuando a fissarlo

–Stai bene?-

Annuisco a malapena. Lui mi stringe in un abbraccio, riscaldandomi con il suo calore.

-Dai ci divertiremo, nessuno ti attaccherà con me. Puoi stare tranquilla-

-non ho paura che mi attacchino-

-E allora di cosa?-

-Io...non lo so..-

Distolgo lo sguardo dal suo

-solo un po', poi torniamo a casa. Promesso.-

Lo guardo di sbieco e non posso fare a meno di sorridergli..

Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il Pub.

Inizio ad agitarmi man mano che ci avviciniamo, pensando a tutte le cose che sono successe.

Sento una mano calma stringere la mia. Mi volto e vedo Noah che mi fissa.

-Evelyn. Mi dici perché hai cosi tanta paura?-

-Io...e se ci dovessero attaccare? Ci sono tanti demoni qui. Li sento-

-Hai detto che non avevi paura di quello e in ogni caso puoi stare tranquilla, sono tutti qui per divertirsi non per cacciarsi nei guai-

Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso l'ingresso.

La musica è molto alta. Noah mi prende per mano e mi trascina in pista.

Io continuo a guardarmi attorno, per individuare qualche demone nelle vicinanze. Sono molti, li sento, ma voglio capire chi sono.

-Evelyn. Mi fai preoccupare. Tra un po' potrei danzare al ritmo del tuo cuore-

-La smetti per favore? Guarda che io..-

Non faccio in tempo a finire la frase che Noah mi mette la mani attorno alla vita, stringendomi contro il suo corpo caldo e mi bacia. Non sento più la musica. L'unica cosa che sento sono le sue calde labbra sulle mie. Dopo qualche attimo si stacca, in un sorriso.

-Va meglio?- mi chiede

In effetti mi sono calmata, ma non distolgo l'attenzione sui demoni

-Eh no, non ricominciare. Concentrati solo su di me-

Mi stringe di più, ponendo le mie braccia dietro al suo collo.

Iniziamo a ballare e dopo alcuni attimi nemmeno ci penso ai demoni. Passiamo una bella serata e decidiamo di tornare a casa.

Saliamo in macchina e arriviamo a casa.

-Grazie che mi hai portato fuori a cena, avevo proprio bisogno di distrarmi-

-Di nulla, mi sono divertito anche io-

Scendiamo dall'auto e ci dirigiamo verso la porta.

-Ma guarda un po'...il demone e l'angelo chi l'avrebbe mai detto?-

Noah si blocca, irrigidendosi mentre io mi paralizzo completamente mantenendo il respiro. Conosco quella voce. L'insolenza, la crudeltà e l'astuzia in un'unica voce. Questa assume un tono divertito, quasi arrogante. Una risata malvagia che mi fa accapponare la pelle.

Peter.

Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora