I suoi occhi si illuminavano ogni volta che lui entrava nella stanza, d'altra parte la sua presenza non lasciava nessuno indifferente e tu sei fra quelle persone.
Questa notte aveva detto che ci sarebbe stato solo per lei e nessuno li avrebbe interrotti.
Lei stava seduta a gambe incrociate sul suo letto aspettando il suo ritorno con trepidazione, il suo sguardo nel frattempo era stato catturato dalle stelle che brillavano fuori dalla finestra.
Aspettava.
Aspettava il suo c'era una volta.
A un certo punto udì la porta aprirsi e subito riconobbe la figura che sostava sulla soglia.
Lui sul volto aveva un'espressione felice, lentamente si avvicinò alla finestra dove poco prima si era posato lo sguardo di lei, poi girò di nuovo la testa e la fissò, un sorriso comparve sul volto di entrambi.
Questa notte nessuno li avrebbe disturbati e forse quella volta ci sarebbe stata.Fermi, fermi, fermi; a cosa stavate pensando? E non provate a nascondervi dietro lo schermo perché lo so che ci siete.
Speravate in qualche scena romantica con il vostro personaggio preferito? Magari il 98% ci stava sperando, altrimenti fate parte di quel due per cento che si aspettava qualcosa d'altro o magari solo io ci stavo pensando.
Il titolo immagino l'abbiate letto quindi appena avrete iniziato questo capitolo, vi sarete quindi chiesti se l'autrice stesse dando di matto, oppure avrete direttamente spento tutto senza arrivare a questa parte.
Non voglio dilungarmi troppo, quindi l'unica cosa che vi chiedo è: da quanto tempo non sentite più la fiaba della buonanotte?(Attenzione! Il capitolo potrebbe contenere idiozie e una quantità lieve di spoiler se non avete mai, e dico proprio mai, visto L'Attacco dei Giganti, in questo caso consultare l'anime, se lo spoiler persiste si consiglia di consultare Wikipedia.)
Il comandante Erwin Smith tutto si aspettava dalla vita tranne che badare alla sua nipotina di cinque anni.
Era il giorno di riposo per tutta l'armata ricognitiva e il comandante poteva ritenersi fortunato ad avere poche scartoffie da terminare anche se, si sa, si trova sempre qualcosa d'altro da fare.
Mentre era con la testa immersa in tutta quella burocrazia qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.
-Avanti.- rispose lui.
La figura di un cadetto gli apparve davanti.
- Comandante c'è qualcuno che desidera vederla.-
Il cadetto si scostò e mostrò una persona che il comandante conosceva molto bene.Fu così che sua sorella gli affidò la figlia per l'intera giornata, peccato che il comandante Erwin non abbia la più pallida idea di come trattare con i bambini, le uniche persone che potevano minimamente assomigliarci erano le reclute, ma diciamocelo, non sono proprio la stessa cosa.
La bimba era seduta sul letto felice, aveva aspettato tutta la sera che lui rientrasse in camera sua, ma ogni volta che lui tornava lo faceva solo per controllare come stesse o per prendere qualche cosa che si era dimenticato.
Finalmente ora era giunto il momento del suo c'era una volta.
Erwin si sedette sul bordo del letto dove c'era la bambina.
- È ora di dormire Isabel.- disse con fare paterno
- Ma non ho sonno zio, guarda.-
La bambina si alzò di scatto e iniziò a saltare sul letto, il comandante non poté fare a meno di sorridere, chi poteva resistere a cotanta tenerezza?
-Ferma, smettila di saltare, ti farai male.- Erwin tentò di afferrarla, ma con una balzo lei si scansò.
Era appena stato fregato da una bambina.
-Ora salto fino al soffitto, guarda.-
Erwin captò in tempo il pericolo e questa volta riuscì a prenderla.
- Non se ne parla signorinella, fino a quando sarò qui non salterai da nessuna parte , ti ricordo che sei sotto la mia sorveglianza.-
-Quindi quando esci dalla stanza posso saltare?- chiese innocentemente.
- No.- rispose freddo.
- Ma se non salto non mi addormento.- piagnucolò.
- E da quando si salta sul letto prima di andare a dormire?-
- Da sempre zio.-
- Non salterai qui.-
- Allora mi racconti una storia?- chiese con degli occhioni dolci.
- Non le so raccontare le storie.-
Era un comandante lui, annientava orridi titani, non raccontava storie a dei poppanti.
- Ti insegno io. Per prima cosa mi metto sotto le coperte. Così.- detto questo gattonò verso il cuscino spostò le coperte e ci si infilò sotto, appoggiando la testa al guanciale.
- Ti siedi sul bordo del letto e inizi a raccontare. Vedi zio, sei già seduto, impari in fretta.-
- A quanto pare.- disse lui.
- Comunque zio io a casa non salto sul letto per addormentarmi e nemmeno fino al soffitto, di solito la mamma mi racconta una storia.-
-Ah ecco, quindi hai pensato bene di saltare cosicché io ti facessi smettere e ti raccontassi la storia.- concluse.
- Più o meno. Ora iniziamo.- disse Isabel contenta.
- In un tempo lontano...-
- No zio, c'era una volta.-
- Cosa?-
-Le storie iniziano sempre con c'era una volta.-
- C'era una volta...bella domanda, chi c'era una volta?-
- Un ragazzo e...-
STAI LEGGENDO
L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]
أدب الهواةUna raccolta di One-Shots senza pretese su Attack on Titan. Vedremo i personaggi sotto altre luci e alle prese con le loro mille sfaccettature, cosa farebbero se per una volta vestissero altri panni al posto di quelli degli eroi? E se ci fosse un'a...