C'era una volta... un rapimento

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- Non capisco, in che senso "avete trovato"?- domandò perplesso il ragazzo con le lentiggini.
- Ah già, dite che dobbiamo dirglielo?- chiese Connie ai suoi compari.
- Vedi un po' tu, non mi sembrano stupidi e credo che capiranno benissimo la nostra disperata situazione.- rispose esasperata la fata madrina.
E fu così che anche Jean Hood e Marco...

- Ehm... Marco... Marco...-
- Cos'hai zio? Forza, vai avanti.-
- Aspetta un attimo Isabel, devo trovargli un nome adeguato.-
- Uffa, ma io voglio sapere come finisce la storia.-
- Allora dammi una mano a trovare il nome, se devi fare una cosa tanto vale farla bene.-
- Uhm... che ne dici di... Marco il lupacchiotto?-
- Non mi sembra proprio la scelta adatta.-
- Hai chiesto tu il mio aiuto, quindi ora teniamo questo.-
Come poteva sfuggire il comandante alla stringente logica della nipote.

E anche Jean Hood e Marco il lupacchiotto, dopo che il trio si fu presentato, vennero informati di tutto ciò che era capitato agli avventurieri.
- E quindi, ditemi se ho capito bene, voi stareste cercando Levi per costringerlo a spezzare l'incantesimo che ha lanciato.-
- Esattamente... ehm... ma chi sarebbe Levi?- chiese poco convinta (T/n).
- Sua altezza il principe di Vaille.- disse il ragazzo lupo.
- Vorresti dire sua bassezza.- Jean scoppiò in una risata a quell'appellativo che lui stesso aveva affibbiato al regnante, non contagiando però tutti gli altri e creando solo un agghiacciante silenzio.
- Non era divertente.- enunciò con tono freddo Mikasa.
- Comunque siete degli illusi se pensate di riuscire a sconfiggere Levi, quel tipo mette ti incute terrore solo guardandolo negli occhi.
Tre nullità come voi non possono nemmeno sperare di incontrarlo, figurati a costringerlo a rompere un incantesimo. - continuò Jean con aria di superiorità.

In quel momento Eren, che per qualche oscuro motivo non riusciva a sopportare la sfacciataggine del nuovo arrivato, esplose in un unico e potente sclero.
- Senti, Jean Horse.-
- È Hood!- puntualizzò quest'ultimo.
- Non mi interessa come ti chiami, così come non mi interessano i tuoi commenti stupidi.
Se non sei abbastanza coraggioso e hai paura di affrontare quel tipo sono affari tuoi, ma io, al contrario di te, riuscirò a sistemare la situazione tutto da solo.-
In quel momento Erenentolo udì un colpo di tosse e capì cosa significava.
- Magari non proprio da solo, ma riuscirò comunque a batterlo, faccia da cavallo.-
Jean sentendo dell'insulto si mosse minacciosamente verso il provocatore e i due si trovarono faccia a faccia a pochi centimetri di distanza.
- Come mi hai chiamato?-
- Faccia. Da. Cavallo.- Eren scandì bene le parole per fare in modo che il cervello dell'altro potesse assimilare l'insulto.
Qualcosa nella mente del ragazzo dalle fattezze equine scattò e nel girò di qualche secondo si avventò con rabbia sul castano.
Eren però, comportandosi da persona poco matura, quale era in quel momento, e capendo in una frazione di secondo cosa voleva fare l'altro non esitò e passò al contrattacco.
Calci, pugni, tirate alle orecchie e ai capelli volarono da ambo le parti, corredati da minacce e insulti che una bambina non dovrebbe sentire.
E mentre i due erano occupati a far baruffa l'altra parte della compagnia li osservava in modo indifferente, anche se due erano più preoccupati di altri.
- Non dovremmo fermarli? Così si faranno male seriamente.- esclamò Marco rivolto a (T/n).
- Mi trovo d'accordo con il lupo.- nemmeno il tempo di battere ciglio che Sciarpetta rossa si stava già avviando verso i due litiganti per dividerli.
In un battito di ciglia i due vennero letteralmente scaraventati da due parti opposte e messa fine alla lite Mikasa si sistemò la sciarpa come se niente fosse successo.
Jean si rialzò barcollando, mosse qualche passo in direzione dell'avversario, ma poco dopo si appoggiò stremato a un tronco d'albero.
Nonostante sembrava che avesse corso fino a quel momento non rinunciò a pronunciare altre parole indisponenti.
- Ah. Cos'è non sei capace di difenderti da solo? Hai bisogno della tua eroina personale?
Come se non ne avessi già una poi.-
La fata madrina al sentire quelle parole non seppe se offendersi oppure ringraziare per il fatto che era stata definita un'eroina.
- Come osi!- replicò Erenentolo offeso nonostante avesse anche lui il fiatone come se avesse appena fatto il giro di tutto il regno di corsa e i vestiti in disordine.
(T/n), stanca di quella situazione, decise di porre un freno a quella litigata pari a una di due bebè.
Come si dice: a mali estremi, estremi rimedi.
E con uno sventolio di bacchetta i due si ritrovarono bagnati fradici da capo a piedi.
- EHI!- esclamarono entrambi (anche se uno era meno sorpreso dell'altro).
- Si può sapere cosa ho fatto questa volta per meritarmelo?- Eren si rivolse a colei che aveva riconosciuto come l'artefice della malefatta.
- Hai anche la faccia tosta di chiederlo?- rispose stizzita.
- Avrei capito se avessi bagnato solo Jean, ma io cosa c'entro?- ribattè nuovamente.
- Non ti hanno mai detto che si litiga sempre in due? Inoltre le vostre discussioni da bambini mi hanno stancata.
Non ho certo tempo da perdere facendovi da babysitter.-
- Babysitter?- chiese Hood confuso.
- Lasciamo stare.
Piuttosto... come ci arriviamo dal nano? Ho intenzione di concludere questa cosa il prima possibile.-
- Rispetto a noi Vaille si trova a Nord, dovremmo riuscire ad arrivarci in poco tempo.- spiegò il lupacchiotto sorridente.
- Dovremmo? Avete intenzione di venire anche voi?-
- Se a voi non dispiace. Jean probabilmente non sarà subito d'accordo con questa decisione ma vedrete che poi non darà più problemi.-
- Certo che no, anche se credo che per quei due saranno tempi duri.- fece cenno con la testa ai due in questione.
- Ecco... ehm... non è che potresti... insomma... - indicò i poveretti bagnati fradici e tremanti dal freddo.
La maga sbuffò rassegnata e con un altro colpo di bastone li asciugò, evitando che si prendessero un malanno.
- Bene, ora passiamo partire. Da che parte dobbiamo andare?- domandò esaltato Connie.
- Possiamo passare per le Montagne dell'Oblio.- propose il giovane con le lentiggini.
Connie deglutì sonoramente con un'espressione spaventata in faccia.
- Che nome rassicurante.- affermò sarcastica (T/n).- Lasciami indovinare, chi passa da quel luogo dimentica improvvisamente dove deve andare, cosa fare e cose di questo tipo.-
- No, certo che no- interruppe Jean - solo che ogni tanto ci sono delle valanghe che travolgono gli sventurati che affrontano quel cammino.-
- Non sei divertente.- disse Mikasa scoccandogli un'occhiataccia.
La strega però ignorò Hood e riprese con le domande.

L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora