Capitolo 29

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Noah resta qualche minuto a fissare il pugnale conficcato nell'erba. Il vento leggero gli scosta i capelli ribelli sul volto, coprendogli gli occhi.. sembrano spenti, quasi neri...non più di quell'azzurro cristallino come il ghiaccio.

Il cielo si è improvvisamente ingrigito e le nuvole hanno coperto il sole. La brezza fredda proveniente da nord mi fa venire i brividi e mi stringo fra le mie braccia mentre sono sdraiata.

Noah si avvicina a me e mi prende in braccio delicatamente -Ti porto via di qui-

Appoggio la testa al suo petto e chiudo gli occhi. Il dolore è aumentato e inizio a sentirmi debole. Il calore del suo corpo mi invade e come sempre, riesce a riscaldarmi.

Entriamo di nuovo in casa dove la barriera si richiude alle nostre spalle.

Il dolore all'ala inizia a diffondersi per tutta la spalla e alla schiena. Mi sento sempre più debole e non voglio immaginare il dolore che proverò a distendere l'ala per curarla.

Noah sale le scale ed entra in camera adagiandomi sul letto e pancia in giu.

-Evelyn...riesci a sentirmi?-

L'unico suono che riesco ad emettere è un lamento soffocato.

Sento una mano accarezzarmi i capelli. -Devi fare fuoriuscire l'ala...non posso curarla in altro modo...-

Le sue parole mi giungono spezzate e il tono della voce è molto grave. Sento che sto per svenire e l'ultima cosa che riesco a fare è ubbidire a ciò che mi ha detto. Estraggo le mie ali stringendo i denti per il dolore. Una scarica di dolore mi fa sussultare e stringo d'impulso le lenzuola del letto.

-Shhh...calma Evelyn...va tutto bene..-

La voce è sicuramente quella di Noah ma è talmente debole e confusa che fatico a percepirla. Sento una mano calda stringere la mia, mentre qualcosa di freddo mi punge la schiena. Non ricordo nient'altro, solo il rumore dei passi all'interno della camera che tormentano la mia testa come un ticchettio regolare e lento. O forse non sono neanche passi.

Quando mi sveglio, ciò che ricordo del giorno precedente è veramente confuso. Il dolore è diminuito ed è abbastanza sopportabile. Mi guardo intorno: la luce che entra dalla finestra illumina tutta la stanza, eppure fatico a vedere ciò che mi circonda. Sbatto ripetutamente le palpebre, cercando di abituarmi a quella visione e fortunatamente dopo qualche istante riesco a mettere a fuoco.

La stanza è vuota. Noah non c'è. Ricordo che era con me l'ultima volta...e se Mark fosse tornato? Cosa potrebbe essere successo?

Mi alzo in fretta dal letto e appena faccio leva sulle gambe per alzarmi una fitta insopportabile costringe a piegarmi in due.

Sto per cadere a terra quando una forte presa mi sorregge, impedendomi di raggiungere il pavimento.

-ehi angioletto, devi andarci piano-

La voce familiare mi rassicura immediatamente.

Mi volto e abbraccio Noah che ricambia il gesto dopo qualche istante.

Affondo la testa nell'incavo del suo collo, prendendo grandi boccate di quel dolce profumo alla vaniglia.

-sicura di sentirti bene?-

-s..si..io...non ero certa che tu stessi bene..- sussurro

Solo ora mi accorgo che non indossa la maglietta. Mi stacco da lui e mi accorgo che ha un asciugamano stretto alla vita. È ancora bagnato, evidentemente ha appena finito di fare la doccia. Distolgo lo sguardo arrossendo violentemente.

Lui si apre in un sorriso e percorre il mio viso con la sua mano.

-che hai piccola?- dice malizioso

-non chiamarmi cosi- dico mentre mi siedo di nuovo ancora stordita

-okay piccola-

Prima che possa obbiettare mi stampa un leggero bacio sulle labbra. Avevo dimenticato che le sue labbra fossero cosi ardenti.

-non ti ho sentito arrivare..-

-ero in bagno-mi dice, mentre capisco che ci è ritornato

Mi massaggio lievemente la spalla ritirando le mie ali. La ferita è migliorata, ma fa ancora male.

Dopo qualche istante, sento improvvisamente una mano calda sfiorarmi la spalla e non posso fare a meno di sussultare.

-tranquilla è normale che i tuoi sensi siano un po' intorpiditi...è questo l'effetto di una lama demoniaca...certo, non per i demoni ovviamente-

Dice prima che io possa meravigliarmi del fatto di non averlo sentito avvicinarsi.

Si stende accanto a me, chiudendo leggermente gli occhi. Sembra stanco..Si è cambiato e ora indossa un paio di boxer con una camicia bianca semiaperta.

-hai per caso sete?- chiedo notando il pallore del suo viso

-no sono solo stanco-

Non posso fare a meno di notare le vene visibili perfettamente dai polsi e sul collo...in effetti è veramente pallido. Secondo me ha sete...

Il cielo si è improvvisamente annuvolato e la luce che entrava in stanza si è attenuata, lasciandoci nella penombra.

Osservo il petto di Noah abbassandosi regolarmente e i lineamenti perfetti del suo viso...non mi stancherò mai di guardarlo. Per non parlare del...

-Non riesco a dormire se mi fissi- dice interrompendo i miei pensieri

-s..scusa, hai ragione-

È meglio lasciarlo solo...magari mi faccio una bella doccia. Faccio per alzarmi ma un braccio mi avvolge la vita costringendomi a sdraiarmi.

Noah mi stringe al suo petto mentre continua a tenere gli occhi chiusi e a sorridere.

-e non riesco a dormire se non ti ho accanto-

Quelle parole, cosi semplici e banali, mi fanno sorridere e allo stesso tempo arrossire. Mi stringo al suo petto mentre chiudo gli occhi.

Aspetterò che si addormenti perché non ho voglia di dormire.

-ti amo Evy-

Apro gli occhi stupita. Nessuno mi aveva chiamato in quel modo. Scarlett da piccolea mi chiamava Elyn o Lyn perché non riusciva a pronunciare il mio nome per intero, ma mai avevo sentito quel nome. Evy...mi piace come suona.

-ti amo Noah- dico, mentre mi accoccolo fra le sue braccia

Nota dell'autrice:

[Evy pronunciato come Ivi ;) ]


Scusate per il capitolo un po' corto, ma ho preferito comunque pubblicarlo <3 appena ho tempo vado avanti <3 nelle vacanze di natale ci darò dentro eh ;)

-Vale <3 :D




Dark Angel [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora