Capitolo 43

1K 90 4
                                    


-va tutto bene?-

-certo perché non dovrebbe- rispondo fredda a Noah

-no niente, era solo per..-

-non puoi fare più niente Noah- lo interrompo -quindi lasciami stare-

-lo so, e ti capisco, hai completamente ragione... ma hai bisogno di noi-

-io non ho bisogno di nessuno- continuo dandogli le spalle

Sto cercando di essere il più indifferente possibile. Non sono mai stata cosi ferita in tutta la mia vita; Mark mi ha portato via mia madre, e in parte la colpa è mia, e per questo non mi perdonerò mai; al momento non riesco ad aprirmi con nessuno, nemmeno con Noah. Non è colpa sua, ma non può fare più niente, è completamente inutile al momento, tutti quanti sono inutili.

Tutto quello che voglio è vedere Mark morto.

Pagherà per quello che ha fatto. Per avermi fatto passare tutto questo, per aver ferito le persone a cui volevo bene e per avermi portato via mi madre. Capisco ora quanto veramente ho bisogno di lei adesso che l'ho persa. È ora che qualcuno metta fine a tutto questo. Ti sto aspettando. È quello che dico a me stessa rivolgendomi a Mark.

-che intendi fare?- continua

Faccio un sospiro per rilassarmi, mi sta irritando. Da quando siamo arrivati qui alle cime, non ho rivolto parola a nessuno. Sono rimasta qui sul promontorio, a levigare la mia lama benedetta, mentre Caym è andato a ispezionare la zona, per accertarsi che non ci sia nessuno nei paraggi, ed è tornato da poco; Hariel ha tenuto d'occhio le sponde del fiume, dove dovrebbe arrivare Mark. Ormai è quasi il tramonto e non possiamo permetterci di passare la notte qui, abbiamo le tende per accamparci, ma non è assolutamente sicuro.

-che cosa intendi dire?- chiedo annoiata

-lo sai bene- si avvicina di più a me, ma si ferma quando lo guardo per fargli capire che non voglio che si avvicini -cosa farai quando sarai di fronte a Mark?-

-lo ucciderò- dico determinata, continuando ad osservare dal promontorio su cui mi trovo le sponde del fiume. A quelle parole la tensione fra di noi arriva alle stelle. I muscoli del braccio di Noah si tendono e il suo respiro si fa corto.

-non m'importa se non sei d'accordo, è inutile tentare di dissuadermi, ho preso la mia decisione.-

-non sei obbligata a farlo. Posso affrontarlo io..posso sconfiggerlo-

-nessuno di voi oserà mettersi tra me e lui. la cosa riguarda noi. Lui è mio-

-non ti permetterò di ucciderlo-

-prova a metterti solo in mezzo...- dico avvicinandomi a lui -e non ci penserò due volte prima di toglierti dalla mia strada- ringhio guardandolo dritto negli occhi. Pensavo rimanesse sorpreso o offeso, invece i suoi occhi si riempiono di rabbia e si avvicina ancora di più a me

-ma ti senti quando parli? Non ti riconosco più!- dice alzando la voce

Sta superando il limite. Non avevo mai discusso con lui, ma non intendo mollare.

-nemmeno io riconosco più te! Pensavo avresti capito- dico mentre anche il tono della mia voce si è alzato. Ormai ci stiamo gridando contro.

-capito cosa? Dovrei capire il fatto che vorresti ucciderlo?-

-non m'interessa più ormai. Mi sono sbagliata anche sul tuo conto a quanto pare. Se mi amassi davvero mi appoggeresti.-

Questo è un colpo basso, ma sono troppo arrabbiata per controllarmi

Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora