««Capitolo 17»»

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La stanza é bianco perla e i mobili in vetro si alternano ad altri tutti grigi o neri.
Come decorazione su alcuni di essi c'erano vasi di rose rosse e bianche accompagnate da piccole cornici.
Su tutta la parete si notavano varie foto,alcune rappresentavano una grande famiglia,altre un bambino sorridente con lacrime o labbruccio,la tenerezza in persona.

Poi c'era lui
Seduto su uno sgabelllo avanti un pianoforte nero lucido.
Con una mano ticchettava velocemente le dita sui tasti bianchi creando una tenera melodia,mentre con l'altra teneva premuto per piú tempo i tasti neri.
Era abile nel suonare il pianoforte e io mi avvicino a lui cullata dalla dolce sinfonia suonata,lui si blocca voltandosi verso di me e cosí torno sulla terra ferma.

«No ti prego...Continua»

Annuisce alle mie parole e riprende a suonare ssolamente dopo che mi sono seduta al suo fianco.
Noto che ha un aria rilassata e dalla sua espressione potrebbe sembrare che é...felice.
Prendo un respiro profondo tormentando le mie mani tra loro che si trovavano intrecciate sulle gambe.

«Telo prometto»

Smette di suonare e mi guarda confuso.

«Cosa?»

«Ti prometto che rimarrò accanto a te»

Accenno un piccolo sorriso guardandolo e fu cosí che sul suo volto si crea il piú bello dei sorrisi.
Quel sorriso che ti fa stare bene,quel sorriso che bastava per calmare qualsiasi cosa dentro di me si trova sul volto della persona a cui credevo non sarebbe mai comparso.
Sono sempre stata la principessa disperata che aspettava il suo piccolo principe dagli occhi azzurri e i capelli biondi.
Ora sono quella ragazza che ha trovato un angelo nel corpo di un demone.
Ora che ci penso non sono mai stata lontana da casa...
Perché casa é quel posto dove ci sono le persone che non abbandoneresti mai.
Non mi é mai mancato affetto perché lui a suo modo lo dimostrava.
Non sono mai stata sola perché un piccolo guerriero vegliava su di me.
Sei mesi,ci sono voluti sei mesi per capire che lui era tutto ciò.

Mi stringo a lui e lo osservo suonare tenendo la testa sulla sua spalla.

[...]

Sono passati cinque mesi da quel giorno.
E a me sembra ancora ieri quando tremavo al suo solo sguardo.

«Gemma sei pronta?»
Mi sorride poggiato alla porta,vestito elegante con giacca e cravatta nere,la camicia bianca e l'espressione piú tenera di tutte.
«Si sono pronta ma mi dici cosa é questa sorpresa?»
«Lo saprai appena arriveremo»
Prendo il telefono ed entriamo in macchina percorrendo una strada nel bosco,non mi é mai sembrato cosí bello.

Shadow of Blood ||L.P||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora