Le Cronache di Reader - Atto II

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Atto II- Il fiasco vuoto, le sentinelle ubriache

"Che male! Si può sapere cosa gli è saltato in mente a quel cadetto? Portare in spalla un suo compagno in questo modo! Inoltre hanno distrutto mezza libreria."

La ragazza in quel momento si ritrovava riversa a terra di schiena a causa del colpo ricevuto, gli occhi ancora chiusi e le membra dolenti.
Si passò una mano alla base del collo che sentiva tutto dolorante, ma non sentì niente di potenzialmente preoccupante.
"Bene, niente di rotto, solo una botta. O perlomeno spero."
Lentamente aprì gli occhi e sbattè le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce del sole.
"Strano, mi pareva ci fosse brutto tempo.
Un momento, se prima ero al chiuso... come ho fatto a finire qui fuori?!"
Sopra di lei delle candide nuvole si spostavano lentamente sospinte da un leggero venticello, le sue mani toccavano quelli che potevano sembrare dei soffici e umidi fili d'erba, mentre la sua schiena era a contatto con quella che sembrava dura terra.

La giovane a quella scoperta si alzò in in un batter d'occhio, provocandosi anche un leggero capogiro a causa del repentino cambio di posizione.
Acquisito nuovamente l'equilibrio sbarrò gli occhi a quello che le si stagliava davanti.
Osservò il paesaggio intorno a sé con grande stupore e nel frattempo cercava di capire cosa fosse successo.

Prati si estendevano in lungo e in largo, nessuna strada, nessun campo coltivato, nessun edificio, sembrava proprio che non ci fosse traccia della razza umana in quella zona.
Poi una considerazione le passò per la mente.
Niente mura.
Le mura erano finalmente sparite, avevano di nuovo la libertà.
Però poi altri dubbi affollarono la sua testa: ma ora chi aveva questa libertà?
In quel momento nessun uomo si trovava nelle vicinanze e lei, forse troppo paranoica, cominciò a formulare mille ipotesi.

Che in quei tre secondi, durante quella sorta di esplosione di luce, i giganti avessero sterminato l'umanità e lei fosse l'ultima superstite della sua specie?
No, alquanto improbabile.

"Che fine hanno fatto gli altri? Ma soprattutto dove mi trovo?"

Ipotizzò qualche altra teoria che potesse spiegare tutto ciò che le stava capitando, eppure non le venne in mente nulla.
Si ricordava solamente di quella luce.
Improvvisamente i suoi occhi si illuminarono, finalmente aveva capito, se la luce era l'unica cosa che ricordava prima di trovarsi lì, probabilmente era quella la causa.
Spiegazione un po' banale e senza fondamenta ma che potrebbe essere quella più plausibile.
Ma allora perché diamine si trovava in mezzo al nulla e per di più da sola?!
Di nuovo scrutò l'orizzonte alla ricerca di qualche traccia di civiltà.
Niente, il nulla più assoluto.
A un certo punto le parve di udire qualcosa: un bisbiglio, un sussurro, una voce.
Qualcosa che le giungeva alle orecchie, ma che nemmeno il tempo di capire cosa diceva e subito spariva.
Probabilmente era solo il vento che giocava brutti scherzi, ormai la fanciulla riteneva tutto possibile, non aveva nemmeno provato a darsi un pizzicotto per vedere se tutto quello che la circondava era realtà o finzione.
Di nuovo udì quei suoni che parevano trasportati dalla brezza.
Man mano essi si fecero sempre meno confusi e più frequenti, e lei stava in silenzio tentando di cogliere qualsiasi tipo di indizio.
Una lettera, poi delle sillabe.

N... or... cav... va...

Non riusciva ancora cogliere il significato completo, ma era sicura che qualcosa stesse tentando di comunicare con lei.
Poi, improvvisamente, le folate di vento aumentarono d'intensità.

Oh, finalmente posso parlare decentemente.

All'udire quella frase proveniente dal nulla la caposquadra si sorprese.
Va bene che combatteva giganti, ma sentire una voce trasportata in questo modo dal vento non capitava tutti i giorni.
Fece un respiro profondo e poi iniziò la conversazione con quella bizzarra entità, pensando che probabilmente avrebbe potuto darle qualche risposta.

L'Attacco dei Giganti One-Shots [ x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora